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Bologna: "Sekhmet, la Potente. Una leonessa in città"

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Statua della dea SekhmetUn progetto espositivo del Museo Civico Archeologico, Bologna in collaborazione con Museo Egizio, Torino

Bologna. Dal oggi, 7 luglio, al 31 dicembre 2023 un'ospite di eccezionale rilievo troverà dimora presso il Museo Archeologico di Bologna grazie al progetto espositivo Sekhmet, la Potente. Una leonessa in città, a cura di Daniela Picchi.
L'iniziativa è resa possibile dalla generosa collaborazione con cui il Museo Egizio di Torino ha concesso in prestito uno dei suoi capolavori più rappresentativi: una statua colossale di Sekhmet, materializzazione terrestre della temibile divinità egizia con testa di leonessa e corpo di donna, di cui il museo torinese conserva una delle più grandi collezioni al di fuori dell'Egitto, composta da 21 esemplari.

Divinità dalla natura ambivalente, al contempo di potenza devastatrice e dispensatrice di prosperità, Sekhmet, ovvero "la Potente", venne raffigurata in varie centinaia di statue per volere di Amenhotep III, uno dei faraoni più noti della XVIII dinastia (1388-1351 a.C.), allo scopo di adornare il recinto del suo "Tempio dei Milioni di Anni" a Tebe Ovest.
Alcuni studiosi ipotizzano che il gigantesco gruppo scultoreo fosse composto da due gruppi di 365 statue, una in posizione stante e una assisa per ogni giorno dell'anno, così da creare una vera e propria "litania di pietra", con la quale il faraone voleva pacificare Sekhmet tramite un rituale quotidiano. La regolarità dei riti in suo onore servivano infatti a placarne l'ira distruttrice che la caratterizzava quale signora del caos, della guerra e delle epidemie, trasformandola in una divinità benevola e protettrice degli uomini.

Nella collezione egizia del Museo Civico Archeologico di Bologna è presente il busto di una di queste sculture che - grazie al confronto con la Sekhmet seduta in trono proveniente dal Museo Egizio di Torino - potrà così riacquistare, almeno idealmente, la propria integrità creando una proficua occasione di confronto e ricerca scientifica.
La statua sarà esposta nell'atrio monumentale di Palazzo Galvani e andrà ad arricchire un importante repertorio di materiali lapidei, sia di proprietà civica, tra i quali un raro busto in marmo di Nerone, sia di proprietà statale, che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara ha depositato presso il museo.

Dall'alto dei suoi 2,13 metri di altezza, Sekhmet potrà così accogliere il pubblico e introdurlo alla visita della collezione egizia, continuando a svolgere quella funzione protettrice per la quale era stata commissionata da Amenhotep III mentre, al suo cospetto, il visitatore potrà rivivere la stessa emozione che il sacerdote dell'antico Egitto doveva provare quando entrava nel cortile del Tempio per pronunciare il nome della "Potente" e invocarla nelle sue preghiere per placarla e propiziare ogni estate la fertile esondazione delle acque del Nilo.

Sekhmet, la Potente

Il pantheon egizio conta numerose divinità femminili associate al culto solare e una di queste è Sekhmet, il cui nome significa "la Potente". La temibile dea era considerata dagli Egizi l'Occhio del Sole, emblema del potere divino che tutto vede, la Furia nel mondo degli dei, che si erge sotto sembianze di serpente Ureo anche sulla fronte dei sovrani, proteggendoli.

Come racconta il Mito della Vacca Celeste, attestato per la prima volta durante il regno del faraone Tutankamun (1333-1323 a.C.), il demiurgo Ra aveva inviato Sekhmet sulla terra per punire gli uomini in rivolta contro gli dei. La leonessa, inebriata dall'odore del sangue, avrebbe annientato l'intero genere umano se Ra non fosse intervenuto nuovamente, su suggerimento del dio della saggezza Thot, facendo versare in un lago una grande quantità di birra colorata con ocra rossa. Attratta dal colore e pensando si trattasse di sangue, la dea ne bevve sino ad ubriacarsi, dimenticandosi del precedente odio verso gli uomini e trasformandosi in Hathor, il principio femminile creativo, al quale era associato anche l'arrivo della piena del Nilo in Alto Egitto. Tale trasformazione non sorprende se si considerano le divinità egizie come manifestazioni diverse di un più ampio concetto di divino.

La pericolosa e furente Sekhmet, oltre a poter inviare sulla terra pestilenze e malattie, adeguatamente adorata, era anche in grado di prevenirle e guarirle, tanto da avere un sacerdozio, quello dei "puri sacerdoti di Sekhmet", dedito alla cura delle vittime colpite da afflizioni invisibili e apparentemente divine come la peste (definita anche "l'anno di Sekhmet").

