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Da domenica 21 gennaio a Viareggio la mostra “Il carnevale di Nino Migliori”

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Foto di Nino Migliori Carro PianetaFotografie inedite del grande artista bolognese dedicate allo storico Carnevale di Viareggio, a cura di Elisabetta Sgarbi

Da domenica 21 gennaio al 5 maggio, alla GAMC – Galleria di Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio (Lucca), si terrà la mostra inedita "IL CARNEVALE DI NINO MIGLIORI" con le fotografie del grande artista bolognese, a cura di Elisabetta Sgarbi con Nino Migliori e Marina Truant.

La mostra espone oltre 50 fotografie inedite di Nino Migliori, scattate nel 2023 in occasione della 150esima edizione del Carnevale di Viareggio. I dettagli dei carri che hanno sfilato, i lati nascosti delle maschere, il dietro le quinte della preparazione della Festa dove ogni immagine paurosa e grottesca assume un significato di libertà.

Il rapporto tra Nino Migliori e il Carnevale di Viareggio è nato proprio lo scorso anno grazie a Elisabetta Sgarbi, regista del film "NINO MIGLIORI. LA FESTA CHE ROVESCIA IL MONDO PER GIOCO" (presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma). Nino Migliori sul set del film ha potuto immergersi nella dimensione inusuale e fuori dal tempo dello storico Carnevale, catturato dalla magia colorata di un mondo che emerge solo una volta all'anno.

«Questa mostra, il mio film presentato al Festival del Cinema di Roma lo scorso ottobre (Nino Migliori. La festa che rovescia il mondo per gioco), l'opera collage di Nino Migliori (Arabesque) nascono così, con la spudorata vitalità di Nino, e la complicità mia e di Marina, felici di assecondare un bambino curioso» racconta Elisabetta Sgarbi.

L'inaugurazione della mostra "Il carnevale di Nino Migliori" si terrà alla GAMC domenica 21 gennaio alle ore 12.00, alla presenza dello stesso fotografo, di Marina Truant, direttrice della Fondazione Nino Migliori, della presidente della Fondazione Carnevale di Viareggio Maria Lina Marcucci e del Sindaco della città di Viareggio Giorgio Del Ghingaro.

Progetto di allestimento di Luca Volpatti.

In collaborazione con Betty Wrong, Fondazione Nino Migliori.

Con il sostegno di Città di Viareggio, Fondazione Carnevale di Viareggio, Regione Toscana, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Ministero della Cultura, Museo del Carnevale di Viareggio.

Il catalogo della mostra è edito da Fondazione Elisabetta Sgarbi.

BIOGRAFIA :Nino (Antonio) Migliori nasce a Bologna nel 1926 ed è uno tra i più autorevoli e multiformi ricercatori italiani nel campo della fotografia, svolgendo uno dei percorsi più diramati ed interessanti della cultura d'immagine europea. Nella sua produzione artistica si intrecciano fin dall'inizio diversi filoni di ricerca, ma è la sperimentazione il tratto fondamentale che caratterizza da sempre il suo operato.

Sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private fra le quali Mambo – Bologna; Galleria dell'Arte Moderna e Contemporanea - Torino; CSAC - Parma; Museo dell'Arte Contemporanea Pecci - Prato; Galleria dell'Arte Moderna - Roma; Calcografia Nazionale - Roma; MNAC Barcellona; Museum of Modern Art - New York; Museum of Fine Arts - Houston; Bibliothèque Nationale - Parigi; Museum of Fine Arts - Boston; Musée Reattu - Arles; Maison Européenne de la Photographie-Parigi, The Metropolitan Museum- New York, SFMOMA – San Francisco ed altri.

