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A Budio il Festival Internazionale dell’Ocarina

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FESTIVAL OCARINASabato 13 e domenica 14 aprile 2024 a Budrio si entra nel vivo di Festival Internazionale dell'Ocarina, manifestazione che celebra lo strumento-simbolo del patrimonio culturale budriese, promossa dal Comune di Budrio, con il patrocinio di: Comune di Bologna, Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna e realizzata da Fondazione Entroterre in collaborazione con G.O.B., Associazione Diapason APS, Associazione culturale Il temporale. Partner del festival è TPER. Si ringrazia per il sostegno Banca di Bologna.
Si presenta ricca e variegata la sezione dedicata in questi ultimi giorni all'Extra Oca, che nasce con l'intento di portare alla scoperta tutte le sfaccettature del caratteristico strumento. Una selezione di visite a tema per il centro storico di Budrio, presentazioni di libri, offerte speciali di brunch a tema ocarina, fino all'Extra-Oca per eccellenza: i mercatini, siti all'interno del portico di Piazza Antonio da Budrio, costruttori e rivenditori provenienti da tutto il mondo presentano una straordinaria varietà di prodotti e modelli d'ocarina.
La giornata di Sabato 13 propone anche due importanti appuntamenti della sezione live: alle 10.00 Ocarithon, maratona musicale in cui sei formazioni provenienti da tutto il mondo si alternano nella suggestiva Sala Ottagonale alle Torri dell'Acqua: quattro intense ore di esibizioni in cui lo strumento nato a Budrio si racconta nelle molteplici vesti del suo lungo viaggio, fino al Paese del Sol Levante (via Benni 1, Budrio).
Alle 21.00 il G.O.B., Gruppo Ocarinistico Budriese - storico gruppo che perpetra la tradizione musicale più che centenaria, che ha legato per sempre il nome di Budrio a quello dell'ocarina- è protagonista, insieme all'Orchestra Giovanile BenTIVoglio - un'orchestra giovanile composta da 40 elementi, a partire dai 13 anni di età- del concerto di gala che vede esibirsi congiuntamente ocarinisti di oggi e domani riuniti sul palco del Teatro Consorziale di Budrio in un repertorio che spazia dai grandi autori classici fino ai più noti compositori contemporanei (ore 21:00, via Garibaldi, 35-Budrio).

Non mancano, inoltre, momenti di approfondimento dell'ocarina e della sua storia.
Con Oca Tour, con l'Associazione Diapason-Progetti Musicali APS, si va alla scoperta delle origini dello strumento e dei luoghi da cui ha preso il volo per conquistare il mondo. Guest d'eccezione, il Pastore anglicano Edward Mezzetti, bis-bisnipote di Alberto Mezzetti, personalità di assoluta importanza per il mondo ocarinistico, con cui si ripercorrono le avventure professionali di Alberto ed Ercole Mezzetti, costruttori di ocarine dal 1870 e successivamente emigrati rispettivamente a Londra e Parigi (ore 15.00 partenza da Via Guglielmo Marconi, 4 Budrio).
Grazie, invece, ai laboratori di Oca Kids, ragazzi e adulti hanno la possibilità di entrare nelle sonorità e nelle peculiarità di questo famoso strumento: L'ocarina nella musica irlandese è, infatti, il laboratorio tenuto dal musicista e costruttore Robert Hickman in cui si sperimentano le sonorità irlandesi con l'ocarina, si impara come adattare la musica irlandese all'ocarina in modo simpatico e come riconoscere i diversi tipi di melodia (Polkas, Jigs, Hornpipes e Reels) (ingresso su prenotazione, ore 11 e domenica stessa ora. Le Torri dell'Acqua, Via Benni, Budrio); mentre Intonazione e Creazione delle Ocarine è il particolarissimo laboratorio, in cui Kurt Posch condivide con il pubblico la sua passione di costruttore autodidatta di ocarine (il laboratorio sarà in lingua inglese ore 16, Le Torri dell'Acqua, Via Benni, Budrio).

La serata si conclude al Teatro Consorziale all'insegna del ballo con Oca party, serata con il DJ Farrapo e ocarinisti a sorpresa, tra i quali la virtuosa dello strumento, la cinese Jingya Liu ( 23:00, Via Garibaldi, Budrio).

