Ultimo aggiornamento05:46:00 AM GMT

Sei qui: Cultura e Spettacolo

Parma, successo per l’esposizione temporanea del Museo del Tour de France

E-mail Stampa PDF

Museo Parma TourSono stati oltre 7.000 gli accessi al Teatro al Parco, all'interno del Parco Ducale, che sabato 27 e domenica 28 aprile ha ospitato il Museo del Tour de France e del grande ciclismo parmigiano.

L'esposizione ha ottenuto un grande apprezzamento per il filo narrativo e per i pezzi esposti, originali, rari e curiosi.

L'esposizione temporanea ha presentato la storia che ha reso il Tour de France il terzo più grande evento sportivo al mondo dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio; a fianco, una collaterale che ha raccontato le tappe storiche del ciclismo di Parma, con i suoi grandi campioni e le grandi squadre che hanno fatto la storia di questo sport.

I pannelli espositivi sono stati affiancati da memorabilia del Tour de France – rarità portate direttamente dalla Francia e dalla collezione del curatore Alessandro Freschi – che hanno ripercorso oltre cent'anni della Grande Boucle, dalla prima edizione del 1903 alla nascita della Maglia Gialla, fino alla centesima edizione del 2013 e agli anni recenti.

Un ulteriore tuffo nella storia è stato fatto per raccontare Parma. Dalla prima volta in cui il Giro d'Italia ha fatto tappa a in questa città, nel 1921, al primo parmigiano Campione del Mondo: Gianni Ghidini tra i dilettanti, nel 1951. Dall'oro olimpico nell'inseguimento a squadre di Franco Gandini a Melbourne 1956 ai successi di Vittorio Adorni, iridato a Imola 1968. Dai grandi team che hanno fatto la storia, come Salvarani e SCIC, fino alle numerose tappe del Giro d'Italia che negli anni Novanta e Duemila hanno raccontato il territorio parmense, tra cui proprio la salita del "Cavatappi" nel 1990.

Una serie di pezzi speciali in esposizione, anche grazie al materiale fotografico proveniente dalle collezioni di Alessandro Freschi e Paolo Gandolfi.

All'esterno del Museo anche una esposizione di bici d'epoca organizzata dal gruppo storico di Parma.

Il grande successo di pubblico e il riscontro di interesse hanno evidenziato come intorno al ciclismo ci sia tanta passione e come cultura e sport possano vivere insieme per alimentare i progetti di sviluppo legati al territorio.

La mostra è stata allestita da ExtraGiro, società di consulenza e comunicazione con sede a Parma diretta da Marco Pavarini e Marco Selleri, con la collaborazione di A.S.O. (la società organizzatrice del Tour de France), del Museo Digitale Diffuso del Ciclismo e con la curatela di Alessandro Freschi.

La mostra è stata allestita nell'ambito de L'Étape Parma by Tour de France, la manifestazione ufficiale del Tour de France per cicloturisti e cicloamatori che sabato 27 e domenica 28 aprile ha colorato di giallo la città, con partecipanti da oltre 20 Paesi, e per la quale non si è ancora spenta l'eco a distanza di giorni.

Redazione

Al Teatro Duse di Bologna, venerdì 3 maggio: "Raffaella! Omaggio alla Carrà"

E-mail Stampa PDF

Beatrice BaldacciniDopo il successo della scorsa Stagione, a grande richiesta del pubblico, venerdì 3 maggio (ore 21) torna al Teatro Duse di Bologna 'Raffaella! Omaggio alla Carrà', spettacolo musicale che porta sul palco le note dei brani più famosi e amati della grande Raffaella Carrà. Un tributo alla donna e artista indimenticabile che è stata un'icona per molte generazioni e che, attraverso le sue canzoni e il suo sguardo sorridente, ci ha insegnato bellezza, eleganza, coraggio e ironia. A indossare il caschetto biondo sarà, ancora una volta, Beatrice Baldaccini, una delle protagoniste femminili indiscusse del musical italiano, che darà corpo e voce al mito Carrà, accompagnata da 6 ballerini e performer e da una band di 5 musicisti.

Attraverso il canto, la recitazione, la musica, i costumi e le coreografie entrate nella storia della cultura pop nazionale, gli artisti sul palco faranno rivivere la spettacolarità e il carattere della regina della Tv italiana. Il progetto si avvale della direzione artistica di Claudia Campolongo, della regia di Gabriele Colferai e delle coreografie di Angelo di Figlia.

