Chi non ha mai sentito parlare di Batman? Penso ben pochi. Chiariamoci subito però... non parlo di "er Batman" , ma di quello serio, che lotta per la giustizia, seppure un po' a modo suo, di quello che prima ci ha fatto compagnia nei giornali a fumetti e poi nei tanti film che lo vedono protagonista. Le avventure dell'uomo-pipistrello, creato dalla fervida fantasia di Bill Finger, sono ambientate in una città chiamata Gotham City (avente molte somiglianze con New York) e questo, qualcuno potrà osservare, è risaputo, ma forse non tutti sanno che esiste veramente un paesino che fa di nome Gotham. E' in Gran Bretagna, nella contea inglese del Nottinghamshire per la precisione. Questo tranquillo villaggio di campagna ha circa 1600 abitanti e affonda le proprie origini intorno al XII secolo. Sembra che il significato della parola "gotham" , in un inglese oramai desueto, sia " fattoria/casa delle capre". L'amena località non deve però tanto la sua fama agli allevamenti di quelle simpatiche bestiole quanto al fatto che un tempo gli abitanti di Gotham venissero indicati, diciamo, come persone dall'intelligenza poco vivace....ma c'è anche una versione diversa, una storiella legata a Re Giovanni, quello soprannominato "Senza terra" ,che ritroviamo nella leggenda di Robin Hood dipinto, forse non del tutto a ragione, come incapace e cattivo. Si racconta che il Re volesse far costruire una strada da quelle parti e che gli scaltri abitanti di Gotham, per evitare di dover partecipare alla realizzazione dell'opera e di doverne poi anche curare la manutenzione, si fossero finti folli. Furono così convincenti che indussero gli emissari del Re a modificare il tracciato della strada e allontanarla dal villaggio perché si convinsero che erano tutti in preda alla pazzia che all'epoca era ritenuto contagiosa. "The wise men of Gotham" o anche "The fools of Gotham" si può trovare raccontata anche con delle varianti, ma il significato è lo stesso, gli umili ma svegli contadini riescono ad ingannare gli orgogliosi cavalieri del Re facendosi passare per stupidi.
Per concludere si può ricordare che fu uno scrittore americano del XIX secolo, Washington Irving, in un sua opera, a dare a New York, quale soprannome, quello del piccolo villaggio inglese.
Pa.Ri
Gotham City la città di Batman. Non tutti sanno che.. .
Bologna Teatro Dehon, in scena: " Visita parenti "
Giovedì 23 maggio al Teatro Dehon via Libia 59 Bologna, ore 21.00 LE SALAMANDRE, il gruppo teatrale dell'Associazione IL SENO di POI ODV, torna in scena con un nuovo spettacolo dal titolo VISITA PARENTI. Il gruppo, guidato da Tita Ruggeri, questa volta si confronterà con un testo che unisce la commedia brillante al giallo; tra colpi di scena e battute taglienti le attrici tenteranno di risolvere insieme al pubblico alcuni piccoli grandi misteri! Lo spettacolo è nell'ambito della 18^ edizione della rassegna "Diverse abilità in sena" promossa dall'associazione Gli amici di Luca a cura di Fulvio De Nigris. Ingresso a offerta libera.
L'Associazione IL SENO DI POI ODV ha costituito da anni questo gruppo che attraverso laboratori teatrali sostiene e accompagna donne con diagnosi di tumore al seno.
Non a caso il gruppo si sente rappresentato simbolicamente dalla SALAMANDRA, l'animale che, secondo molte antiche leggende, si pensava fosse l'unico in grado di rigenerarsi. Il prodigioso anfibio grazie alla propria forza e alla propria resistenza pare sia capace di vincere il fuoco, di sconfiggere addirittura le fiamme del male.
Al Teatro Dehon di Bologna in scena: "Don Camillo e Peppone"
Al Teatro Dehon di Bologna il 25 e 26 maggio, sabato ore 21 e domenica ore 16, in scena la Compagnia La Ragnatela in "Don Camillo e Peppone" di Guido Ferrarini, dai racconti di Giovannino Guareschi. Regia di Vincenzo Forni.