( credit photo: Nino Migliori )

Redazione

Carmelo Carcasio pagine di illusioni e realtà: “Andata via, come una figlia” e “Col visetto carino"

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LIBRO Aandata via come una figliaA gennaio il nuovo libro di Carcasio con vesione in lingua spagnola

A quattro anni dall'ottimo debutto letterario che ebbe con il libro " Col visetto carino e altri racconti " Carmelo Carcasio ritorna a far parlare di se e incuriosire con un nuovo testo di racconti che catturano l'attenzione e fanno porre domande quali: " Può una madre desiderare un futuro diverso dal suo per la propria figlia? E fino a che punto e' disposta ad arrivare pur di evitare che cio' non accada? ".
Il volume si compone di più racconti, il primo, "Andata via, come una figlia", scritto in forma di commedia in due atti, una sorta di virtual transportation in teatro, è' articolato da un susseguirsi dinamico, secco, vivace, incalzante di avvenimenti.
Nel volume sono stati rivisitati i racconti del libro "Col visetto carino" e sempre con un linguaggio dinamico e incalzante trattano anch'essi, ma questa volta in modo ironico e divertente, della contrapposizione tra le convenzioni nelle quali viviamo e la realtà oggettiva, sullo scopo e sul fine che ognuno vorrebbe raggiungere, o no, nella propria vita.
Come sottolinea Carmelo, il dramma di questa contrapposizione è affrontato dai protagonisti di questi racconti – al di là del loro grado di cultura e condizione sociale - con una grande gioia di vivere, quest'ultima compresa dal cibo ai viaggi, dalla conoscenza alla scoperta, dal sesso vissuto come gioia e godimento e mai imposto ma sempre benvoluto.

Daniele Baldini

Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote

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VESPA museoIl Museo del Patrimonio Industriale del Settore Musei Civici Bologna ha inaugurato sabato 2 dicembre 2023 Vespa Club Bologna. Una piccola grande storia su due ruote, un focus espositivo dedicato al mito della Vespa, icona del motociclismo italiano nel mondo, nato dalla collaborazione con il Vespa Club Bologna.

L'allestimento, realizzato nel piano intermedio del percorso di visita, accanto all'esposizione di un importante nucleo di 18 motociclette prodotte dalla casa bolognese M. M. recentemente concesse in comodato al museo, è visibile fino al 3 marzo 2024.

La Vespa ha lasciato un'impronta significativa nella storia dei trasporti, nell'immaginario collettivo, nell'arte e nel cinema non solo italiani. Raccontare il primo marchio globale della mobilità al Museo del Patrimonio Industriale, le cui collezioni permanenti documentano le eccellenze produttive bolognesi anche in ambito motoristico e meccanico, consolida, ancora una volta, i rapporti tra l'istituzione museale, il mondo del collezionismo, i club e l'associazionismo in un territorio simbolo della Motor Valley emiliano-romagnola nota a livello mondiale.

La storia della Vespa inizia nel 1946, quando la fabbrica italiana Piaggio decide di realizzare a Pontedera un veicolo pratico ed economico per rispondere alle esigenze di spostamento della popolazione dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il primo modello prende forma grazie agli studi dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio, che disegna uno scooter con un'estetica unica e soluzioni innovative. Il progettista crea un veicolo a due ruote allo stesso tempo comodo e semplice da guidare, con una struttura monoscocca leggera ma resistente, la ruota di scorta per gli imprevisti e un motore a quattro tempi che garantisce affidabilità ed efficienza.
Il nome Vespa fu coniato dallo stesso Enrico Piaggio, nipote del fondatore, per la somiglianza con l'omonimo insetto (grazie alla parte centrale molto stretta e quella finale più ampia) e per il ronzio del motore.
Il successo della Vespa fu immediato: rivelando una gran voglia di libertà e di spostamento tra la gente, l'idea di un piccolo scooter pratico e maneggevole conquistò milioni di persone e negli anni 1950-'60 divenne un simbolo di emancipazione per gli italiani.
Oggi, la Vespa Piaggio è ancora un'icona dello stile italiano e un'opzione popolare per gli amanti degli scooter in tutto il mondo. Con il suo design classico e le sue prestazioni affidabili, continua a rappresentare una scelta di stile e praticità per molti motociclisti.

La storia di questo scooter è legata in modo significativo a Bologna, non solo perché in questa città è nato uno dei primi Club per gli amanti di questo mezzo ma perché tra il 20 e 21 maggio 1950 si tenne in Piazza Maggiore il primo raduno internazionale della storia vespistica che richiamò circa 5.000 vespisti provenienti da Italia, Austria, Francia, Germania e Svizzera.