Redazione

Al MAMbo “’Tessuto urbano’”. Ritualità e mitologie collettive nello spazio”

E-mail Stampa PDF

MAMbo public programGiovedi 2 maggio nell'ambito "+ PUBLIC - PROGRAM" incontro con Ettore Favini

Dopo il successo della prima edizione di "+ PUBLIC - PROGRAM", MAMbo ne propone una seconda che prevede un ciclo di incontri a ingresso libero, a cura di Fabiola Naldi, che si svolgono ogni giovedì alle ore 18 in sala conferenze MAMbo.
Partendo da alcune testimonianze o dalla presentazione di volumi recentemente pubblicati, gli appuntamenti hanno l'obiettivo di animare il dibattito sul ruolo dello spazio, sia pubblico che privato, e sulle varie espressioni urbane che lo attraversano. La volontà è quella di portare alla luce i paradossi, le tensioni, la forza propulsiva e le pratiche dell'arte nei luoghi collettivi. Un luogo pubblico è uno spazio comune, condiviso e spesso di passaggio, che implica una pluralità di attraversamenti. L'incontro con varie espressioni artistiche che si ritrovano nel tessuto urbano si affianca alla possibilità di restituire un'indagine aggiornata sulla città tra teoria e pratica.
Con le autrici e gli autori invitati, in dialogo con la curatrice Fabiola Naldi, si intende sviluppare, attraverso un approccio interdisciplinare, una riflessione sulle discrepanze di fruizione, interpretazione e utilizzo di tutti quei luoghi che si dichiarano pubblici alla luce di riferimenti e modelli in fase di cambiamento.
Nello spirito di collaborazione dell'Accademia di Belle Arti di Bologna con MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, la partecipazione alle conferenze di "+ PUBLIC – PROGRAM" è inserita nell'ambito del Laboratorio teorico-pratico "Dalla rappresentazione all'azione. Arte e contesto pubblico (esperienze, metodi e pratiche di progettazione di interventi di Public Art)", un percorso formativo sulla Public Art, offerto agli studenti dell'Accademia, e dialoga con la IX edizione del concorso "Plutôt la Vie... Plutôt la Ville. Premio Roberto Daolio per l'arte pubblica".

Info: www.mambo-bologna.org

Redazione

Bologna Festival, per la rassegna Grandi Interpreti il concerto del pianista Bruce Liu

E-mail Stampa PDF

Bruce Liu foto Bartek BarczykMartedì 30 aprile, ore 20.30, Teatro Auditorium Manzoni, la rassegna Grandi Interpreti di Bologna Festival prosegue con il concerto del pianista Bruce Liu. Già vincitore del Premio Chopin, è interprete lucido, rigoroso e dalla tecnica impeccabile. Nato a Parigi nel 1997 da genitori cinesi, è cresciuto in Canada, in una varietà di stimoli culturali che ne hanno forgiato personalità e carattere. La sua arte interpretativa trova ispirazione nella raffinatezza europea, nella tradizione cinese, nel dinamismo e nell'apertura multiculturale tipicamente nordamericani. «Quello che tutti abbiamo in comune è la nostra differenza», ama dire Bruce Liu. Nelle sue interpretazioni qualcuno rintraccia lo stile di Shura Cherkassky o di Georges Cziffra, ma per molti è semplicemente il "miglior Chopin ascoltato negli ultimi anni". Nel programma che porta a Bologna Festival, Bruce Liu si misura con la più classica delle forme – la forma Sonata – accostando alla prediletta Sonata n.2 di Chopin due perle del classicismo (Haydn, Beethoven) e una "energica" pagina del Novecento, la Sonata n.7 di Prokof'ev che si distingue per quel suo ampio finale, un "Precipitato" dal ritmo incalzante e ossessivo. Composta da Prokof'ev tra il 1942 e il 1943, la Sonata n.7 diventa subito popolarissima, entrando nel repertorio dei più grandi pianisti del secolo scorso (Vladimir Horowitz, Sviatoslav Richter, Nikita Magaloff, Friedrich Gulda). Bruce Liu completa il programma con le "jazzistiche" Variazioni op.41 di Nikolai Kapustin (1937-2020), pianista e compositore russo che nelle sue composizioni intreccia elementi tratti dalla musica classica e dal jazz; poco conosciuta nei paesi europei, la sua musica è invece particolarmente apprezzata nelle scuole musicali giapponesi e coreane. Composte nel 1984 le Variazioni per pianoforte op.41 racchiudono come in un microcosmo tutte le caratteristiche stilistiche della musica di Kapustin.