Tutti abbiamo visto in tv i film con Fernandel e Gino Cervi tratti dai racconti di Guareschi ambientati in "quel Mondo Piccolo piantato in qualche parte dell'Italia del nord, in quella fetta di terra grassa e piatta che sta fra il fiume e il monte, fra il Po e l'Appennino, dove la nebbia densa e gelata opprime l'inverno e d'estate un sole spietato picchia martellate sui cervelli della gente; quel paese tra il Crocefisso e le bandiere rosse dove tutto si esasperava, le passioni politiche esplodevano violente, ma gli uomini rimanevano sempre uomini".
Con un omaggio a Guido Ferrarini, che nel 1988 ne trasse un testo teatrale, verrà fatta rivivere l'atmosfera dell'Italia paesana del secolo scorso, quando i nonni di oggi e la Repubblica Italiana erano neonati.
Compagnia La Ragnatela
La Ragnatela è una compagnia teatrale di Bologna che esiste da 24 anni, nata per il piacere di fare teatro nelle sue forme e insieme crescere. Ha iniziato in punta di piedi fino a cementarsi in programmi sempre più impegnativi. Conta di 70 partecipanti.
Ha spaziato dalla Prosa in italiano (A scatola chiusa, L'importanza di chiamarsi Ernesto, Il Vizietto, Don Camillo e Peppone, Le bugie hanno le gambe corte,...) a quella in dialetto (Tern al lot, Vlaggn pr i pondig, L'anvaod dal sgner curet, E s'al tourna, ...) ai musical (Aggiungi un posto a tavola, Pinocchio il grande musical, 7 spose per 7 fratelli, La Bella e la Bestia, Sister Act, The Rocky horror Show, Frankenstein Junior, The Prom).
Redazione
Teatro Dehon Bologna. Diverse abilità in scena: "Siamo saliti fino al mare"
Lunedì 20 maggio lo spettacolo delle scuole Don Milani nel centenario della nascita di Don Milani
Bologna. Lunedì 20 maggio al Teatro Dehon via Libia 59 Bologna, ore 21.00 la classe 5 C della Scuola Primaria Don Milani nell'ambito della 18^ edizione della rassegna "Diverse abilità in sena" promossa dall'associazione Gli amici di Luca a cura di Fulvio De Nigris presenta lo spettacolo SIAMO SALITI FINO AL MARE coordinamento di Mara Vapori nell'ambito delle celebrazioni del centenario della nascita di Don Lorenzo Milani.
Ingresso ad offerta libera a favore della Casa dei Risvegli Luca De Nigris.
I bambini della scuola Don Milani, grazie alla insegnante Anna Maria Catalano e all'attrice e regista Mara Vapori da venti anni (quanti ne festeggia quest'anno la Casa dei Risvelgi Luca De Nigris) promuovono spettacoli con i bambini a favore dell'associazione Gli amici di Luca.
«Quest'anno è particolarmente significativo – dice Fulvio De Nigris curatore della rassegna - che proprio la scuola Don Milani così attenta all'uso del teatro presenti uno spettacolo proprio dedicata a questa grande figura che promuoveva l'inclusione e la parità culturale e la sperimentazione».
Dalle note di regia sullo spettacolo:
«C'è un mare a Barbiana, come non se ne vede altrove. Costruito da piccole mani che cercavano di immaginarselo
A guardarlo con gli occhi che si hanno ora, fa un po' tenerezza: neanche una piscina, eppure è stata una delle tante sfide vinte da chi voleva che i propri ragazzi conoscessero quanto possibile... ed anche buona parte dell'impossibile.
Portare il mare in montagna è un sogno, un'utopia. Eppure nella condivisione, questa utopia diventa realtà.
Qual è la nostra piscina, il nostro oceano montanaro in questo mondo?
Spettacolo "su" Don Milani, o almeno su alcuni suoi pensieri, sull'effetto che hanno fatto ai bambini, su come ce li siamo spiegati, sul nostro viaggio a Barbiana... E come dice uno dei nostri giovanissimi attori "una gran confusione, insomma"!».