La manifestazione di culto più eclatante nei confronti di questa divinità leontocefala si deve al faraone Amenhotep III (1388-1351 a.C.), che, in occasione del suo giubileo, la celebrazione del trentesimo anno di regno, trasformò le litanie innalzate per placare Sekhmet negli ultimi cinque giorni di ogni anno, i Giorni dei Demoni, in una impressionante litania di pietra, facendo scolpire oltre 700 sculture rappresentanti la dea in posizione stante e assisa in trono. Per quanto le statue siano state rinvenute in diverse aree templari tebane (numerose nel Tempio di Mut a Karnak, Tebe Est), molti studiosi ritengono che la loro collocazione originaria fosse Kom el-Hattan, il "Tempio dei Milioni di Anni" di Amenhotep III a Tebe Ovest, e in particolare il cortile solare al suo interno. In tale maniera il sovrano si garantiva la protezione della dea in terra e partecipava del periplo divino del sole del quale Sekhmet era una manifestazione.

La collaborazione tra Istituzione Bologna Musei e Fondazione Museo delle Antichità Egizie

L'iniziativa espositiva Sekhmet, la Potente. Una leonessa in città viene organizzata dal Museo Civico Archeologico in collaborazione con il Museo Egizio di Torino nel quadro di un intenso dialogo e confronto, volti a promuovere lo studio e la ricerca scientifica sui rispettivi patrimoni collezionistici.

Nel 2014 l'Istituzione Bologna Musei e la Fondazione Museo delle Antichità Egizie hanno sottoscritto un accordo avviando una collaborazione finalizzata al costante scambio di contenuti scientifici e divulgativi per la creazione di un "museo diffuso" a livello locale, nazione e internazionale. In base a tale accordo scientifico, di recente prorogato sino alla fine del 2023, sono stati intrapresi progetti di ricerca congiunti, sono state scambiate informazioni sulle reciproche collezioni e sullo scavo di Saqqara, che il Museo Egizio dirige in partnership con il Museo Nazionale di Antichità di Leiden, oltre ad essere stati resi disponibili al prestito a breve e a lungo termine vari oggetti.

Nel 2015, in occasione della mostra Egitto. Splendore Millenario organizzata dal Museo Civico Archeologico di Bologna (16 ottobre 2015 - 17 luglio 2016), il Museo Egizio di Torino ha apportato un contributo significativo all'esposizione concedendo in prestito materiali databili all'Antico e Medio Regno, oltre ad un vaso in alabastro proveniente dalla tomba a Saqqara di Djehuti, scriba reale e preposto ai paesi stranieri settentrionali durante il regno del faraone Thutmose III (1479-1425 a.C.).
A conclusione della mostra, i materiali databili all'Antico e Medio Regno sono stati lasciati in deposito a Bologna sino alla fine del 2023. Pur essendo considerata la terza per importanza in Italia, infatti, la sezione egizia del Museo Civico Archeologico è caratterizzata da un numero relativamente esiguo di manufatti databili al Pre-protodinastico, all'Antico e al Medio Regno. Tale deposito ha permesso di integrare queste lacune cronologiche e tipologiche fornendo così una conoscenza migliore della civiltà egizia sia al numeroso pubblico scolare sia al folto pubblico adulto che visita il museo bolognese annualmente.

Dal 2017 Daniela Picchi, curatrice della Sezione Egizia di Bologna, è membro del comitato scientifico della Rivista del Museo Egizio (RiME), pubblicata on-line a cadenza annuale, che promuove, raccoglie e diffonde le ricerche su tutti gli aspetti della collezione del Museo Egizio di Torino e sui siti archeologici da esso indagati oggi e in passato, nonché studi su argomenti aventi una rilevanza indiretta per la collezione.

Nel 2020 il Museo Civico Archeologico di Bologna si è reso disponibile a far scansionare i propri rilievi della tomba di Horemheb e di Ptahemwia provenienti dalla necropoli di Saqqara a integrazione dei modelli 3D dei rispettivi contesti funerari elaborati dal 3D Survey Group del Politecnico di Milano che collabora con il Museo Egizio di Torino.

