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Gender Bender chiude edizione con Hope Hunt and the ascension into Lazarus

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Hope Hunt Oona Doherty  foto  Remi Angeli

L'acclamato spettacolo di Oona Doherty, Leone d'Argento alla Biennale Danza di Venezia nel 2021, torna a Bologna con una nuova interprete, la danzatrice francese Sati Veyrunes

Si avvia alla conclusione la 21esima edizione di Gender Bender, il festival ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, in co-direzione con Mauro Meneghelli, registrando un grande successo di pubblico che ha portato sold out a moltissimi eventi.

Venerdì 10 novembre Gender Bender propone un ricco cartellone di danza. Si comincia alle 17.30 (Atelier Sì, via San Vitale 69) con Cuma di Michele Ifigenia/Tyche, un potente solo coreografico ispirato alla figura della sibilla cumana, che viene evocata in chiave contemporanea attraverso il corpo nudo della danzatrice-profetessa. La possessione che esprime il repentino cambiamento dei suoi movimenti è il risultato dell'incarnazione della divinità, che con la sua presenza ne trasfigura le fattezze in una veloce progressione coreografica. L'energia che ne scaturisce porta all'estremo le possibilità della danza e trasporta il pubblico in un universo ancestrale dall'atmosfera intensa e penetrante (in replica alle 19.30 e sabato 11 alle 17 e alle 18).

Si prosegue al DAMSLab Teatro (ore 19 Piazzetta Pasolini, 5/b) con Crowded Bodies di Daniele Ninarello, lavoro frutto di un percorso laboratoriale di creazione condivisa tra il coreografo e la comunità bolognese del progetto europeo Performing Gender – Dancing In Your Shoes, composta da persone di diverse età, con e senza esperienza di danza. Un live-collage in cui ogni performer esprime con generosità la propria individualità attraverso il movimento e la offre al gruppo, in un gioco di ascolto reciproco e condivisione dei gesti, mosso dalla fiducia reciproca e dal desiderio di vicinanza, accoglienza, unità, comprensione (in replica alle 21.30 e sabato 11 alle 18).

A Palazzo Bentivoglio (via del Borgo di San Pietro 1/c), alle ore 18 replica di Studi per danze americane, lavoro di Fabrizio Favale & First Rose.

Dalle 10.30 alle 12.30 al DAS ( via del Porto 12/2) workshop con Sati Veyrunes dal titolo Hope Hunt. Partendo dalla partitura coreografica dello spettacolo omonimo, la coreografa e interprete Veyrunes si concentra sul processo di creazione del movimento sperimentato da Oona Doherty, originaria autrice del lavoro. I partecipanti impareranno alcuni materiali coreografici del pezzo e tramite lo strumento dell'improvvisazione guidata esploreranno i sentimenti di sforzo e piacere veicolati dal corpo, in una pratica che incoraggia l'espressione fisica e l'apertura emotiva (aperto a tutti, con prenotazione alla seguente email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. fino ad esaurimento posti ).

Il cinema è protagonista con Who I am not (Romania-Canada, 2022), il documentario che vede il debutto alla regia dell'attrice rumena Tünde Skovrán: una storia intima e preziosa che dà voce e dignità alle identità intersex, ancora poco raccontate e rappresentate, attraverso protagoniste intersex che faticano a trovare il proprio posto nella comunità del Sudafrica in cui vivono e con She is Conann (Francia-Belgio, 2023) del regista di culto Bertrand Mandico: un avvincente e visionario fantasy-horror in bianco e nero, in cui il regista reinterpreta attraverso sei figure femminili il celebre personaggio di Conan, l'eroe-barbaro protagonista delle avventure create da Robert E. Howard. Un'opera ricca di virtuosismi espressivi e formali che dissacrano lo sviluppo narrativo ordinario e rendono la narrazione fluida e originale (rispettivamente alle 20,00 e alle 22,00 al Cinema Lumière, Piazzetta Pasolini, 2/b).