Redazione
Bologna Festival. Concerto-reading "’L'affare Vivaldi" con Federico Maria Sardelli
Apre il 20 maggio la settimana di concerti, incontri e film dedicati a Vivaldi
Ideato da Bologna Festival, PROSPETTIVA VIVALDI è un progetto che si articola in concerti-reading, proiezioni cinematografiche, visite e incontri proposti in diversi spazi della città, dal 20 al 23 maggio, tra la Chiesa di Santa Cristina della Fondazza, il Museo della Musica e il Cinema Modernissimo. Ad apertura della settimana vivaldiana, lunedì 20 maggio ore 20.30, Chiesa di Santa Cristina della Fondazza, Federico Maria Sardelli, oggi annoverato tra i più autorevoli interpreti e studiosi di Vivaldi, con il suo Ensemble Modo Antiquo propone il concerto-reading L'affare Vivaldi, il racconto appassionante di un patrimonio musicale vasto e complesso, tra oblio e riscoperte. In programma Sonate e Concerti per violino e archi di Vivaldi.
Secondo concerto-reading, Il volto di Vivaldi, in prima assoluta, il 23 maggio ore 20.30, nella Chiesa di Santa Cristina della Fondazza, sempre con Federico Maria Sardelli e il suo Ensemble Modo Antiquo.
Federico Maria Sardelli. Direttore, musicologo, compositore e flautista, Federico Maria Sardelli, insieme alla sua orchestra barocca Modo Antiquo, svolge attività concertistica in tutta Europa. Presente nei maggiori festival di musica antica, è direttore ospite di numerose altre orchestre, tra cui la Gewandhausorchester di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l'Orchestra da Camera di Mantova e l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali. Tra i massimi esperti di Vivaldi, ha fortemente contribuito alla rinascita del teatro musicale vivaldiano con riscoperte e prime rappresentazioni in tempi moderni di molti inediti del celebrato compositore veneziano. Ha riportato in scena l'opera Motezuma (Rotterdam, 2005) e l'opera Atenaide (Firenze, 2006); ha riscoperto e ricostruito l'Orlando furioso, dirigendolo in prima mondiale al Festival di Beaune e registrandolo per l'etichetta Naïve.
Fa parte del comitato scientifico dell'Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Cini di Venezia e nel 2007 è diventato il responsabile del Vivaldi Werkverzeichnis (RV), quando Peter Ryom lo ha incaricato di continuare la sua monumentale opera di catalogazione della musica di Vivaldi. Dirige la collana di musiche in facsimile «Vivaldiana» e ha pubblicato il Catalogo delle concordanze musicali vivaldiane e il volume La musica per flauto di Antonio Vivaldi. Di rilievo anche la sua produzione discografica, dedicata sia a Vivaldi che a Corelli, di cui ha ricostruito e inciso in prima mondiale i Concerti Grossi Op.VI. Saggista ma anche scrittore dalla vena satirica, ha pubblicato per Sellerio il romanzo storico L'affare Vivaldi (Premio Comisso 2015 per la narrativa) e il saggio "investigativo" Il volto di Vivaldi dove intreccia pittura, musica e storia nella ricerca del vero volto del "Prete Rosso", saggio di carattere scientifico da cui è scaturita una messa in scena a metà fra la narrazione e il concerto, il concerto-reading Il volto di Vivaldi, presentato in prima nazionale a Bologna Festival, nell'ambito del progetto "Prospettiva Vivaldi".
Recenti le pubblicazioni di altri due volumi: Lucietta. Organista di Vivaldi (2023) e Vivaldi secondo Vivaldi. Dentro i suoi manoscritti (2024).
Ensemble Modo Antiquo. Fondata da Federico Maria Sardelli nel 1987, l'orchestra barocca Modo Antiquo riunisce alcuni dei migliori strumentisti oggi attivi nel campo della musica antica. Una profonda conoscenza delle prassi esecutive storiche e un gusto spiccato per il virtuosismo strumentale ne fanno uno degli ensemble più apprezzato a livello europeo, presente in festival di prestigio e rinomate istituzioni musicali. Sotto la direzione di Sardelli l'ensemble ha eseguito e registrato in prima mondiale le opere vivaldiane Arsilda Regina di Ponto, Tito Manlio, Orlando Furioso, spesso esibendo cast "stellari" come quello scelto per la registrazione di Atenaide: Sandrine Piau, Vivica Genaux, Guillemette Laurens, Romina Basso, Nathalie Stutzmann e Paul Agnew. Ha inoltre registrato, perlopiù per l'etichetta francese Naïve, l'integrale delle Cantate e dei Concerti per traversiere di Vivaldi, i Concerti "di sfida" con il violinista barocco Anton Steck, i Concerti per molti istromenti, i Concerti di Parigi e una antologia di arie inedite con Anna Caterina Antonacci. Più recente, la prima incisione mondiale dei Concerti per Anna Maria, in cui riprendono vita, grazie ad una meticolosa ricostruzione, sei spettacolari concerti che Vivaldi dedicò alla sua allieva prediletta.