Bruce Liu, nato a Parigi nel 1997 da genitori cinesi, Bruce Liu è cresciuto a Montréal, dove ha studiato con Richard Raymond e Dang Thai Son. Nel 2021 vince il Concorso Chopin, diventando subito una star nel mondo della classica. Parigi, Berlino, New York, Tokyo sono solo alcune delle tappe della sua intensa attività concertistica che ha toccato anche Hong Kong, Taiwan, la Cina e Singapore. Ha collaborato con direttori come Yannick Nézet-Séguin, Gianandrea Noseda, Vasily Petrenko, Jukka-Pekka Saraste e con numerose orchestre, tra cui Los Angeles Philharmonic, San Francisco Symphony, Philadelphia Orchestra, NHK Symphony Orchestra, Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Cleveland Orchestra, Israel Philharmonic Orchestra e Rotterdam Philharmonic Orchestra. La critica ne apprezza la sensibilità fuori dal comune, la bellezza del suono e l'energia trascinante che infonde alle sue esecuzioni. Cresciuto in una varietà di stimoli culturali che ne hanno forgiato personalità e carattere, nella sua arte si ispira a diversi modelli: la raffinatezza europea, la tradizione cinese, il dinamismo e l'apertura multiculturale nordamericani. Nelle sue interpretazioni rigorose, lucide e dalla tecnica impeccabile, qualcuno riconosce lo stile di Shura Cherkassky o di Georges Cziffra, ma per molti è semplicemente il "miglior Chopin che si sia ascoltato negli ultimi anni".

Bruce Liu incide in esclusiva per l'etichetta Deutsche Grammophon. Dopo il CD con le registrazioni live delle varie fasi del Concorso Chopin, ha registrato la Suite francese n.5 di Bach e l'album Waves con musiche di Rameau, Ravel, Alkan, un percorso attraverso due secoli di repertorio pianistico francese, da La poule di Rameau a Le festin d'Ésope di Alkan ai Miroirs di Ravel.

  ( Credit PHoto: Bartek Barczyk)

Redazione

 

Bologna Teatro Dehon, in scena: Francesca Bianco "Il mio brillante divorzio"

E-mail Stampa PDF

Il Mio Brillante DivorzioAl Teatro Dehon di Bologna dal 3 al 5 maggio, sabato ore 21 e domenica ore 16, in scena Francesca Bianco ne "Il mio brillante divorzio", una commedia dell'irlandese Geraldine Aron rappresentata in 28 paesi, tradotta e diretta per l'Italia da Carlo Emilio Lerici. Il testo che racconta di come poter sopravvivere con ironia ad un divorzio e di come si può reinventare la propria vita, da single a cinquant'anni.

Angela (Francesca Bianco) ha un marito, Max, soprannominato Palla da Biliardo, che l'ha lasciata per la sua amante venticinquenne argentina, Rosa. E come se non bastasse, sua figlia, che è andata a vivere con il fidanzato, le ha rivelato che lei era rimasta l'unica a non sapere delle scappatelle del marito, che ormai andavano avanti da parecchio tempo.
Rimasta sola, con l'unica compagnia del suo cane Jack, Angela deve imparare a fare i conti con la sua nuova condizione di "single involontaria".

Alternando la rabbia nei confronti del marito traditore, attimi di gioia per la libertà ritrovata, la speranza per un'eventuale riconciliazione e la riluttanza nel firmare le carte per il divorzio, Angela ci fa ridere e commuovere mentre ci racconta delle sue avventure per ricostruire la propria vita; dalla help line telefonica per persone con pensieri suicidi alla visita in un sexy shop per comprare un vibratore.
Questo spettacolo parte da un plot semplice e frequente nelle vite di molte, ma si cala con leggerezza nei temi della solitudine, di come un genitore debba affrontare la separazione dai propri figli diventati grandi e di come una donna che si è sempre vista come moglie e madre improvvisamente debba ricostruire una propria dimensione personale, libera da questi ruoli tradizionali.
Un racconto che molto ci dice di come la società vede le donne single, contornato da voci e personaggi presenti nella vita di Angela, in parte interpretati dalla stessa Angela e in parte presenti nei video con i quali la stessa Angela dialoga.

Geraldine Aron è una drammaturga irlandese. Nata nel 1951, nel Galway, ha vissuto in Zambia, nello Zimbabwe, in Sud Africa e ora vive a Londra.