Risale all'anno precedente, il 1949, la nascita ufficiale del Vespa Club Bologna, tra le prime organizzazioni italiane ad aver compreso le potenzialità innovative del veicolo, in una città dalla tradizione motociclistica molto solida in cui operavano aziende storiche come M.M. e C.M e dove stavano prendendo avvio nuove realtà come Moto Morini, F.B. Mondial e Ducati.
Il Club è da subito attivo sia nelle manifestazioni sportive sia nelle rievocazioni locali e nazionali. I suoi associati, oltre 600, sono da tempo impegnati nello studio della storia del marchio garantendo il restauro e la conservazione dei pezzi che oggi, per la prima volta in contemporanea, vengono esposti al Museo del Patrimonio Industriale.

I modelli presentati in mostra sono 7:

Vespa 125 Faro basso 1949
Nel marzo 1948 iniziò la commercializzazione di una Vespa 125 fortemente rinnovata, soprattutto nell'assetto dotato anteriormente di una forcella elicoidale, e posteriormente di un sistema con molla e ammortizzatore idraulico, in grado di garantire l'escursione idonea anche ai percorsi più accidentati. Fu introdotto inoltre un cavalletto a stampella laterale e la riserva al serbatoio. Infine, l'uso di cilindro e testa ad alette parallele garantisce una maggiore dispersione del calore, migliorando così il circuito di raffreddamento.

Vespa GS
La Vespa GS, abbreviazione di "Gran Sport", è uno dei modelli più iconici e prestigiosi di casa Piaggio. La GS, prodotta dal 1955, era conosciuta per le sue prestazioni superiori e per il design più sportivo (con forme aerodinamiche, carenature e un parabrezza), frutto delle esperienze maturate nelle competizioni dalla Squadra Corse. Oggi, le Vespa GS originali sono considerate delle vere icone: molto ricercate dai collezionisti e dagli appassionati, sono spesso oggetto di restauro e personalizzazione.

Vespa VBA1
Prodotta dal 1958 in diverse varianti, il modello VBA1 ha subito numerosi aggiornamenti durante il suo ciclo di vita. In particolare, sono state apportate migliorie alla meccanica, alla carrozzeria e alle finiture, in modo da mantenere il modello al passo con le richieste del mercato e contenerne i costi di gestione. La VBA1 offriva maggiore comfort e sicurezza grazie al telaio rinforzato, il manubrio più stabile e la frenata migliorata. Ancora oggi, la Vespa VBA1 è apprezzata dagli appassionati per il suo design vintage e per la sua affidabilità .

Vespa VBB
La VBB entra in produzione nel 1960 mantenendo il design classico e iconico delle Vespa dell'epoca, con le sue linee eleganti e arrotondate. Era disponibile in diverse varianti, con un motore a due tempi monocilindrico noto per la sua affidabilità e facilità di manutenzione.
Nel corso degli anni, visto il successo, la VBB subisce modifiche e miglioramenti come, ad esempio, l'adozione di una sospensione anteriore a parallelogramma.

Vespa 50 a pedali
Viene introdotta negli anni 1960 come un'opzione che combinava l'uso del motore a due tempi monocilindrico da 50 cc. e del pedale, fornendo una soluzione versatile per la mobilità personale. Oggi questo insolito elemento, che poteva essere utile per l'assistenza alla partenza o per il movimento in assenza di carburante, attrae la curiosità del pubblico, rendendolo uno dei modelli più ricercati dagli appassionati.

Vespa Sprint Veloce
Il modello Sprint Veloce del 1969 presentava un design moderno e sportivo con linee più affilate e un look più dinamico. Era disponibile in diverse varianti e colori montando un motore a due tempi monocilindrico con cilindrate variabili a seconda delle versioni. La Sprint Veloce 150 è molto più potente e veloce delle precedenti versioni: merito soprattutto dell'acquisizione della terza luce di travaso nel cilindro, che aumenta il riempimento e, di conseguenza, le prestazioni.

Vespa 125 ET3 Primavera
Prodotto dal 1976, questo modello sportivo, più performante grazie a un propulsore di maggiore potenza e l'accensione elettronica gestita da centralina Ducati, entrò subito nei cuori degli appassionati e contribuì notevolmente alla diffusione del mito Piaggio. Agile, potente e con una estetica accattivante, la Vespa ET3 restò in produzione fino al 1984 e, per soddisfare una fetta sempre più ampia di clientela, fu prodotta in diverse colorazioni.