Domenica 14 (ore 11.30) il Teatro Consorziale ospita il Concerto Finale: gli allievi del Conservatorio (classe di Emiliano Bernagozzi), i solisti del GOB e una tra le migliori orchestre d'ocarina d'Oriente: la CTS Ocarina Orchestra sono insieme sul palco per celebrare congiuntamente la rinnovata edizione del Festival dell'Ocarina 2024 (Via Garibaldi, 35-Budrio).
Diversi gli che eventi precedono Il concerto:
Alle 10.00 presso Le Torri dell'Acqua (via Benni,1 Budrio) presentazione di Ocarina Mundial, avventuroso e appassionante racconto dei budriesi Simone Grassi e Francesco Coiro sulla storia e la diffusione dell'ocarina nel mondo. Nello stesso luogo, alle 11.00, prosegue il laboratorio con Robert Hickman dal titolo L'ocarina nella musica Irlandese in cui si sperimentano le sonorità irlandesi con l'ocarina, si impara come adattare la musica irlandese all'ocarina in modo simpatico e come riconoscere i diversi tipi di melodia (Polkas, Jigs, Hornpipes e Reels) ( ingresso su prenotazione, Le Torri dell'Acqua, Via Benni, Budrio);
Alle 10.30, presso il Centro Sociale La Magnolia (via Bianchi 31, Budrio) il Pastore Mezzetti officia una speciale funzione, Ocarina & Amazing Grace, promossa dall'Associazione Chiesa Evangelica La Piazza, in onore del significato simbolico e storico dell'ocarina per la comunità budriese. La funzione è allietata dagli ocarinisti della Scuola Comunale di Ocarina Vincenzino Grimaldi, che suonano l'inno Cristiano Inglese "Amazing Grace - Stupenda Grazia". A seguire, delizioso pic-nic.

L'iniziativa rientra tra le attività volte alla riscoperta e alla divulgazione del patrimonio culturale di Fondazione Entroterre, che coraggiosamente prosegue nella sua opera di esplorazione, studio e valorizzazione delle tante ricchezze culturali dei territori, riportandole alla vita per condividere la loro capacità di continuare a ricordarci chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.

Il Festival Internazionale dell'Ocarina è promosso dal Comune di Budrio, con il patrocinio di: Comune di Bologna, Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna.
Realizzato da Fondazione Entroterre in collaborazione con G.O.B., Associazione Diapason APS, Associazione culturale Il temporale.

Redazione

Comune di Cagli e Pesaro Musei: Mostra personale di Giovanni Termini "Come la metti sta"

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Palazzo Tiranni-Castracane Cagli Ph Michele Alberto Sereni"Come la metti sta" a cura di Marcello Smarrelli, direttore artistico di Pesaro Musei, in programma nei suggestivi spazi del cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, dal 13 aprile al 30 giugno 2024

Nell'ambito di Pesaro "Capitale italiana della Cultura 2024" e del progetto di dossier "50x50 Capitali al quadrato", il Comune di Cagli e Pesaro Musei presentano la mostra personale di Giovanni Termini, Come la metti sta, a cura di Marcello Smarrelli, direttore artistico di Pesaro Musei, in programma nei suggestivi spazi del cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, dal 13 aprile al 30 giugno 2024.

L'esposizione, organizzata con la collaborazione di Cariaggi, storica filatura di Cagli, presenta una selezione di opere scultoree di cui una inedita e site-specific che dà il titolo alla mostra. La scelta del percorso espositivo segue le coordinate che orientano il programma di Pesaro 2024, relative al rapporto tra arte, natura, tecnologia, elementi che rappresentano altrettanti cardini della ricerca dell'artista.

"I segni che il tempo ha impresso nelle splendide sale di Palazzo Tiranni-Castracane in disuso da anni - spiega Marcello Smarrelli - creano una profonda risonanza con il modus operandi di Giovanni Termini. Spesso gli intonaci consumati lasciano intravedere la stratificazione degli affreschi, le strutture dei muri e delle volte, rivelando gli artifici tecnici della costruzione, quasi che l'intero palazzo sottratto al flusso del tempo, in virtù di uno scarto concettuale, sia diventato un ready-made, assunto esso stesso dall'artista a opera d'arte autografa".

Nato ad Assoro (EN) nel 1972, ma pesarese d'adozione, Giovanni Termini si colloca in una traiettoria della scultura contemporanea italiana che parte da Lucio Fontana fino all'esperienza dell'Arte Povera. Le sue creazioni sono permeate da un vitalismo materico fondato sul reimpiego e la rielaborazione di oggetti prelevati dalla realtà, configurandosi come "manufatti" che rivendicano esplicitamente una tecnologia di esecuzione. Un processo che si apre al dettato dei materiali, delineando una narrazione intorno all'uomo e alla sua natura. Fermamente situato in uno spazio e proiettato in una dimensione temporale, l'artista in un'intervista dichiara: "Penso che la creatività si nutra proprio dei conflitti che cerca, inutilmente, di sedare. Non vedo altri stimoli alla ricerca".