La sua prima opera Bar and Ger, rappresentata allo Space Theatre di Cape Town nel 1975, ha vinto premi e continua ad essere rappresentata internazionalmente. La sua opera My Brilliant Divorce, rappresentata all'Apollo Theatre nel West End di Londra è stata nominata nel 2004 ad un Laurence Olivier Award. Da allora è stato rappresentato in 28 paesi, e ne è stato realizzato un film interpretato e diretto dall'attrice francese Michèle Laroque dal titolo Brillantissime, uscito il 17 gennaio 2018.

Redazione

A Mestre sport, educazione e crescita con il Progetto Scuole di Fondazione Cortina

E-mail Stampa PDF

PROGETTO SCUOLAAll'Auditorium Candiani di Mestre l'incontro del Progetto Scuole di Fondazione Cortina, che ha visto la partecipazione di 200 ragazzi e numerosi enti e istituzion

Presso l'Auditorium Candiani di Mestre, si è svolto l'appuntamento del "Progetto Scuole" di Fondazione Cortina, iniziativa nata in collaborazione con FISI Veneto e Assi onlus e che rientra nell'ambito del Programma Education GEN26 di Milano Cortina 2026. L'obiettivo è trasmettere ai più giovani i valori dello sport, mostrando al contempo le opportunità di partecipazione in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2026.

L'incontro di ieri ha visto il coinvolgimento di 200 studenti provenienti dal Liceo "Giuseppe Parini" di Mestre, dall'Istituto Tecnico Tecnologico "Abate Zanetti" di Murano (VE), dall'Istituto di Istruzione Superiore "Andrea Gritti" di Venezia, dall'IIS "Francesco Algarotti" di Venezia, e dall'Istituto paritario Dante Alighieri di Padova. In platea numerosi enti e istituzioni: Regione Veneto, Comune di Venezia, Panathlon International Club di Mestre, Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace, Assi onlus e il Referente per l'ufficio scolastico territoriale. Presente anche FISI Veneto e il comitato provinciale FISI Venezia, che hanno supportato Fondazione Cortina nell'organizzazione dell'evento.

I ragazzi hanno avuto l'opportunità di ascoltare le testimonianze dirette di giovani sportivi come il bellunese Elia Barp, atleta della squadra Nazionale di sci nordico, e il vicentino Matteo Sostizzo, scialpinista del Centro Sportivo Carabinieri, che hanno condiviso le proprie esperienze e raccontato la loro storia, caratterizzata da grande determinazione e passione. L'evento è stato anche occasione per parlare e riflettere insieme sul delicato momento internazionale, sul ruolo dello sport quale portatore di messaggi e valori positivi e sulla tregua olimpica per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2026, con gli interventi della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace e del Panathlon.

"La partecipazione entusiasta dei ragazzi e il coinvolgimento di numerose istituzioni dimostrano quanto sia importante promuovere i valori dello sport e offrire ai più giovani opportunità di crescita e inclusione attraverso iniziative come questa. Il "Progetto Scuole" è un'iniziativa in cui crediamo fortemente, e rinnoviamo il nostro impegno nell'educare, ispirare e costruire un mondo migliore attraverso il potere unificante dello sport" ha commentato Michele Di Gallo, Direttore Generale di Fondazione Cortina.

"Lo sport, con la sua capacità di unire le persone e di superare ogni tipo di barriera, offre un terreno fertile per la promozione di un sistema valoriale positivo. I giovani sono gli agenti del cambiamento del futuro, per questa ragione è di primaria importanza trasmettere loro questi valori, con l'auspicio che siano proprio loro a promuoverli nella società in cui vivono. Il Progetto Scuole di Fondazione Cortina svolge un ruolo cruciale in questo processo, e siamo fieri di aver contribuito a portarlo nella nostra città" ha commentato Marta De Manincor, presidente di FISI Venezia.

Il prossimo appuntamento del Progetto Scuole è fissato per il 24 aprile presso le scuole secondarie di primo grado dell'Istituto Comprensivo di Auronzo. In questa occasione oltre 30 studenti delle classi seconde avranno la possibilità di approfondire tematiche cruciali come disabilità, inclusione e paralimpismo, con la partecipazione speciale dell'atleta ampezzano di para-bob Flavio Menardi.

Redazione

Che fine ha fatto Matteo Savona?