Nel 2021 il Museo Egizio di Torino e il Museo Civico Archeologico di Bologna hanno aderito al gruppo di lavoro "Blu Egizio Network (BLUENET)", che rientra nelle attività del Centro linceo di ricerca sui beni culturali "Agostino Chigi" presso Villa Farnesina. Il gruppo di lavoro si prefigge di contribuire fattivamente al progredire degli studi nel campo del blu egizio, il più antico pigmento sintetico della storia, esaminandone l'utilizzo dall'antico Egitto al Rinascimento. Il museo di Bologna intende avviare un programma di indagini diagnostiche dedicato alla propria collezione egizia, condividendo le medesime linee di ricerca e metodologie d'indagine del Museo Egizio di Torino al fine di una più efficace lettura e confronto dei risultati diagnostici ottenuti.

Il prestito a lungo termine della statua della dea Sekhmet rappresenta quindi solo l'ultimo atto di una proficua collaborazione che confidiamo continui ancora per molti anni e numerosi altri progetti.

(credit photo: Alessandro Galli )

Redazione

Sabato 3 luglio Istituzione Bologna Musei aderisce alla Notte Europea dei Musei

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Museo Civico Archeologico Bologna Foto Matteo MontiAperture straordinarie fino alle h 23.00 e ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria

Bologna - L'Istituzione Bologna Musei aderisce alla "Notte Europea dei Musei" di sabato 3 luglio 2021 con un'apertura straordinaria serale fino alle h 23.00 di alcune sedi: Museo Civico Medievale (via Manzoni 4), MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14), Museo Morandi (via Don Minzoni 14), Museo Civico Archeologico (via dell'Archiginnasio 2).

Per celebrare l'iniziativa internazionale di valorizzazione dei musei e di coinvolgimento del pubblico, organizzata dal Ministero della Cultura francese, con il patrocinio dell'Unesco, del Consiglio d'Europa e dell'ICOM, nella fascia di apertura serale (dalle 19 alle 23 per il Museo Archeologico e il Museo Medievale e dalle 21 alle 23 per il MAMbo e il Museo Morandi) l'ingresso alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee sarà gratuito con prenotazione obbligatoria sul sito www.midaticket.it/eventi/musei-civici-di-bologna (ultimo ingresso prenotabile: h 22.30).

Ricordiamo le mostre temporanee che saranno visitabili gratuitamente:
Museo Civico Medievale
• Maurizio Donzelli. In nuce
A cura di Ilaria Bignotti
• Dante e la miniatura a Bologna al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese
A cura di Massimo Medica

MAMbo | Sala delle Ciminiere
Aldo Giannotti. Safe and Sound
A cura di Lorenzo Balbi con l'assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
Prenotazione obbligatoria al seguente link: https://ticket.midaticket.it/aldogiannotti/Event/2962/Date/20210703/Shift

MAMbo | Project Room
RE-COLLECTING. Contenere lo spazio
A cura di Sabrina Samorì

Museo Morandi
Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri
A cura di Lorenza Selleri

Museo Civico Archeologico
• "...che mi fa sovvenir del mondo antico". Archeologia e Divina Commedia
A cura di Marinella Marchesi
• NINO MIGLIORI. Via Elio Bernardi, 6. Ritratti alla luce di un fiammifero
A cura di Alessandra D'Innocenzo Fini Zarri

Prenotazione obbligatoria al seguente link: https://ticket.midaticket.it/museoarcheologicobologna/Event/66/Date/20210703/Shift

( credit photo: Matteo Monti )

Redazione

Bologna Festival. Rinviato al 26 in concerto" Del cantar sacro e profano "

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Con una nota ufficiale, l'organizzazione ha comunicato che il concerto è stato rinviato a lunedì 26 luglio ore 21. Il programma è invariato.

Bologna Festival. Mercoledì 23 giugno " Del cantar sacro e profano "

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San michele in boscoMercoledì 23 giugno ore 21, nella Chiesa di San Michele in Bosco, la rassegna Pianofortissimo & Talenti prosegue con un concerto vocale barocco, Del cantar sacro e profano, affidato a due giovani voci di talento, il soprano Naoko Tanigaki e il mezzosoprano Ester Ferraro.

Voci cresciute sotto l'ala di Gloria Banditelli, interprete di riferimento per la vocalità barocca, Naoko Tanigaki ed Ester Ferraro affrontano con duttile espressività arie e duetti dal repertorio sacro e profano del Seicento e del Settecento, scorrendo da Cavalli, Frescobaldi, Monteverdi sino a Bach e Händel, di cui faranno ascoltare il duetto "italiano" Troppo cruda, troppo fiera HWV 198. Le accompagna all'organo e al clavicembalo Valeria Montanari, musicista di vasta esperienza che collabora come continuista e come solista con diverse formazioni e direttori specializzati nella prassi esecutiva antica. Il programma vocale è inframezzato con brani strumentali per clavicembalo e organo: Valeria Montanari eseguirà Partite diverse sopra la Follia di Pasquini al clavicembalo e, sull'organo cinquecentesco conservato nella Chiesa, la Toccata Prima di Frescobaldi.