Il senso del fare che muove Termini si esplicita nella serie delle opere esposte, che si misurano con il tema del lavoro a partire proprio dall'installazione site-specific Come la metti sta (2024), realizzata con materiali provenienti dall'azienda Cariaggi, in stretto dialogo con l'architettura della sala che la ospita caratterizzata da una decorazione blu ottenuta con l'utilizzo del guado, fino ad arrivare a Dialogo costruttivo (2017), opera dedicata al grande maestro Eliseo Mattiacci, originario di Cagli.

L'universo produttivo che esplora è spesso legato all'atto del costruire e allo spazio del cantiere, qui ricorrente attraverso il travestimento poetico di strumenti tecnici, come il trabattello usato nell'opera Hully Gully (2022). Sempre al contesto del lavoro si può riportare Circoscritta (2016), opera concepita originariamente a commento della tradizione vivaistica della città di Pistoia, apertamente ispirata al Manifesto del terzo paesaggio del celebre giardiniere e paesaggista francese Gilles Clément, che introduce il tema del rapporto con la natura. Quest'ultima è intesa sempre in relazione all'uomo, parte del suo stesso essere, ma in un equilibrio precario che sembra governare tale rapporto. Una precarietà che ricorre come principio fondante della sua grammatica scultorea, spesso attraverso l'inserimento di elementi "incongrui", come in Tappeto in-solido (2021) o ne L'equilibrio dell'incongruo (2018), che sorprendono l'ordinaria percezione dello spettatore.

Intorno alla materia si gioca di fatto una partita decisiva nel lavoro dello scultore, che fa spesso ricorso a oggetti ordinari sottoposti a processi di manipolazione tecnologica come la galvanizzazione, impiegata ad esempio in Cordone (2021) e ne La specularità delle divergenze (2022).

Questo trattamento, solitamente applicato alle superfici metalliche per incrementare la resistenza alla corrosione, rappresenta per l'artista un tentativo di rispondere alla vitalità dei materiali, di arrestarne l'inevitabile decadimento fissandone l'aspetto. Si tratta, tuttavia, di un tentativo destinato alla sconfitta, in quanto l'alterazione chimico-fisica prosegue comunque sotto il rivestimento metallico, consegnando l'opera al paradosso dell'ambiguità.

Un interesse plastico è evidenziato da Termini anche nel ricorso ad altri media, come la fotografia. Nel dittico La misura di una distanza (2022-23), parte della superficie dell'opera è rimossa svelando il supporto metallico, conferendo visibilità e, conseguentemente, rilievo al supporto dell'immagine.

In occasione della mostra Giovanni Termini, Come la metti sta sarà pubblicato un catalogo a cura di Simone Ciglia, edito da Arti Grafiche della Torre.

Giovanni Termini è nato ad Assoro (En) nel 1972; vive e lavora a Pesaro.
Ha esposto in Italia e all'estero. Tra le mostre personali: Consuete attenzioni, Galleria Vannucci, Pistoia; L'umanità degli oggetti. Jason Dodge, Giovanni Termini, Kappa Noun, San Lazzaro di Savena, Bologna; (Criteri generali per la) messa in sicurezza, Otto Gallery, Bologna; È vietato eseguire lavori prima di avere tolto la tensione, Galleria Vannucci, Pistoia; Visioni d'insieme, Mac Museo di Lissone; Grado di tensione, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo; Innesti, Galleria Vannucci, Pistoia; Disarmata, Fondazione Pescheria, Pesaro; Zona franca, Galleria Pio Monti, Roma; Da quale pulpito, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia.
Tra le collettive: Upcycle, Residenza dell'Ambasciata d'Italia, Berna, Svizzera; The new abnormal. Straperetana, Pereto (AQ); La forma della terra, Fondazione Menegaz, Castelbasso; Opera morta, Otto Gallery, Bologna; Arte e tecnologia, Museo di Lan Wan, Qingdao, Cina; DISIO. Nostalgia del futuro, Sala Tac, La Caja, Istituto Italiano di Cultura, Caracas, Venezuela; Rilevamenti #1, CAMUSAC, Cassino; Au Rendez-Vous des Amis, Palazzo Vitelli Fondazione Burri, Città di Castello; XV Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni; I Premio Internazionale Giovani Scultori, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano.