E-mail Stampa PDF

LOCANDINA triller psicologicoPer CondimentiOff il thriller psicologico di Tommaso Volpi,  giovedì 18 aprile 2024, ore 21.00 alla Biblioteca Comunale Parco del Sapere Ginzburg, Via Bondanello, 39 - Castel Maggiore(BO)

Alessandro lavora nel cinema come assistente di produzione e regista di cortometraggi, invidioso dei colleghi, pieno di paranoie. Vive con Chiara, esperta di migrazione. Dopo aver sognato Matteo Savona, un amico delle elementari mai più rivisto, in lui sorge un forte senso di colpa che sembra collegato a quel periodo. Parlando con lo psicologo si autoconvince di aver commesso un omicidio di cui non ha ricordo. Sperando che Matteo possa fare luce su questo mistero, aiutato da Chiara che si reinventa detective, si mette sulle sue tracce...
Un thriller psicologico che contiene anche un romanzo di formazione, con un ritmo che accelera e avvince via via che i nodi si sciolgono. Grazie ad un riuscito stile cinematografico, fin dalle prime pagine ci si trova a rincorrere il protagonista nelle sue rocambolesche avventure. Il protagonista è un po' un Woody Allen nostrano che fra un'elucubrazione e l'altra, anziché portare lo spettatore a spasso per le strade di New York e il Central Park, porta il lettore a spasso per i portici di Bologna e i Giardini Margherita. In alcuni passaggi sia i personaggi che la trama sono degni di un moderno Don Chisciotte.

Tommaso Volpi - nato a Bologna nel 1976, dopo la laurea al DAMS comincia a fare i primi passi nel mondo del cinema indipendente bolognese come assistente alla regia e aiuto operatore, ma anche dirigendo il suo primo cortometraggio Arianna e il Signor Q. Nel 2004 vince una borsa post universitaria e fa uno stage a Parigi presso la casa di produzione Dulciné che un anno prima aveva prodotto Vodka Lemon, Premio San Marco alla Mostra del Cinema di Venezia. A Parigi conosce l'italo-francese Sylvestre Guarino che con la sua Messina Films gli produce Univers Paralits, cortometraggio che vince il primo premio al New Italian Cinema Events e viene selezionato al Festival di Valladolid. In seguito si sposta a Bruxelles dove lavora come assistente alla regia, poi a Madrid e infine torna a Bologna, cominciando a lavorare nella produzione.
Che fine ha fatto Matteo Savona? è il suo primo romanzo.

Gianluca Morozzi - nato a Bologna nel 1971, ha esordito nel 2001 con Despero (Fernandel), al quale hanno fatto seguito trentasei romanzi e più di duecentocinquanta racconti. Tra le sue uscite Blackout (Guanda), dal quale è stato tratto il film omonimo. Gli ultimi titoli sono Gli annientatori, Dracula ed io (TEA), Andromeda (Giulio Perrone Editore), Prisma (TEA) e la Trilogia degli Ultranoidi (Gallucci).Ha pubblicato per BookTribu il romanzo Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen che ha meritato la menzione speciale del Premio Nabokov edizione 2021.
Dal 2010 è insegnante di scrittura creativa. Ha tenuto laboratori e workshop a Bologna, Cesena, Ravenna, Cento, Carpi, Cavriago, Ferrara, Parma. È Presidente della Giuria dei Concorsi Letterari Nazionali di BookTribu e proprio da questo rapporto di amicizia ha preso vita il progetto di una Collana, BLACK-OUT, che prende il nome dal successo letterario con cui ha raggiunto il grande pubblico nel 2004: Blackout. La sua attenzione nella valutazione e promozione di Autori esordienti prende corpo in questa nuova Collana che vuol fare emergere nuovi autori e autrici mantenendo fede all'impegno di BookTribu di rivelare il talento di scrittori emergenti.

Evento ad ingresso libero fino ad esaurimento posti

CondimentiOff è una rassegna culturale curata da Articolture e Bottega Bologna (direzione artistica Fabrizio Tito Cabitza) per il Comune di Castel Maggiore, sostenuta dall'Unione Reno Galliera.