Redazione
“L’incantesimo della realtà” Roberta Serenari a Colle Ameno
Mostra personale a Villa Davia dal 18 maggio al 14 luglio
Sasso Marconi. Arte nuovamente protagonista al borgo di Colle Ameno: chiusa la mostra dedicata al 150° di Guglielmo Marconi, sabato 18 maggio, negli spazi del complesso settecentesco situato a Pontecchio, inaugura "L'incantesimo della realtà", mostra personale di Roberta Serenari. In un luogo ricco di storia e da sempre legato all'arte come Colle Ameno, la mostra propone un viaggio attraverso la ricca produzione artistica di Roberta Serenari, pittrice bolognese che vive e lavora a Sasso Marconi e ha all'attivo numerose mostre in Italia e all'estero.
Il percorso espositivo, allestito nelle sale di Villa Davia, comprende una selezione di opere dagli anni '80 ad oggi: dipinti realizzati con la tecnica della pittura a olio e ispirati al mondo della fiaba, del sogno, dell'infanzia. Rivisitando in chiave intima e attuale l'atmosfera onirica della pittura metafisica e surrealista, nei suoi lavori Roberta Serenari dà forma e colore a figure femminili iconiche ed enigmatiche, immerse in una dimensione magica e senza tempo: creature inafferrabili che richiamano temi come la fugacità del tempo, il senso dell'attesa e il timore del cambiamento, diventando simboli di un viaggio fantastico tra sogno e realtà.
La mostra "L'incantesimo della realtà" è organizzata dal Comune di Sasso Marconi - Assessorato al Turismo con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, Città metropolitana di Bologna e il sostegno di EmilBanca Credito Cooperativo e del Comitato Soci Emil Banca Sasso Marconi-Marzabotto.
"E' un piacere ospitare un'artista sassese negli spazi espositivi di Villa Davia", dice l'Assessora al Turismo del Comune di Sasso Marconi, Marilena Lenzi. "La maestria della tecnica pittorica di Roberta Serenari e il suo messaggio artistico ben si sposano con la nobiltà del luogo: le ampie sale della villa accolgono la magia dei dipinti e li esaltano, collocandoli in una dimensione di tempo sospeso dove la storia e il passato si fondono con le immagini in un eterno presente".
Serenari e le suggestioni evocate da un luogo ricco di storia e fascino come Colle Ameno".
INAUGURAZIONE
Sabato 18 maggio ore 17 con taglio del nastro e visita guidata al percorso espositivo.
Insieme all'artista intervengono il Sindaco e l'Assessora al Turismo del Comune di Sasso Marconi
e Valerio Bignami, Coordinatore del Comitato Soci Emil Banca Sasso Marconi-Marzabotto.
L'inaugurazione sarà preceduta (h 16) da una visita guidata al borgo di Colle Ameno (costo 7 €, info
e prenotazioni c/o l'ufficio turistico infoSASSO, tel. 051 6758409 -
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)
ORARI DI APERTURA
Venerdì, sabato e domenica h 16-20
Redazione
Alberto Gallingani e il Metarealismo, un viaggio che guarda “oltre” e segna il punto di partenza
Un uomo riservato che esprime la socialità sulla tela, l'inedita intervista al Maestro che sta portando la pittura in territori inesplorati
Un incontro suggestivo quello con Alberto Gallingani, reso magico dalla cornice artistica del suo studio di Firenze avvolto dal sibilo del forte vento di una giornata primaverile. Il Maestro nonostante tanti anni di attività, dipinge dagli anni '60, con periodi trascorsi in Francia e Germania negli anni '70 e '80 con il ciclo artistico "Lettere da Berlino", mostre e grande apprezzamento della critica nel raccontarsi sprigiona, meravigliosamente, un entusiasmo come si può trovare nel bambino che ha scoperto il giardino segreto.