Redazione

Dopo il grande successo a New York, l'attore e psicanalista Marco Vergani torna in Italia

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Marco VerganiDal 28 novembre al 3 dicembre al Teatro Carcano di Milano

Dopo aver attraversato l'oceano e aver ottenuto un grande successo a New York nell'ambito del festival "In Scena! Italian Theater Festival NY", l'attore e psicanalista Marco Vergani torna nei teatri italiani!

Dal 28 novembre al 3 dicembre al Teatro Carcano di Milano, infatti, Marco sarà tra i protagonisti dello spettacolo "L'ispettore Generale" di Nikolaj Gogol (regia di Leo Muscato, con Rocco Papaleo).

Formatosi all'École des maîtres con il maestro Giancarlo Cobelli e presso il Centro teatrale Santacristina sotto la guida di Luca Ronconi, Marco Vergani ha coltivato la sua passione per il teatro fin dalle prime fasi della sua carriera. La sua presenza scenica e la sua abilità nell'interpretare personaggi di vario tipo gli hanno permesso di lavorare con alcuni dei nomi più rilevanti del panorama teatrale italiano, tra cui Barbara Nativi, Sergio Fantoni, Giancarlo Nanni, Giancarlo Cobelli, Luca Ronconi e Roberto Latini.

Ha conseguito una Laurea Magistrale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia in Teatro e Arti Performative a Roma e, mostrando un eclettismo senza pari, ha proseguito i suoi studi conseguendo una seconda Laurea Magistrale in Psicologia Clinica, dimostrando il suo interesse non solo per l'arte ma anche per la profondità della psiche umana. Il suo percorso unico è un esempio di come l'arte e la psicologia possano convergere, creando un connubio straordinario.

Nel giugno 2020, Marco Vergani ha intrapreso una nuova e affascinante fase della sua crescita personale e professionale attraverso la formazione analitica presso la Scuola di Psicanalisi Freudiana di Milano. Questo ulteriore capitolo nella sua vita rappresenta una testimonianza della sua continua ricerca di comprensione e conoscenza della mente umana.

Lo scorso maggio ha portato in scena a New York il monologo di drammaturgia contemporanea "La nipote di Mubarak", uno dei tre capitoli (insieme a "Una passione" e "L'eternità dolcissima di Renato Cane") della "Trilogia dell'Essenziale", progetto nato dall'incontro umano e artistico tra Marco Vergani, Vinicio Marchioni, Milena Mancini e Valentina Diana.

Redazione

Bologna. Inaugurata la mostra "In arte, Milva"

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MilvaMostra promossa da Alma Mater Studiorum Università di Bologna: Biblioteca delle Arti, Dipartimento delle Arti, Sistema Bibliotecario di Ateneo, Area del Patrimonio Culturale

Inaugurata ieri, mercoledì 22 novembre 2023, alle ore 18.00 la mostra "In arte, Milva", aperta al pubblico dal 23 novembre al 4 febbraio 2024 presso il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, nata dall'accordo siglato dal Rettore dell'Università di Bologna Giovanni Molari e dalla professoressa Martina Corgnati, figlia di Milva, pseudonimo di Maria Ilva Biolcati, per valorizzare e condividere il percorso dell'artista, fra musica, teatro, cinema, impegno politico.
Curata dai docenti Anna Maria Lorusso e Lucio Spaziante del Dipartimento delle Arti - DAR, l'esposizione è promossa dalla Biblioteca delle Arti Unibo, dal Sistema Bibliotecario di Ateneo e dall'Area del Patrimonio Culturale dell'Università di Bologna, in collaborazione con il Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna e con il patrocinio del Comune di Bologna.

L'archivio donato alla Biblioteca delle Arti dell'Università di Bologna dalla prof.ssa Corgnati nutre un'esposizione importante per la storia della musica e del teatro, presentando una selezione fra gli spartiti e i testi di scena, le stampe relative a servizi fotografici, i telegrammi e le lettere da parte di vari mittenti; la collezione di vinili, cd, VHS e dvd incisi dall'artista. E ancora, attraverso un percorso in tre stanze, espone alcune delle onorificenze italiane e straniere ricevute, alcune recensioni a dischi e spettacoli, le locandine e i programmi di sala, i materiali promozionali, nastri e bobine con registrazioni audio.

Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, ha attraversato da protagonista oltre cinquant'anni di storia italiana. Dalla provincia ferrarese di Goro fino a uno dei templi del teatro italiano (il Piccolo Teatro di Milano), passando per Parigi, la Germania, la Grecia, il Giappone, Milva ha lasciato un segno nel mondo dello spettacolo e del costume, in molteplici generi. È stata a Sanremo; è stata sulle copertine dei rotocalchi ma ha anche lavorato con Luciano Berio; è stata (come "Milva la rossa") emblema della canzone politica impegnata; ha recuperato la tradizione popolare e, al contempo, ha interpretato le canzoni di Vangelis, compositore di colonne sonore e musica elettronica; è stata protagonista degli spettacoli di Giorgio Strehler e interprete d'elezione di molte canzoni di Franco Battiato.
Di tutti questi volti, di tutte queste Arti di Milva, la mostra cerca di rendere conto, da Goro alla dimensione internazionale in cui si sviluppa la sua vita, presentando per la prima volta parte del lascito donato dalla figlia Martina Corgnati alla Biblioteca delle Arti dell'Università di Bologna.

"In arte, Milva" vuole dire per i curatori proprio questo: "una personalità che ha totalmente vissuto dell'arte e nelle arti, e per la quale non c'è mai stata distanza tra la vita e la scena. La mostra sarà quindi paradigmatica dell'estrema versatilità degli ambiti in cui si è mossa Milva".

I visitatori potranno vedere un insieme di materiali che nella loro eterogeneità danno il senso di cosa l'artista sia stata: dal ritaglio di rotocalco alla locandina della Scala con le firme, dal telegramma del Ministro della Cultura francese alle partiture da lei annotate per l'esecuzione, dalle foto con Luciano Berio a quelle con Heather Parisi, a tutto il mondo brechtiano, che però sembra uno fra gli altri, non quello più definitorio.

Scrive Martina Corgnati nel catalogo che accompagna l'esposizione: "L'archivio intero di mia madre, le fotografie, la discografia, i nastri, i progetti, tutti i carteggi, la rassegna stampa, i manifesti, tutti i premi e i riconoscimenti, compresi i dischi d'oro che ha ricevuto nel corso della sua carriera, le cartoline e tutti i materiali che possono risultare utili per costruire i passaggi della sua lunga e complessa vicenda professionale, sessantun casse in tutto, sono stati da me donati all'Università di Bologna, e affidati all'attenta e sollecita cura di Gianmario Merizzi, Coordinatore gestionale di biblioteca ARPAC - Settore Biblioteca delle Arti, che ringrazio di cuore per la passione e la competenza che ha investito nel complicato lavoro di ordinamento e classificazione di materiali così diversi (https://arti.sba.unibo.it/chi-siamo/archivio-milva). Sono convinta che l'università sia il luogo migliore, forse l'unico, dove un patrimonio di competenze e valori culturali possa essere trasferito da una generazione all'altra, acquistando così nuove prospettive di lettura e nuovi significati. Questa mostra, a cura di Anna Maria Lorusso e di Lucio Spaziante, che tengo a ringraziare, è il primo esempio di produzione culturale resa possibile da questa donazione, cioè, come io la intendo, costruzione di alleanze e trasformazione della memoria in progetto".

Dichiara Eva Degl'Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna: "La mostra In arte, Milva narra e valorizza la grande capacità di Milva di aver saputo elevare in arte forme musicali tanto popolari quanto colte, grazie alla sua grande intuizione della canzone-teatro, in cui il suo corpo e la sua voce insieme hanno interpretato il racconto messo in musica della canzone. La mia viva riconoscenza va al Dipartimento delle Arti dell'Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, al Comitato Tecnico Scientifico "Fondo Milva", alla prof.ssa Martina Corgnati, ai curatori della mostra prof.ssa Anna Maria Lorusso e prof. Lucio Spaziante, alla direttrice Jenny Servino e a tutto lo staff del Museo internazionale e biblioteca della musica, per la realizzazione di questo importante progetto scientifico-culturale ed espositivo".

L'Archivio Milva verrà aperto agli studiosi al termine della mostra. Catalogo e inventario, realizzati in collaborazione con il Polo bolognese SBN e con Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna, saranno invece accessibili da subito.