Redazione

A Budio il Festival Internazionale dell’Ocarina

E-mail Stampa PDF

FESTIVAL OCARINASabato 13 e domenica 14 aprile 2024 a Budrio si entra nel vivo di Festival Internazionale dell'Ocarina, manifestazione che celebra lo strumento-simbolo del patrimonio culturale budriese, promossa dal Comune di Budrio, con il patrocinio di: Comune di Bologna, Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna e realizzata da Fondazione Entroterre in collaborazione con G.O.B., Associazione Diapason APS, Associazione culturale Il temporale. Partner del festival è TPER. Si ringrazia per il sostegno Banca di Bologna.
Si presenta ricca e variegata la sezione dedicata in questi ultimi giorni all'Extra Oca, che nasce con l'intento di portare alla scoperta tutte le sfaccettature del caratteristico strumento. Una selezione di visite a tema per il centro storico di Budrio, presentazioni di libri, offerte speciali di brunch a tema ocarina, fino all'Extra-Oca per eccellenza: i mercatini, siti all'interno del portico di Piazza Antonio da Budrio, costruttori e rivenditori provenienti da tutto il mondo presentano una straordinaria varietà di prodotti e modelli d'ocarina.
La giornata di Sabato 13 propone anche due importanti appuntamenti della sezione live: alle 10.00 Ocarithon, maratona musicale in cui sei formazioni provenienti da tutto il mondo si alternano nella suggestiva Sala Ottagonale alle Torri dell'Acqua: quattro intense ore di esibizioni in cui lo strumento nato a Budrio si racconta nelle molteplici vesti del suo lungo viaggio, fino al Paese del Sol Levante (via Benni 1, Budrio).
Alle 21.00 il G.O.B., Gruppo Ocarinistico Budriese - storico gruppo che perpetra la tradizione musicale più che centenaria, che ha legato per sempre il nome di Budrio a quello dell'ocarina- è protagonista, insieme all'Orchestra Giovanile BenTIVoglio - un'orchestra giovanile composta da 40 elementi, a partire dai 13 anni di età- del concerto di gala che vede esibirsi congiuntamente ocarinisti di oggi e domani riuniti sul palco del Teatro Consorziale di Budrio in un repertorio che spazia dai grandi autori classici fino ai più noti compositori contemporanei (ore 21:00, via Garibaldi, 35-Budrio).

Non mancano, inoltre, momenti di approfondimento dell'ocarina e della sua storia.
Con Oca Tour, con l'Associazione Diapason-Progetti Musicali APS, si va alla scoperta delle origini dello strumento e dei luoghi da cui ha preso il volo per conquistare il mondo. Guest d'eccezione, il Pastore anglicano Edward Mezzetti, bis-bisnipote di Alberto Mezzetti, personalità di assoluta importanza per il mondo ocarinistico, con cui si ripercorrono le avventure professionali di Alberto ed Ercole Mezzetti, costruttori di ocarine dal 1870 e successivamente emigrati rispettivamente a Londra e Parigi (ore 15.00 partenza da Via Guglielmo Marconi, 4 Budrio).
Grazie, invece, ai laboratori di Oca Kids, ragazzi e adulti hanno la possibilità di entrare nelle sonorità e nelle peculiarità di questo famoso strumento: L'ocarina nella musica irlandese è, infatti, il laboratorio tenuto dal musicista e costruttore Robert Hickman in cui si sperimentano le sonorità irlandesi con l'ocarina, si impara come adattare la musica irlandese all'ocarina in modo simpatico e come riconoscere i diversi tipi di melodia (Polkas, Jigs, Hornpipes e Reels) (ingresso su prenotazione, ore 11 e domenica stessa ora. Le Torri dell'Acqua, Via Benni, Budrio); mentre Intonazione e Creazione delle Ocarine è il particolarissimo laboratorio, in cui Kurt Posch condivide con il pubblico la sua passione di costruttore autodidatta di ocarine (il laboratorio sarà in lingua inglese ore 16, Le Torri dell'Acqua, Via Benni, Budrio).

La serata si conclude al Teatro Consorziale all'insegna del ballo con Oca party, serata con il DJ Farrapo e ocarinisti a sorpresa, tra i quali la virtuosa dello strumento, la cinese Jingya Liu ( 23:00, Via Garibaldi, Budrio).