NAOKO TANIGAKI - ESTER FERRARNO studiano canto rinascimentale e barocco sotto la guida di Gloria Banditelli. Naoko Tanigaki, classe 1994, si è trasferita in Italia nel 2018 per approfondire lo studio del canto lirico con William Matteuzzi e ha frequentato masterclasses tenute da Monica Bacelli, Bettina Pahn e Fabio Bonizzoni. Ester Ferraro, classe 1995, ha studiato con il soprano Teresa Cardace e si è diplomata in canto lirico al Conservatorio di Perugia. Si è distinta in diversi concorsi nazionali e internazionali e dal 2016 canta come solista e corista nella Basilica Papale di San Francesco d'Assisi.

VALERIA MONTANARI. Clavicembalista, organista, pianista e fortepianista, collabora come continuista e come solista con diverse formazioni e direttori specializzati nella prassi esecutiva antica. Tra questi figurano Accademia Bizantina, La Stagione Armonica, Athena Ensemble, Gli Invaghiti, Stefano Montanari, Rinaldo Alessandrini, Adrian van der Spoel e Carlo Ipata. Interessata anche al repertorio da camera per pianoforte storico ha fondato l'ensemble "Il Tetraone", con cui ha registrato il Quartetto op.16 di Beethoven e il Quintetto "La Trota" di Schubert.

Redazione

Sasso Marconi: il 18 e 20 giugno due spettacoli ispirati alla vita di Marconi

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Locandina Guglielmo scendi giùIn scena nella suggestiva cornice naturalistica dell'Oasi S. Gherardo due spettacoli di Tita Ruggeri ispirati alla vita e all'opera di Guglielmo Marconi

Sasso Marconi - L'Oasi San Gherardo, la riserva naturale nata dalla riconversione di un'ex-cava nei pressi del lungofiume Reno, a Pontecchio, ospita nel fine settimana due spettacoli ispirati alla radio e alla vita di Guglielmo Marconi: "Guglielmo scendi giù" e "Senza fili". Si tratta di pièce scritte e dirette dagli attori bolognesi Tita Ruggeri e Davide Puccetti, portate in scena al crepuscolo, in un suggestivo contesto naturalistico, sui prati e tra il verde dell'Oasi.

Si comincia domani, 18 giugno, con "Guglielmo scendi giù", che ripercorre gli episodi salienti della vita di Marconi analizzandoli dal punto di vista delle figure femminili - madre, figlia, cuoca... - che hanno segnato l'esistenza dell'inventore, crescendolo, sostenendolo, incoraggiandolo, amandolo e ricordandolo: una ricostruzione della figura e dell'opera di Marconi effettuata da una prospettiva inconsueta. A indossare i panni delle 'donne di Marconi' sono alcune componenti delle "Donne di Sasso", associazione culturale di Sasso Marconi.

Domenica 20 giugno, invece, gli attori di "Mercanti in scena" (compagnia teatrale amatoriale formata da alcuni commercianti di Sasso Marconi) interpretano "Senza fili. Storie di radioamatori", spettacolo ispirato ai racconti di Carla Cenacchi, cittadina e storica radioamatrice sassese, autrice del libro autobiografico "Dagli Appennini alle Ande e ritorno". Un viaggio nella storia della comunicazione senza fili raccontato attraverso le vicende di alcuni appassionati radioamatori che, grazie alle intuizioni di Marconi, con i loro apparecchi hanno abbattuto le distanze di spazio e tempo.

Per entrambi gli spettacoli sono previste due rappresentazioni, alle ore 19 e alle 21; l'ingresso è ad offerta libera ed è consigliata la prenotazione al n. 380 3593561.

"Guglielmo scendi giù" e "Senza fili" sono realizzati con il sostegno del Comune di Sasso Marconi e fanno parte del cartellone di Bologna Estate 2021.

Redazione

Bologna Festival. Talenti al violino, alla Rocca Isolani di Minerbio

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Cortile Rocca Isolani foto Beatrice Marchi Giovedì 17 giugno ore 21 la rassegna di musica sotto le stelle Pianofortissimo & Talenti cambia sede, spostandosi nel cortile di Rocca Isolani (Minerbio) per il concerto della giovane violinista Francesca Bonaita.

Prima del concerto, alle ore 20.30, è prevista una visita guidata alle sale con gli affreschi di Amico Aspertini, a cura della storica dell'arte Daniela Scaglietti Kelescian. La visita è su prenotazione, a posti limitati.