Come nelle parole della famosa canzone "E' questione di feeling" dopo aver parlato casualmente di ciclismo, passione che ci accomuna, l'intervista si è trasformata in una amichevole chiacchierata, come due amici al bar, sull'arte e specificatamente sul "Metarealismo", la nuova corrente artistica, della quale Gallingani ne è senza dubbio padre, nata come per implosione dei tanti schemi stereotipati e paragonabile, musicalmente parlando, a ciò che accadde con il Funky negli Stati Uniti a metà degli anni sessanta...la gemma da cui sono nate nuove forme sonore artistiche.
La narrazione di Gallingani sulla nascita del Metarealismo, che ufficialmente porta come data anagrafica del 20 aprile 2020, stimola la voglia di conoscere, chiedere e capire la destinazione di un viaggio che oggi non ha punti cardinali prestabiliti ma chiare le coordinate del punto di partenza...Un viaggio solitario, iniziato con i primi lavori negli anni '62 e '63 e con la continua elaborazione, studio e sperimentazione alimentata da una diversa visione di come comunicare con l'arte.
Il Metarealismo cambia definitivamente il linguaggio abbandonando gli stilemi novecenteschi, la figura, il paesaggio e il punto di fuga, creando un suo alfabeto proprio. Una nuova lingua artistica che, abbandonato il punto di vista rinascimentale, si esprime, nella sua socialità, non più con un linguaggio orizzontale ma con un linguaggio "circolare" che comunica e trasmette emozioni miscelando lettere, parole, numeri arricchiti dal colore e trova la forza comunicativa ai lati del quadro stesso dando così la possibilità di percepire contestualmente avvenimenti in luoghi e tempi diversi.... Potremmo parlare di multicentrismo, comunicare più eventi, a differenza di un dipinto del '900 che ferma con l'immagine un evento già accaduto il Metarealismo racconta senza tempo, ieri, oggi e domani....
Nell'attuale contesto geopolitico e socio-culturale, le opere di Gallingani esprimono una emozionalità legata alla realtà quotidiana sempre più tra "luci e ombre", lavori che trovano l'energia artistica nelle notizie, nei rumori di sottofondo e nelle speranze della collettività... l'artista, come sottolinea il maestro, quando dipinge non è solo. Come nella commedia greca c'è l'io, il protagonista, che dà la propria versione dei fatti ma c'è anche il coro, che rappresenta la collettività, che dà la sua versione dei fatti stessi determinando così uno spazio tempo evoluto... l'esterno e l'interno, l'io e il noi, il soggettivo e l'ogettivo ...tutto questo si può definire Metarealismo.
Siamo difronte ad una nuova frontiera dell'arte, che guarda "oltre" cosi come lo è anche il suo "Manisfesto" che non ha nulla a che vedere con il classico documento novecentesco del "noi dichiariamo che, noi vogliamo che..." ma un lavoro audiovisivo che vuole dimostrare che vi è anche una realtà altra.
Incontrare Alberto ritengo, senza dubbio, sia stato un momento di crescita culturale, artistica e umana, concludo ponendogli alcune domande, nella convinzione, che il Metarealismo come fu il funky sarà una nuova fonte di ispirazione per gli artisti di oggi e domani. Il viaggio è solo iniziato...
Il tuo percorso artistico quando nasce e cosa ti ha avvicinato alla pittura?
In questa risposta dimora tutta l'imponderabilità del fato... è incredibile ma ho sempre saputo che avrei fatto il pittore, anche quando inciampai nel diniego di mio padre al consiglio del maestro Gallini, dopo l'esame di quinta elementare, di farmi intraprendere da subito gli studi artistici non persi la speranza, non avevo la possibilità di oppormi ma continuai a sognare di "fare il pittore" anche se non sapevo assolutamente cosa volesse dire. Poi la vita irrompe, mio padre muore improvvisamente... momenti terribili facevo la seconda industriale, poi lentamente la vita riprende il suo corso... mia madre mi dice: percorri la strada che vuoi, con difficoltà ma ce la faremo. Continuo fino alla licenza, vado ancora avanti ma presto giunge il tempo delle scelte, lascio la scuola e la mia fortuna fu di ritrovare un professore (amico di famiglia) di tecniche artistiche e storia dell'arte in un Liceo fiorentino, fu il mio Pigmalione... dopo due anni mi disse: sei pronto, dimentica tutto e vai! Così iniziai il mio dipingere.
Dal tuo primo concorso artistico ad oggi quali cambiamenti senti maggiormente?