(Photo: mmagine guida della mostra. © Image Service srl, courtesy Archivio Giovanni Gastel)

Redazione

Bologna. Al teatro Dehon Gli Autogol in scena con "Calcio Spettacolo"

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Gli AutogolDopo il trionfo al Prima Festival e al Tim Summer Hits, Gli Autogol portano il "Calcio Spettacolo" sul palco del Teatro Dehon Lunedì 20 novembre ore 21, un nuovo show teatrale che garantisce risate e divertimento.

Ambientato in uno spogliatoio, Alessandro, Michele e Rollo, alterneranno le loro gag più iconiche ai luoghi comuni che ogni ragazzo vive prima di una partita di calcetto con gli amici o prima del trendissimo paddle. E poi le parodie, quelle più amate dal pubblico del web, senza dimenticare le imitazioni di giocatori e allenatori della Serie A.

Un ritorno alle origini per Gli Autogol. I loro esordi sono stati proprio nel teatro dell'oratorio di San Genesio ed Uniti, in provincia di Pavia, dove tutto è iniziato e dove tutto continuerà. Una passione nata prima dell'arrivo sui social e che non hanno mai dimenticato.

Calcio Spettacolo è scritto da Gli Autogol con la collaborazione di Carlo Negri e prodotto da Ridens.

Redazione

BABY BOFE': " Amadè in viaggio con Mozart "

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MozartAmedeSabato 18 novembre spettacolo musicale per bambini dai 6 anni in scena al Teatro Dehon

Sabato 18 novembre ore 16, al Teatro Dehon, nell'ambito della stagione del BABY BOFE' va in scena Amadè. In viaggio con Mozart. Spettacolo musicale realizzato da Bologna Festival in coproduzione con La Baracca-Testoni Ragazzi e Oficina OCM-Orchestra da Camera di Mantova, è dedicato al genio musicale di Mozart. Un racconto della vita di Mozart dal punto di vista del padre Leopold, figura che tanta importanza ebbe nella carriera del grande compositore ma da cui il giovane Amadé cercò di distaccarsi per dare pieno ascolto al proprio ingegno, rivendicando la propria libertà creativa. Un racconto esaltante, pieno di aneddoti, musica e incontri con illustri personaggi, che ci conduce nel vivo del lungo viaggio che Mozart fece in Italia insieme al padre all'età di quattordici anni.

Redazione

Musei Civici di Bologna. Moto bolognesi M.M. inaugurazione

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Museo del Patrimonio Industriale Moto bolognesi M.MSabato 11 novembre ore 11: Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123. "Moto bolognesi M.M. La collezione Giampaolo Tozzi e Mirella Mazzetti: la passione, la memoria, l'archivio familiare"

Inaugurazione della nuova sezione espositiva dedicata a una importante collezione di motociclette prodotte con il leggendario marchio della M.M., la più illustre e titolata casa costruttrice bolognese attiva tra il 1924 e il 1958.

La collezione, acquisita dal museo in comodato di durata decennale, rappresenta il coronamento di un lungo percorso che ha coinvolto la famiglia del fondatore Mario Mazzetti, in particolare nelle persone della figlia Mirella e del genero Giampaolo Tozzi, con l'obiettivo di riscoprire e valorizzare la figura di uno dei più importanti tecnici progettisti del motociclismo bolognese e una storia imprenditoriale dai risvolti tecnici e sportivi di altissimo livello. Lo testimoniano in modo inequivocabile le 18 motociclette esposte, prodotte durante l'intero l'arco di vita dell'azienda, ricercate a lungo, poi studiate e, quando necessario, restaurate in maniera filologica da esperti artigiani.

Una collezione di cui fa inoltre parte l'ingente documentazione aziendale dell'Archivio Mazzetti Tozzi gelosamente conservata dalla famiglia (cataloghi, dépliant, fotografie, disegni tecnici e brevetti), che è diventata un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli appassionati e collezionisti, da cui ha preso vita il Registro Storico M.M.

La sezione dedicata alla vicenda costruttiva della M.M. arricchisce gli spazi espositivi permanenti del museo dedicati alla motoristica, in cui sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di altre importanti aziende (G.D, F.B.M., Minarelli, Ducati, Idroflex, Marzocchi, Verlicchi), a testimonianza del ruolo preminente che il polo produttivo dell'area bolognese – terra di motori per eccellenza – ha svolto per tutto il Novecento, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale.