( Credit photo: Michele Alberto Sereni )

Redazione

A Bologna la Fiera del Cicloturismo, dal 5 al 7 aprile al DumBO

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Fiera del cicloturismo BolognaSette tour proposti insieme a eXtraBO e Komoot per scoprire la Bicipolitana

Venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 aprile 2024, a Bologna, nello spazio DumBO, torna la Fiera del Cicloturismo, organizzata da Bikenomist.

L'edizione 2024 arriva con molte novità e importanti conferme. Venerdì 5 aprile, torna il Forum del cicloturismo, la giornata dedicata agli operatori di settore e agli incontri B2B, con uno sguardo internazionale e un focus sullo sviluppo di nuovi modelli di business. Confermata la presentazione del 4° rapporto ISNART sul cicloturismo. L'evento, su prenotazione, anticipa le due giornate, sabato 6 e domenica 7 aprile, ad accesso gratuito, per il pubblico.

Venerdì 5 alle 10 apriranno il Forum del cicloturismo Davide Cassani, Presidente - Apt Servizi Emilia-Romagna, Patrik Romano, Direttore di Fondazione Bologna Welcome e Simona Larghetti, Consigliera delegata alla Mobilità ciclistica e alla Bicipolitana della Città metropolitana di Bologna.

L'assessora alla Nuova mobilità, Valentina Orioli e Simona Larghetti rappresenteranno il Comune di Bologna e la Città metropolitana all'apertura di questa terza edizione sabato 6 alle 10.

Quest'anno più spazio ai workshop e ai racconti di esperienze con i Bikeitalia Talks, accanto ad un'area espositiva ancora più ampia per accogliere le proposte di mete per le vacanze attive, italiane ed estere, le proposte di produttori di bici e accessori e offrire un'esperienza di visita a 360°.

Anche quest'anno ci sarà un parcheggio per accogliere oltre 500 bici in contemporanea all'interno di un ambiente custodito capace di offrire un servizio di prima assistenza.

Le famiglie troveranno all'interno della Fiera l'Area Kids, uno spazio dove bambine e bambini potranno divertirsi e sperimentare attività fisiche in totale sicurezza. Pedalare, arrampicare, correre, saltare, lanciarsi e socializzare: attraverso laboratori ludici, tenuti da istruttori qualificati, i più piccoli potranno trascorrere una giornata in compagnia, anche senza la presenza dei genitori che potranno così visitare l'area espositiva in tranquillità.

Grazie alla collaborazione con Bologna Welcome, sarà possibile partecipare a uno dei tour in bici guidati per scoprire il territorio bolognese.

Si potrà anche pedalare seguendo uno dei sette tour proposti insieme a eXtraBO e Komoot per scoprire Bicipolitana dai due lati di Bologna, quello che tende a sud, verso l'Appennino, e quello che tende a nord, verso la Pianura. Si tratta di itinerari ad anello di varia lunghezza che partono e terminano presso DumBO.

"ll nostro territorio è pronto ad accogliere i cicloturisti da tutta Italia e da tutto il mondo, perché crediamo fortemente nel turismo attivo come sviluppo sostenibile. Per noi è un orgoglio poter ospitare la Fiera del Cicloturismo per il secondo anno consecutivo nella suggestiva cornice di DumBO. La Città metropolitana di Bologna insieme al Territorio Turistico Bologna-Modena sta investendo fortemente sul cicloturismo con la realizzazione di 80 km di Ciclovia del Sole e la realizzazione della rete Bicipolitana, una rete di 1000 km, con altre importanti ciclovie come quella del Reno e di Idice-Zena. Vi aspettiamo per visitare la Fiera e pedalare sulla nostra Bicipolitana" commenta Matteo Lepore, Sindaco metropolitano di Bologna.

Redazione

Mauro Malafronte alias “Malafro”, con la forza del gesto la materia diventa emozione

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Malafro - Mauro MalafronteSabbie segna una nuova rotta nel mare dell'arte contemporanea