Domenica 14 (ore 11.30) il Teatro Consorziale ospita il Concerto Finale: gli allievi del Conservatorio (classe di Emiliano Bernagozzi), i solisti del GOB e una tra le migliori orchestre d'ocarina d'Oriente: la CTS Ocarina Orchestra sono insieme sul palco per celebrare congiuntamente la rinnovata edizione del Festival dell'Ocarina 2024 (Via Garibaldi, 35-Budrio).
Diversi gli che eventi precedono Il concerto:
Alle 10.00 presso Le Torri dell'Acqua (via Benni,1 Budrio) presentazione di Ocarina Mundial, avventuroso e appassionante racconto dei budriesi Simone Grassi e Francesco Coiro sulla storia e la diffusione dell'ocarina nel mondo. Nello stesso luogo, alle 11.00, prosegue il laboratorio con Robert Hickman dal titolo L'ocarina nella musica Irlandese in cui si sperimentano le sonorità irlandesi con l'ocarina, si impara come adattare la musica irlandese all'ocarina in modo simpatico e come riconoscere i diversi tipi di melodia (Polkas, Jigs, Hornpipes e Reels) ( ingresso su prenotazione, Le Torri dell'Acqua, Via Benni, Budrio);
Alle 10.30, presso il Centro Sociale La Magnolia (via Bianchi 31, Budrio) il Pastore Mezzetti officia una speciale funzione, Ocarina & Amazing Grace, promossa dall'Associazione Chiesa Evangelica La Piazza, in onore del significato simbolico e storico dell'ocarina per la comunità budriese. La funzione è allietata dagli ocarinisti della Scuola Comunale di Ocarina Vincenzino Grimaldi, che suonano l'inno Cristiano Inglese "Amazing Grace - Stupenda Grazia". A seguire, delizioso pic-nic.

L'iniziativa rientra tra le attività volte alla riscoperta e alla divulgazione del patrimonio culturale di Fondazione Entroterre, che coraggiosamente prosegue nella sua opera di esplorazione, studio e valorizzazione delle tante ricchezze culturali dei territori, riportandole alla vita per condividere la loro capacità di continuare a ricordarci chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.

Il Festival Internazionale dell'Ocarina è promosso dal Comune di Budrio, con il patrocinio di: Comune di Bologna, Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna.
Realizzato da Fondazione Entroterre in collaborazione con G.O.B., Associazione Diapason APS, Associazione culturale Il temporale.

Redazione

Comune di Cagli e Pesaro Musei: Mostra personale di Giovanni Termini "Come la metti sta"

E-mail Stampa PDF

Palazzo Tiranni-Castracane Cagli Ph Michele Alberto Sereni"Come la metti sta" a cura di Marcello Smarrelli, direttore artistico di Pesaro Musei, in programma nei suggestivi spazi del cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, dal 13 aprile al 30 giugno 2024

Nell'ambito di Pesaro "Capitale italiana della Cultura 2024" e del progetto di dossier "50x50 Capitali al quadrato", il Comune di Cagli e Pesaro Musei presentano la mostra personale di Giovanni Termini, Come la metti sta, a cura di Marcello Smarrelli, direttore artistico di Pesaro Musei, in programma nei suggestivi spazi del cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, dal 13 aprile al 30 giugno 2024.

L'esposizione, organizzata con la collaborazione di Cariaggi, storica filatura di Cagli, presenta una selezione di opere scultoree di cui una inedita e site-specific che dà il titolo alla mostra. La scelta del percorso espositivo segue le coordinate che orientano il programma di Pesaro 2024, relative al rapporto tra arte, natura, tecnologia, elementi che rappresentano altrettanti cardini della ricerca dell'artista.

"I segni che il tempo ha impresso nelle splendide sale di Palazzo Tiranni-Castracane in disuso da anni - spiega Marcello Smarrelli - creano una profonda risonanza con il modus operandi di Giovanni Termini. Spesso gli intonaci consumati lasciano intravedere la stratificazione degli affreschi, le strutture dei muri e delle volte, rivelando gli artifici tecnici della costruzione, quasi che l'intero palazzo sottratto al flusso del tempo, in virtù di uno scarto concettuale, sia diventato un ready-made, assunto esso stesso dall'artista a opera d'arte autografa".

Nato ad Assoro (EN) nel 1972, ma pesarese d'adozione, Giovanni Termini si colloca in una traiettoria della scultura contemporanea italiana che parte da Lucio Fontana fino all'esperienza dell'Arte Povera. Le sue creazioni sono permeate da un vitalismo materico fondato sul reimpiego e la rielaborazione di oggetti prelevati dalla realtà, configurandosi come "manufatti" che rivendicano esplicitamente una tecnologia di esecuzione. Un processo che si apre al dettato dei materiali, delineando una narrazione intorno all'uomo e alla sua natura. Fermamente situato in uno spazio e proiettato in una dimensione temporale, l'artista in un'intervista dichiara: "Penso che la creatività si nutra proprio dei conflitti che cerca, inutilmente, di sedare. Non vedo altri stimoli alla ricerca".