Ingresso all'inaugurazione: gratuito

Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

Redazione

Gender Bender chiude edizione con Hope Hunt and the ascension into Lazarus

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Hope Hunt Oona Doherty  foto  Remi AngeliL'acclamato spettacolo di Oona Doherty, Leone d'Argento alla Biennale Danza di Venezia nel 2021, torna a Bologna con una nuova interprete, la danzatrice francese Sati Veyrunes

Si avvia alla conclusione la 21esima edizione di Gender Bender, il festival ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, in co-direzione con Mauro Meneghelli, registrando un grande successo di pubblico che ha portato sold out a moltissimi eventi.

Venerdì 10 novembre Gender Bender propone un ricco cartellone di danza. Si comincia alle 17.30 (Atelier Sì, via San Vitale 69) con Cuma di Michele Ifigenia/Tyche, un potente solo coreografico ispirato alla figura della sibilla cumana, che viene evocata in chiave contemporanea attraverso il corpo nudo della danzatrice-profetessa. La possessione che esprime il repentino cambiamento dei suoi movimenti è il risultato dell'incarnazione della divinità, che con la sua presenza ne trasfigura le fattezze in una veloce progressione coreografica. L'energia che ne scaturisce porta all'estremo le possibilità della danza e trasporta il pubblico in un universo ancestrale dall'atmosfera intensa e penetrante (in replica alle 19.30 e sabato 11 alle 17 e alle 18).

Si prosegue al DAMSLab Teatro (ore 19 Piazzetta Pasolini, 5/b) con Crowded Bodies di Daniele Ninarello, lavoro frutto di un percorso laboratoriale di creazione condivisa tra il coreografo e la comunità bolognese del progetto europeo Performing Gender – Dancing In Your Shoes, composta da persone di diverse età, con e senza esperienza di danza. Un live-collage in cui ogni performer esprime con generosità la propria individualità attraverso il movimento e la offre al gruppo, in un gioco di ascolto reciproco e condivisione dei gesti, mosso dalla fiducia reciproca e dal desiderio di vicinanza, accoglienza, unità, comprensione (in replica alle 21.30 e sabato 11 alle 18).

A Palazzo Bentivoglio (via del Borgo di San Pietro 1/c), alle ore 18 replica di Studi per danze americane, lavoro di Fabrizio Favale & First Rose.

Dalle 10.30 alle 12.30 al DAS ( via del Porto 12/2) workshop con Sati Veyrunes dal titolo Hope Hunt. Partendo dalla partitura coreografica dello spettacolo omonimo, la coreografa e interprete Veyrunes si concentra sul processo di creazione del movimento sperimentato da Oona Doherty, originaria autrice del lavoro. I partecipanti impareranno alcuni materiali coreografici del pezzo e tramite lo strumento dell'improvvisazione guidata esploreranno i sentimenti di sforzo e piacere veicolati dal corpo, in una pratica che incoraggia l'espressione fisica e l'apertura emotiva (aperto a tutti, con prenotazione alla seguente email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. fino ad esaurimento posti ).

Il cinema è protagonista con Who I am not (Romania-Canada, 2022), il documentario che vede il debutto alla regia dell'attrice rumena Tünde Skovrán: una storia intima e preziosa che dà voce e dignità alle identità intersex, ancora poco raccontate e rappresentate, attraverso protagoniste intersex che faticano a trovare il proprio posto nella comunità del Sudafrica in cui vivono e con She is Conann (Francia-Belgio, 2023) del regista di culto Bertrand Mandico: un avvincente e visionario fantasy-horror in bianco e nero, in cui il regista reinterpreta attraverso sei figure femminili il celebre personaggio di Conan, l'eroe-barbaro protagonista delle avventure create da Robert E. Howard. Un'opera ricca di virtuosismi espressivi e formali che dissacrano lo sviluppo narrativo ordinario e rendono la narrazione fluida e originale (rispettivamente alle 20,00 e alle 22,00 al Cinema Lumière, Piazzetta Pasolini, 2/b).