La pittura contemporanea ha un nuovo protagonista, Mauro Malafronte romagnolo d'adozione ed Emiliano di origini. Nel panorama artistico di oggi, in cui dal figurativo del secolo scorso e oltre si è giunti all'esaltazione del colore in ogni sua tonalità e nuove tecniche, è sempre più raro trovare artisti che riescano a creare e suscitare emozioni non stereotipate. Praticamente se per essere grandi "chef" servono nuovi sapori per il mondo della pittura serve dare nuove emozioni, cosa possibile solamente oltrepassando le "Colonne d'Ercole" del grande mare dell'arte.
Malafro che agli inizi era trasportato dalla corrente americana degli anni 50 conosciuta come "Action Painting" che consiste in una pittura d'azione, senza l'utilizzo dei pennelli, oggi è oltre la pittura gestuale che si è affermata da alcuni decenni in Italia, o meglio, come ci spiega, le opere vengono eseguite con le mani e alcune spatole grazie ad una gestualità, rara se non unica, che nell'imprimere sulla tela la materia, contestualmente, libera anche se stesso dalla tensione e dallo stress facendolo sentire parte dell'opera stessa.
Con "Sabbie", dove gli elementi delle opere sono impliciti, Malafro ha intrapreso quell'ardito viaggio "artistico" dove la meta è ancora sconosciuta, ogni opera di certo ha solo la partenza non la destinazione, la bussola è l'istinto... in alcune opere si nota la non perfezione che – come sottolinea l'artista – ne determina la perfezione stessa.
Prima di porre alcune domande a Mauro la curiosità mi ha portato a chiedere come è nata l'idea di "Sabbie" e la narrazione potrei definirla nella sua semplicità "surreale".... Alcuni anni fa durante una performance artistica sulla spiaggia di Falconara Marittima per caso è andata della sabbia sul colore che stava utilizzando e l'effetto cromatico/materico ha come per incanto fatto iniziare lo studio e la ricerca della tecnica per l'utilizzo della materia stessa... ricerca che oggi ha portato Malfro ad un nuovo approdo artistico.

Il tuo percorso artistico quando nasce e cosa ti ha avvicinato alla pittura?
Il mio percorso artistico nasce nel 1998 dove decido di comprare una tela e dei colori per mettere giù dei segni che poi diventano a breve un figurativo informale. Mi ha avvicinato alla pittura la mia voglia di dire qualche cosa e di esprimere le mie emozioni...

Dal tuo primo concorso artistico ad oggi senti dei cambiamenti?
Dai primi passi ad oggi è cambiato tutto...prima era un gesto di scarico tensione ...oggi è tutto un caso ma calcolato...senza caso non c'è esistenza...poi l'esperienza insegna.

Dagli inizi, oggi ti riconosci ancora in quelle opere oppure ritieni che siano un capitolo artistico chiuso?
Le prime opere sono un capitolo chiuso si chiamavano tele in movimento...ogni periodo quando finisce è per me chiuso...da spazio sempre a qualche cosa di nuovo.

Negli ultimi tempi hai realizzato una serie di opere denominare "Sabbie", quale potere evocativo di trasmettere sentimenti ti aspetti?
Oggi con le Sabbie dove il caso è calcolato...ma nello stesso tempo casuale...ho trovato una forma di sperimentazione che mi soddisfa...un quadro prima mi deve dare qualchecosa a me stesso...poi viene fatto vedere...deve dire qualcosa....emozionare....

Quali sono i tuoi progetti futuri?
I miei progetti futuri sono andare sempre avanti...e dire qualcosa ...l'arte per me ormai è una form di vita...non posso farne a meno.

Daniele Baldini

Marconi Days 2024: un'edizione speciale per il 150° della nascita di Marconi

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Marconi-Days-150-locandinaMarconi Days, la rassegna con cui dal 2004 il Comune di Sasso Marconi celebra il genio e l'eredità scientifica di Guglielmo Marconi, tornano ad aprile con un'edizione speciale per festeggiare il 150° anniversario della nascita dello scienziato.

Spettacoli, concerti, mostre, talk e visite guidate caratterizzano l'edizione 2024, che si aprirà il 6 aprile con incontro sulla comunicazione nella società contemporanea, con il Cardinale Matteo Maria Zuppi intervistato da Luca Bottura.

Tutti i dettagli nel comunicato stampa allegato; programma completo sul sito www.marconidays.it

Redazione

Nuovi appuntamenti anche questa settimana allo SPIRIT DE MILAN!

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Spirit de Milan gennaio24Nuovi appuntamenti anche questa settimana allo SPIRIT DE MILAN (Via Bovisasca, 59), il locale meneghino dal gusto vintage che abbraccia il passato, celebra il presente e guarda con fiducia al futuro, una "cattedrale" in cui la musica, la tradizione e la vitalità della città si fondono in un connubio unico di musica, ballo, cucina e tanto divertimento.