Il senso del fare che muove Termini si esplicita nella serie delle opere esposte, che si misurano con il tema del lavoro a partire proprio dall'installazione site-specific Come la metti sta (2024), realizzata con materiali provenienti dall'azienda Cariaggi, in stretto dialogo con l'architettura della sala che la ospita caratterizzata da una decorazione blu ottenuta con l'utilizzo del guado, fino ad arrivare a Dialogo costruttivo (2017), opera dedicata al grande maestro Eliseo Mattiacci, originario di Cagli.

L'universo produttivo che esplora è spesso legato all'atto del costruire e allo spazio del cantiere, qui ricorrente attraverso il travestimento poetico di strumenti tecnici, come il trabattello usato nell'opera Hully Gully (2022). Sempre al contesto del lavoro si può riportare Circoscritta (2016), opera concepita originariamente a commento della tradizione vivaistica della città di Pistoia, apertamente ispirata al Manifesto del terzo paesaggio del celebre giardiniere e paesaggista francese Gilles Clément, che introduce il tema del rapporto con la natura. Quest'ultima è intesa sempre in relazione all'uomo, parte del suo stesso essere, ma in un equilibrio precario che sembra governare tale rapporto. Una precarietà che ricorre come principio fondante della sua grammatica scultorea, spesso attraverso l'inserimento di elementi "incongrui", come in Tappeto in-solido (2021) o ne L'equilibrio dell'incongruo (2018), che sorprendono l'ordinaria percezione dello spettatore.

Intorno alla materia si gioca di fatto una partita decisiva nel lavoro dello scultore, che fa spesso ricorso a oggetti ordinari sottoposti a processi di manipolazione tecnologica come la galvanizzazione, impiegata ad esempio in Cordone (2021) e ne La specularità delle divergenze (2022).

Questo trattamento, solitamente applicato alle superfici metalliche per incrementare la resistenza alla corrosione, rappresenta per l'artista un tentativo di rispondere alla vitalità dei materiali, di arrestarne l'inevitabile decadimento fissandone l'aspetto. Si tratta, tuttavia, di un tentativo destinato alla sconfitta, in quanto l'alterazione chimico-fisica prosegue comunque sotto il rivestimento metallico, consegnando l'opera al paradosso dell'ambiguità.

Un interesse plastico è evidenziato da Termini anche nel ricorso ad altri media, come la fotografia. Nel dittico La misura di una distanza (2022-23), parte della superficie dell'opera è rimossa svelando il supporto metallico, conferendo visibilità e, conseguentemente, rilievo al supporto dell'immagine.

In occasione della mostra Giovanni Termini, Come la metti sta sarà pubblicato un catalogo a cura di Simone Ciglia, edito da Arti Grafiche della Torre.

Giovanni Termini è nato ad Assoro (En) nel 1972; vive e lavora a Pesaro.
Ha esposto in Italia e all'estero. Tra le mostre personali: Consuete attenzioni, Galleria Vannucci, Pistoia; L'umanità degli oggetti. Jason Dodge, Giovanni Termini, Kappa Noun, San Lazzaro di Savena, Bologna; (Criteri generali per la) messa in sicurezza, Otto Gallery, Bologna; È vietato eseguire lavori prima di avere tolto la tensione, Galleria Vannucci, Pistoia; Visioni d'insieme, Mac Museo di Lissone; Grado di tensione, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo; Innesti, Galleria Vannucci, Pistoia; Disarmata, Fondazione Pescheria, Pesaro; Zona franca, Galleria Pio Monti, Roma; Da quale pulpito, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia.
Tra le collettive: Upcycle, Residenza dell'Ambasciata d'Italia, Berna, Svizzera; The new abnormal. Straperetana, Pereto (AQ); La forma della terra, Fondazione Menegaz, Castelbasso; Opera morta, Otto Gallery, Bologna; Arte e tecnologia, Museo di Lan Wan, Qingdao, Cina; DISIO. Nostalgia del futuro, Sala Tac, La Caja, Istituto Italiano di Cultura, Caracas, Venezuela; Rilevamenti #1, CAMUSAC, Cassino; Au Rendez-Vous des Amis, Palazzo Vitelli Fondazione Burri, Città di Castello; XV Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni; I Premio Internazionale Giovani Scultori, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano.

( Credit photo: Michele Alberto Sereni )

Redazione

Pagina 5 di 87