I primi anni furono di apprendistato, piccole mostre e amicizie molto ristrette ma la cosa a cui tenevo e perseguivo con la tenacia della mia mente libera era quello che mi ero imposto; entrare nell'ambiente artistico fiorentino dalla porta principale. Ho vissuto quegli anni in grande solitudine, ma non mi pesava visto il mio carattere di allora. Quello che cercavo accadde, venni in contatto con colui che in quegli anni, 1959, era considerato la punta avanzata della pittura a Firenze, Vinicio Berti che mi è stato amico e maestro. Quello fu il primo e importantissimo cambiamento, il primo dei tanti avvenuti nella mia lunga vita di pittore vissuta sempre nel nome dell'arte e mai per altre convenienze.
Il Metarealismo quando e come nasce?
Il Metarealismo nasce nel 2020 il 20 Aprile in piena pandemia, bolla metastorica che sovrastava lo scorrere dei giorni a tutti i livelli, è figlio del lockdown. Anche allora in solitudine riflettevo su quel tempo sospeso, ero convinto che niente sarebbe tornato come prima e anche l'arte doveva prenderne atto... vivevamo in una accellerazione spazio/temporale che urgeva prendere in considerazione, il reale che ci sovrastava era una variante di quello che stavamo vivendo, una realtà che andava oltre... era Metarealismo. Quel giorno pubblicai sui social, unico mezzo di comunicazione in possesso questo post:
Nella nuova strada intrapresa la prima opera realizzata è di colore nero e bianco, colori acromatici, oggi troviamo giallo, verde e rosso .....ci sono significati cromatici specifici?
No, fu una scelta linguistica e caratterizzante; iniziavo un percorso che consideravo innovativo e originale... e dovevo scegliere, parlando di pittura, per prima cosa ai colori che avrei usato. Sentivo lontani tutti gli stilemi e mezzi coloristici novecenteschi e quelli delle prime esperienze astratte quindi la scelta è stata relativamente facile; userò il bianco, il nero ed i colori primari.
Il Metarealismo mira, nel tempo, ad avere un importante potere evocativo?
Unirà rappresentazione diretta (accadimento) e suggestione della memoria... spazio/temporalità evoluta (superando le teorie delle avanguardie novecentesche) ... renderà "udibili" le voci degli esclusi... difenderà il pianeta dalle sconsiderazioni degli umani... e renderà reale un sogno (ricordi il fato?): sarà una nuova classicità che evocherà nuove visioni artistiche e nuovi traguardi sociali.
Daniele Baldini
BOOKS, Bologna art books festival: Festival del libro dedicato ai libri d'arte e d'artista
Il 24, 25 e 26 maggio 2024 al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Bologna - Dopo il successo della prima edizione, Danilo Montanari Editore, in collaborazione con MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna, presenta la seconda edizione di BOOKS, il festival dedicato ai libri d'arte e d'artista, che avrà luogo presso la Sala delle Ciminiere del MAMbo da venerdì 24 a domenica 26 maggio 2024.
Nato dall'idea di non disperdere l'eredità di due manifestazioni fondamentali del settore - Artelibro, il Festival del Libro d'Arte che si è svolto a Bologna dal 2003 al 2014, e FLAT - Fiera Libro Arte Torino, appuntamento internazionale che ha animato il capoluogo piemontese dal 2017 al 2019 - BOOKS si posiziona in un segmento "laterale", seppur non strettamente alternativo al fenomeno delle fiere, con l'obiettivo di proporre, grazie al libro come medium, contenuti e occasioni che facilitino il rapporto diretto, di conoscenza e scambio, tra artisti e collezionisti, senza rinunciare a una vocazione di mercato.
Per la seconda edizione di BOOKS, gli ampi spazi della Sala delle Ciminiere accoglieranno 36 espositori, librai ed editori del settore, italiani e internazionali, presenti con veri e propri progetti sul libro d'arte: non stand, ma tavoli di approfondimento concentrati su un numero limitato di titoli, non superiore alle 100 unità per espositore.
All'interno della Sala delle Ciminiere verranno inoltre proposti focus espositivi che intendono evidenziare la qualità e la storicità dell'editoria d'arte italiana con una selezione di edizioni e opere originali di Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti e Ketty La Rocca che saranno visibili al loro interno grazie a dei dispositivi presenti in loco. Tra i volumi esposti si segnalano Leggere (Giovanni Anselmo, 1972 Sperone, Torino), Machiavelli30 (Vincenzo Agnetti, 1978, Guanda, Milano) e In principio erat (Ketty La Rocca, 1971, Edizione Centro Di, Firenze).