Da mercoledì 27 marzo fino a giugno parte "Souvenirs de Django", la nuova rassegna di musica dal vivo dedicata al gipsy jazz, ispirato dal chitarrista manouche Django Reinhardt, in cui una resident band milanese (con il chitarrista Alessandro Centolanza) ospita di volta in volta musicisti di spicco della scena gipsy. Fabio Lossani, musicista e musicologo, condurrà il pubblico, attraverso chicche e aneddoti, alla scoperta del genere, cercando di capire come mai Django è così importante e popolare ancora oggi. Altra particolarità della serata sarà, prima e dopo lo spettacolo, una jam session interamente dedicata a Django, alla quale potrà partecipare chi si sarà portato il proprio strumento.

Questi i prossimi appuntamenti:

MARTEDÌ 26 MARZO

Alle 22.00 – CA.BAR.ET BOH VISA: torna il cabaret con Rafael Didoni, Folco Orselli, Germano Lanzoni e Flavio Pirini, che allo Spirit de Milan hanno trovato casa. Musica, risate ed emozioni assicurate con ospiti a sorpresa da non perdere.

Il cabaret va in onda anche sullo SpiritoPhono tutti i martedì alle 19:30

MERCOLEDÌ 27 MARZO

Alle 22.00 – SOUVENIRS DE DJANGO con HOT CLUB DE MILANO: collettivo di musicisti con base a Milano e la passione per il Gipsy Jazz che propone una cernita di brani scelti dal repertorio del mitico chitarrista Django Reinhardt, con un occhio di riguardo per le sue composizioni meno famose e più intriganti.

Prima (ore 21.00) e dopo il concerto (ore 23.00) c'è la possibilità di unirsi a una jam session musicale.

GIOVEDÌ 28 MARZO

Alle 22.00 – BARBERA & CHAMPAGNE con TRI URLUC: gruppo che ha un format tutto personale che comprende musica e parole, canzoni e cabaret, con la mission di portare tra il pubblico una grande dose di allegria.

VENERDÌ 29 MARZO

Alle 22.30 – BANDIERA GIALLA con BEAT BARONS: band che ripropone il merseybeat in termini di approccio tecnico, look e strumentazione adoperata. Il risultato è un'autentica macchina del tempo, dove ogni concerto vorrebbe ricreare le atmosfere respirate in locali storici dei primi anni '60. Nel repertorio Beatles, Chuck Berry, gli Shadows e gli Everly Brothers, ma anche brani di artisti "minori" come Eugene Church & The Fellows, gli Olympics, fino a qualche composizione originale.

A seguire Dj Set con i 45 giri in vinile di Mariano Rano.

Biglietto di ingresso 20€ con una consumazione per chi viene dopocena (15 euro per i soci Spirit de Milan Aps 2024), 15€ con consumazione per chi fa aperitivo (12 euro per i soci Spirit de Milan Aps 2024), 7€ per chi viene a cena.

SABATO 30 MARZO

Alle 22.30 – HOLY SWING NIGHT con JUMPING JIVE: band con un repertorio che è l'espressione più autentica della swing era degli anni '30 e '40, l'alto grado di improvvisazione, ritmo ed andamento sincopato sono l'espressione di balli quali Lindy Hop, Balboa, Shag sino al più frenetico Boogie Woogie.

Biglietto di ingresso 7€ per chi cena o fa aperitivo, 15€ con consumazione per chi viene dopocena (12€ per i soci Spirit de Milan Aps 2024).

DOMENICA 31 MARZO

Lo Spirit de Milan rimarrà chiuso e vi augura Buona Pasqua.

Informazioni e prenotazioni: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Al Teatro Dehon di Bologna in scena "Favole da incubo - viaggio nella manipolazione affettiva"

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ROBERTA BRUZZONEBologna. Martedì 2 aprile ore 21 è già da mesi tutto esaurito per Roberta Bruzzone, in scena al Teatro Dehon di Bologna con 'Favole da incubo - viaggio nella manipolazione affettiva'. La criminologa da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne racconterà i casi di cronaca nera tra i più sconvolgenti degli ultimi anni. Un'analisi lucida e necessaria degli stereotipi di genere che hanno provocato queste tragedie annunciate, per sconfiggerli una volta per tutte.