Dalle 23,30 si festeggia al Cassero LGBTI+ Center (via Don Minzoni, 18) con il party La Roboterie

Fino all'11 novembre è visitabile la video installazione onirica di Oona Doherty e Luca Truffarelli, Hunter filmed ( ingresso gratuito, DAS, dalle 15 alle 21, via del Porto, 11/2). Prosegue fino al 19 gennaio 2024 I want you to know my story, la mostra fotografica dell'artista statunitense Jess T. Dugan (Spazio Labò, Strada Maggiore, 29).

Sabato 11 novemmbre chiude la sezione danza al TPO (ore 21, via Casarini, 17/A) un evento di grande rilievo: Hope Hunt and the ascension into Lazarus, acclamato lavoro della coreografa irlandese Oona Doherty, Leone d'Argento alla Biennale Danza di Venezia nel 2021. Nel decennale dal debutto di questo suo celebre spettacolo, la coreografa lo affida a due nuove interpreti. In particolare, è la danzatrice francese Sati Veyrunes a portarlo in scena a Gender Bender. Interprete di un personaggio maschile dalle molteplici maschere, è la stessa danzatrice a condurre il pubblico dentro il teatro, per renderlo partecipe di uno spettacolo che tra danza e denuncia sociale decostruisce lo stereotipo della mascolinità misogina della classe operaia irlandese. Attraverso la parola, il movimento e il suono si passano in rassegna gli immaginari passati e presenti di un'Europa in bilico tra violenza e necessità d'amore.

Durante il pomeriggio repliche di: Studi per danze americane, lavoro di Fabrizio Favale & First Rose (ore 15.30, Palazzo Bentivoglio, via del Borgo di San Pietro 1/c); Cuma di Michele Ifigenia/Tyche, (alle 17 e alle 18, ad AtelierSì, via San Vitale 69); Crowded Bodies di Daniele Ninarello, (alle 18, DAMSLab Teatro, (P.zzetta Pasolini, 5/b).

Completano la parte dedicata alla settima arte, due differenti, ma ugualmente interessanti opere cinematografiche. Cascadeuses (Stuntwomen) (Svizzera, 2023) è il documentario di Elena Avdija dedicato alla forza delle donne di ritagliarsi una carriera di successo in un settore a maggioranza maschile. Virginie, Petra ed Estelle diventano tenacemente stuntwomen, professione in passato prerogativa degli uomini. Forti, iper performanti e incuranti del pericolo, si sono tenacemente ritagliate una carriera di successo. Pur servendo un immaginario che le rappresenta troppo spesso come vittime, il documentario agisce da narrazione alternativa, celebrando la carriera e l'autodeterminazione di professioniste incredibilmente determinate e consapevoli in un contesto dal quale sono rimaste escluse per decenni.
La scoperta del proprio corpo e della propria sessualità sono i temi affrontati da Piaffe (Germania, 2022) di Ann Oren. Un'opera dalle atmosfere misteriose e seducenti che indaga identità, sessualità e fluidità attraverso il tema della metamorfosi fisica. Un viaggio poetico e istintivo che celebra il rapporto tra arte e natura e l'alterità vissuta come occasione per sperimentare nuovi mondi possibili (rispettivamente alle 20 e alle 22 al Cinema Lumière, Piazzetta Pasolini, 2/b)

Due anche gli appuntamenti che chiudono la sezione dedicata ai party: alle 18.30 The HotWheels Ballroom Lounge, un party per entrare in contatto con la cultura ballroom con curiosità e gentilezza e in serata, dalle 23.30 In Nome del Pop Italiano, party all'insegna della cultura pop con citazioni da musica, televisione e pubblicità che celebra l'eclettica storia della musica italiana degli ultimi decenni, con i suoi tormentoni non solo musicali, ma anche estetici, di linguaggio e di stile (Cassero LGBTI+ Center, via Don Minzoni, 18).

Ultimo giorno per visitabile la video installazione onirica di Oona Doherty e Luca Truffarelli, Hunter filmed (ingresso gratuito, DAS, dalle 15 alle 21, via del Porto, 11/2). Prosegue fino al 19 gennaio 2024 I want you to know my story, la mostra fotografica dell'artista statunitense Jess T. Dugan (Spazio Labò, Strada Maggiore, 29).

( Credit photo; Remi Angeli )

Redazione