Dalle 23,30 si festeggia al Cassero LGBTI+ Center (via Don Minzoni, 18) con il party La Roboterie

Fino all'11 novembre è visitabile la video installazione onirica di Oona Doherty e Luca Truffarelli, Hunter filmed ( ingresso gratuito, DAS, dalle 15 alle 21, via del Porto, 11/2). Prosegue fino al 19 gennaio 2024 I want you to know my story, la mostra fotografica dell'artista statunitense Jess T. Dugan (Spazio Labò, Strada Maggiore, 29).

Sabato 11 novemmbre chiude la sezione danza al TPO (ore 21, via Casarini, 17/A) un evento di grande rilievo: Hope Hunt and the ascension into Lazarus, acclamato lavoro della coreografa irlandese Oona Doherty, Leone d'Argento alla Biennale Danza di Venezia nel 2021. Nel decennale dal debutto di questo suo celebre spettacolo, la coreografa lo affida a due nuove interpreti. In particolare, è la danzatrice francese Sati Veyrunes a portarlo in scena a Gender Bender. Interprete di un personaggio maschile dalle molteplici maschere, è la stessa danzatrice a condurre il pubblico dentro il teatro, per renderlo partecipe di uno spettacolo che tra danza e denuncia sociale decostruisce lo stereotipo della mascolinità misogina della classe operaia irlandese. Attraverso la parola, il movimento e il suono si passano in rassegna gli immaginari passati e presenti di un'Europa in bilico tra violenza e necessità d'amore.

Durante il pomeriggio repliche di: Studi per danze americane, lavoro di Fabrizio Favale & First Rose (ore 15.30, Palazzo Bentivoglio, via del Borgo di San Pietro 1/c); Cuma di Michele Ifigenia/Tyche, (alle 17 e alle 18, ad AtelierSì, via San Vitale 69); Crowded Bodies di Daniele Ninarello, (alle 18, DAMSLab Teatro, (P.zzetta Pasolini, 5/b).

Completano la parte dedicata alla settima arte, due differenti, ma ugualmente interessanti opere cinematografiche. Cascadeuses (Stuntwomen) (Svizzera, 2023) è il documentario di Elena Avdija dedicato alla forza delle donne di ritagliarsi una carriera di successo in un settore a maggioranza maschile. Virginie, Petra ed Estelle diventano tenacemente stuntwomen, professione in passato prerogativa degli uomini. Forti, iper performanti e incuranti del pericolo, si sono tenacemente ritagliate una carriera di successo. Pur servendo un immaginario che le rappresenta troppo spesso come vittime, il documentario agisce da narrazione alternativa, celebrando la carriera e l'autodeterminazione di professioniste incredibilmente determinate e consapevoli in un contesto dal quale sono rimaste escluse per decenni.
La scoperta del proprio corpo e della propria sessualità sono i temi affrontati da Piaffe (Germania, 2022) di Ann Oren. Un'opera dalle atmosfere misteriose e seducenti che indaga identità, sessualità e fluidità attraverso il tema della metamorfosi fisica. Un viaggio poetico e istintivo che celebra il rapporto tra arte e natura e l'alterità vissuta come occasione per sperimentare nuovi mondi possibili (rispettivamente alle 20 e alle 22 al Cinema Lumière, Piazzetta Pasolini, 2/b)

Due anche gli appuntamenti che chiudono la sezione dedicata ai party: alle 18.30 The HotWheels Ballroom Lounge, un party per entrare in contatto con la cultura ballroom con curiosità e gentilezza e in serata, dalle 23.30 In Nome del Pop Italiano, party all'insegna della cultura pop con citazioni da musica, televisione e pubblicità che celebra l'eclettica storia della musica italiana degli ultimi decenni, con i suoi tormentoni non solo musicali, ma anche estetici, di linguaggio e di stile (Cassero LGBTI+ Center, via Don Minzoni, 18).

Ultimo giorno per visitabile la video installazione onirica di Oona Doherty e Luca Truffarelli, Hunter filmed (ingresso gratuito, DAS, dalle 15 alle 21, via del Porto, 11/2). Prosegue fino al 19 gennaio 2024 I want you to know my story, la mostra fotografica dell'artista statunitense Jess T. Dugan (Spazio Labò, Strada Maggiore, 29).

( Credit photo; Remi Angeli )

Redazione

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