I maschi sono intelligenti, le femmine sono utili. I maschi sono "progettati" per comandare, le femmine per accudire. Gli uomini devono provvedere economicamente alla famiglia e realizzarsi nel lavoro, le donne devono stare a casa. Questi sono solo alcuni degli stereotipi di genere più comuni che ancora permeano la nostra cultura. Pensate che siano in gran parte retaggi di un passato ormai superato? No non è affatto così. Gli stereotipi di genere sono tra noi, ogni giorno. E no, non sono affatto "innocui", come molti sembrano considerarli. Attraverso la ricostruzione di alcuni casi di femminicidio tra i più sconvolgenti degli ultimi anni, Roberta Bruzzone, la cui narrazione è accompagnata da musica dal vivo, analizza i principali preconcetti culturali e sociali che hanno operato in queste vicende inconcepibili, eppure reali.

Stereotipi, pregiudizi e tabù a cui hanno obbedito un po' tutti: le vittime, gli assassini, l'opinione pubblica e perfino i media che ne hanno parlato. Il quadro che ne emerge non è consolatorio: le idee sessiste sono ancora molto radicate, in ognuno di noi, senza distinzioni di condizione economica e culturale. Lungi dal voler giudicare, ma con lucidità e senza fare sconti a nessuno, Favole da incubo intende aiutarci a prendere coscienza di quelle voci che parlano dentro di noi, che ci spingono ancora, nostro malgrado, a fare distinzioni di genere nella vita di ogni giorno. Perché la presa di coscienza è il primo, necessario passo per cominciare a scardinare questi schemi mentali e fare in modo che crimini tanto orribili non trovino più un terreno in cui mettere radici, crescere e riprodursi. Intervenire in tempo per fermare l'escalation è possibile, e soprattutto è possibile innescare quel profondo cambiamento culturale che può mettere fine una volta per tutte alla violenza sulle donne.

Roberta Bruzzone, laureata in Psicologia Clinica, è Psicologa Forense e Criminologa, esperta nelle tecniche di analisi, valutazione e diagnosi di abuso nei confronti di minori e nell'ambito della violenza sulle donne. Nominata ambasciatrice del Telefono Rosa Onlus nel mondo nel 2012. È autrice di numerosi libri in materia di Psicologia e Criminologia Investigativa, Criminal profiling, forme criminali emergenti, casi di omicidio e ha all'attivo innumerevoli pubblicazioni, sia scientifiche che divulgative, dedicate alla Psicologia e alla Criminologia Investigativa.

Redazione

Teatro Dehon Bologna: mercoledì 27 marzo Domenico Iannacone in "Che ci faccio qui - in scena"

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Domenico IannaconeDomenico Iannacone, giornalista e regista, volto noto della TV pubblica, da sempre impegnato con le sue trasmissioni nell'intercettare e raccontare esistenze spesso prive di diritti e voce, mercoledì 27 marzo ore 21 porterà sul palco del Teatro Dehon di Bologna "Che ci faccio qui – in scena", una narrazione spiazzante dell'umanità raccontata attraverso un connubio di immagini e parole.

Le storie precedentemente viste in televisione riacquistano luce e forza sul palcoscenico, consentendo di osservare il mondo da un'angolazione diversa e restituendo dignità a coloro che lottano quotidianamente nell'ombra e nell'indifferenza.

Povertà, periferie, emarginazione, ma anche rinascita, trasformazione, rigenerazione: questo è il percorso in cui le storie si intrecciano e prendono vita. Iannacone libera in scena la sua parte interiore, offrendo al pubblico elementi inediti delle esperienze umane vissute e creando un dialogo autentico, senza filtri o manipolazioni. Il teatro rompe le distanze, la quarta parete si frantuma, ciò che un tempo era virtuale diventa reale e fisico, tanto che la forza della narrazione prorompe in un flusso ininterrotto di ricordi e suggestioni. "Il mio interesse è sempre stato rivolto verso frammenti di umanità trascurati o nascosti dall'informazione. In teatro sono libero di spaziare ovunque e con maggiore forza. Qui ho anche la possibilità di modificare all'istante ciò che penso e voglio trasmettere".

Iannacone prende per mano lo spettatore e lo accompagna nei luoghi che ha attraversato, spingendolo a condividere emozioni, ricordi, la bellezza degli incontri e la rabbia per ciò che viene negato. Il teatro di narrazione diventa così anche teatro civile, capace di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste. Mentre le immagini aprono squarci visivi, facendoci intravedere volti, case, periferie urbane ed esistenziali, le parole dilatano la nostra percezione emotiva e ci consentono di entrare, come una voce sotterranea, nelle viscere del Paese. Una rappresentazione teatrale che va al di là dell'agenda politica e delle mode del momento, diventando proprio per questo atemporale, universale e necessaria.