Ad arricchire questa edizione del festival, Andrea Pazienza a Bologna 50 anni dopo, un omaggio che illustra il percorso creativo dell'artista con una serie di edizioni originali di libri, fascicoli di riviste, copertine di dischi, poster ed ephemera, e l'esposizione di alcuni libri di Mario Diacono protagonista di una video intervista trasmessa in Sala delle Ciminiere.
BOOKS sarà l'occasione per la bottega Anonima Impressori (Via San Carlo 44, Bologna) di proporre una dimostrazione di stampa tipografica con caratteri mobili in piombo e legno.
L'allestimento di BOOKS è anche pensato per favorire lo scambio conviviale: al centro della Sala delle Ciminiere troverà spazio un'area lounge che accoglierà una serie di talk con autori e collezionisti intorno ai focus espositivi che arricchiranno di stimoli i tre giorni di festival. Tra questi, si segnalano quelli con Luca Cerizza e Vincenzo Sparagna.
BOOKS è a cura di Danilo Montanari e Lorenzo Balbi e si avvale di un comitato scientifico composto da Silvia Alessandri, Mario Diacono, Liliana Dematteis e Giovanna Pesci.
Anche per questa seconda edizione, l'immagine guida è affidata all'artista Paolo Ventura.
L'iniziativa espositiva fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna - Territorio Turistico Bologna-Modena.
Si ringraziano per la collaborazione Archivio Michelangelo Vasta, Archivio Agnetti, Archivio Anselmo e Agata Boetti.
Ingresso
accesso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | gratuito possessori Card Cultura
Info: www.booksfestival.it
" Incanti" Illusionismo e teatro, giovedi 9 maggio al Duse di Bologna
Per la prima volta insieme sul palco Andrea Rizzolini, Dario Adiletta, Francesco Della Bona, Niccolò Fontana, Filiberto Selvi, Piero Venesia
Un viaggio suggestivo al confine tra realtà e finzione, uno spettacolo elegante e ricco di colpi di scena che unisce teatro e illusionismo contemporaneo grazie al talento di 6 dei più giovani e premiati illusionisti italiani under 30. È 'Incanti', in scena il 9 maggio alle ore 21 al Teatro Duse di Bologna. Sul palco: Andrea Rizzolini, Dario Adiletta, Francesco Della Bona, Niccolò Fontana, Filiberto Selvi e Piero Venesia
Scritto e diretto da Rizzolini, campione italiano di mentalismo, lo show suscita nel pubblico non solo stupore e rapimento, ma anche una riflessione profonda sulla natura umana e sull'importanza dell'incanto nella vita di ciascuno di noi.
In scena, dunque, 6 personalità artistiche uniche, con background e abilità diverse tra loro che, per la prima volta, si uniscono in uno spettacolo dall'intrigante drammaturgia. Partendo dalle riflessioni di alcuni dei più grandi autori del teatro, tra cui Shakespeare, Cartesio, Goethe, Pirandello e tanti altri, il pubblico, che è parte attiva dello show, sarà chiamato a risvegliare il 'fanciullino' che è in ognuno di noi per riscoprire, nelle piccole cose, la capacità di meravigliarci di ciò che troppo spesso diamo per scontato.
'Incanti' vuole, infatti, colmare il divario che da sempre separa l'illusionismo e il teatro, portando l'illusionismo al pubblico in una forma che non rinneghi il varietà e l'intrattenimento, ma che prenda le mosse dal passato per rivendicare i palchi dei grandi teatri di prosa. In quanto forma d'arte, l'illusionismo indaga l'essenza umana ed è portatore della stessa potenza comunicativa, estetica, sociale, emozionale e culturale di altre discipline.
"Sono convinto che un illusionista possa farsi carico di domande molto più profonde del semplice 'come ha fatto?' – afferma, infatti, Rizzolini - credo che un illusionista, come ogni altro artista, sia qualcuno a cui chiedere, a cui domandare della nostra umanità e, specialmente in questi tempi, qualcuno a cui guardare in cerca di speranza".
Lo spettacolo è consigliato a un pubblico dai 7 anni in su.
( Credit photo: MAF Studio )
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