Domenico Iannacone/Bio

Nato nel 1962 a Torella del Sannio (CB), ha iniziato giovanissimo la carriera giornalistica sulle testate regionali. È stato inviato di punta di Ballarò e Presa diretta (Rai3). Ha ideato e condotto, per sette edizioni, il programma d'inchiesta I dieci comandamenti e dal 2019 è in onda con Che ci faccio qui, uno tra i programmi di approfondimento più seguiti di RaiTre.

Per cinque volte gli è stato attribuito il Premio Ilaria Alpi. Nel 2015 ha vinto il Premio Paolo Borsellino e nel 2017 il Premio Goffredo Parise. Con il film documentario "Lontano dagli occhi" ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, aggiudicandosi nell'ordine: il Civis Media Prize di Berlino, il Real Screen Awards di Los Angeles e il Peace Jam Jury Awards di Montecarlo.

Nel 2018 con "Siamo tutti matti", un racconto spiazzante della follia, vince il Festival del Cinema di Spello. Nel 2019 il Centro Sperimentale di Cinema-Scuola di Cinematografia lo ha insignito del diploma honoris causa in Reportage Audiovisivo. Nel 2021 gli viene assegnato il Premio Kapuściński e sempre nello stesso anno il film documentario L'odissea, è stato premiato alla XIV edizione del Premio Moige.

Nel 2022 è tra i vincitori de Il Premiolino, uno tra i più antichi e autorevoli premi dedicati al giornalismo. Il suo modo di raccontare trae ispirazione dalla migliore tradizione documentaristica italiana e si pone a metà strada tra cinema neorealista e racconto giornalistico del reale.

Redazione

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento

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DIPINTOInaugurazione martedì 19 marzo 2024 ore 20.30 Museo civico del Risorgimento

Bologna - Anticipata da un ricco palinsesto di attività che ha preso avvio nel dicembre scorso, la primavera della stagione espositiva a Bologna apre al pubblico dal 21 marzo al 30 giugno 2024 con l'ampia rassegna espositiva diffusa La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 - 1915 dedicata alla pittura felsinea dall'età napoleonica all'inizio della Grande Guerra, ideata e coordinata dal Settore Musei Civici Bologna attraverso il Museo civico del Risorgimento, a cura di Roberto Martorelli e Isabella Stancari.

Per ampiezza del percorso delineato, numero delle opere esposte e varietà di soggetti e luoghi coinvolti, si tratta della più ampia ricognizione monografica mai organizzata per presentare le origini e le evoluzioni della modernità artistica in ambito bolognese, e in particolare della produzione pittorica la cui presenza è dominante nella cultura figurativa del "lungo Ottocento".
Sono oltre 500 le opere, di cui circa un centinaio mai esposto prima proveniente dai depositi di istituzioni museali pubbliche e da collezioni private, di 80 artisti appartenenti a generazioni differenti, a essere visibili in 18 sedi (5 musei, 5 gallerie antiquarie, 3 fondazioni, 2 edifici di culto, un palazzo comunale, un teatro storico e un'associazione culturale) situati tra Bologna, Crespellano e San Giovanni in Persiceto, che spaziano tra tecniche (dal disegno al dipinto su tela e tavola, all'acquerello su carta), contesti di realizzazione (dalle grandi decorazioni pubbliche alle opere da salotto, alle riviste) e generi rappresentati (paesaggi, ritratti, soggetti storici, pale d'altare, vedute urbane).

La prima inaugurazione si svolge martedì 19 marzo 2024 alle ore 20.30 al Museo civico del Risorgimento, con la partecipazione di rievocatori in costume storico di 8cento APS che animano quadri viventi ispirati alle opere esposte nella sezione che dà il titolo all'intera rassegna, La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 - 1915. Per offrire un'immersione ancora più suggestiva nelle atmosfere della vita ottocentesca sono aperti in via straordinaria, dalle ore 20.00 alle 23.00 con ingresso gratuito, sia il museo sia, grazie alla collaborazione di Biblioteche di Bologna, Casa Carducci, la residenza con gli arredi e le suppellettili originali dove il poeta Giosue Carducci ha abitato dal 1890 fino alla morte nel 1907, situata al secondo piano dello stesso edificio storico situato nella piazza a lui intitolata.

Il calendario completo degli appuntamenti è disponibile sui siti web www.museibologna.it/risorgimento  e www.storiaememoriadibologna.it/ottocento .

( Foto: Alfredo Savini (Bologna, 1868 - Verona 1924), Auxilium ex alto, 1896, olio su tela.

 Bologna, Collezioni Comunali d'Arte (deposito MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna)

Redazione

 

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