Nel programma del concerto di Francesca Bonaita (violino) e Martina Consonni (pianoforte) noti brani di Čajkovskij, Sérénade mélancolique e Valse-Scherzo, si alternano a pagine violinistiche del Novecento: il Divertimento di Stravinskij, tratto dal balletto Le Baiser de la Fée, e la prima Sonata di Schnittke, uno dei capisaldi del repertorio violinistico del XX secolo. A conclusione del programma l'appassionante Carmen Fantasy del compositore russo Alexander Rosenblatt (Mosca 1956), moderna rivisitazione dei celebri temi della Carmen di Bizet.

Il concerto è realizzato in collaborazione con il Comune di Minerbio e Isolani Meeting, nell'ambito di Bologna Estate 2021, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica.

FRANCESCA BONAITA. Classe 1997, dopo il diploma in violino al Conservatorio di Milano, Francesca Bonaita, si perfeziona con Sergej Krylov e completa gli studi al Conservatorio della Svizzera Italiana. Frequenta corsi di prassi violinistica e cameristica con Salvatore Accardo e corsi di perfezionamento con Itamar Golan, Francesca Dego, Andrey Baranov, Dmitri Chichlov, Atos Trio e Trio di Parma. A diciannove anni debutta alla Carnegie Hall di New York in recital e suona con l'Orchestra Filarmonica di Bacau in Romania nel Concerto per violino di Čajkovskij. Inizia così un'intensa attività solistica e cameristica, spaziando in un ampio repertorio che include la musica del Novecento e quella contemporanea. Sotto la direzione di Arturo Tamayo ha eseguito il Concerto per violino e grande orchestra di B. A. Zimmermann al LAC di Lugano; ha collaborato con diversi musicisti, tra cui Itamar Golan, Rocco Filippini, Andrea Rebaudengo, Robert Kowalsky, le prime parti soliste della Filarmonica della Scala, l'ensemble Sentieri Selvaggi di Carlo Boccadoro.

MARTINA CONSONNI. Classe 1997, Martina Consonni si diploma a soli 14 anni al Conservatorio di Pavia. Un talento per il pianoforte manifestato sin da bambina la porta a vincere ben 55 primi premi assoluti in concorsi nazionali e internazionali. Ha perfezionato gli studi all'Accademia Pianistica di Imola sotto la guida di Franco Scala ed Enrico Pace. La sua inclinazione per la musica da camera la vede esibirsi insieme ad artisti come Enrico Dindo e Francesco Dillon, Edoardo Zosi, Fabiola Tedesco, Emma Arizza.

( Credit photo: Beatrice Marchi)

Redazione

Torna Baby BoFe': Sogno di una notte di mezza estate nel verde del Parco del Paleotto

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Baby BOFe Sogno di una notteQuesta sera, martedì 15 giugno ore 19 (in replica ore 21), al Parco del Paleotto, BABY BOFE', la rassegna di musica classica per bambini 3-11 anni, torna in scena con lo spettacolo musicale Sogno di una notte di mezza estate con musiche di Mendelssohn. Un appuntamento speciale, ispirato alla celebre commedia di Shakespeare. che trova un'intonata e suggestiva collocazione al bordo dei boschi dei nostri colli, nel Parco del Paleotto.

Le suadenti melodie scritte da Mendelssohn per la commedia fiabesca di Shakespeare vengono eseguite dal Duo Pianistico Ragazzoni (pianoforte a quattro mani) nella versione pianistica elaborata dallo stesso Mendelssohn; in scena, con la regia di Sandra Bertuzzi, gli attori della Compagnia Fantateatro. In un bosco incantato, la notte del solstizio d'estate, tutto può succedere: in compagnia di fate e folletti, tra incantesimi e pozioni magiche, quattro giovani innamorati troveranno finalmente la felicità. Un incontro straordinario tra il grande teatro e alcune delle pagine più belle della letteratura musicale classica, come la famosissima Marcia nuziale.

Lo spettacolo, in collaborazione con il centro di produzione culturale Paleotto 11, è realizzato nell'ambito di Bologna Estate.

Redazione

Il cortile dei fanciulli: storie di minori nel manicomio provinciale di Bologna

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La mostra, che inaugura mercoledì 16 giugno, si concentra sul periodo che va dal 1811 al 1950

Da una ricerca sui materiali conservati nel fondo archivistico dell'ex-Ospedale Psichiatrico Provinciale "F.Roncati" nasce la mostra "Il cortile dei fanciulli. Storie di minori nel manicomio provinciale di Bologna", che si concentra sulla presenza dei minori nel manicomio di Bologna, in un arco temporale che va dal 1811 al 1950.

All'inaugurazione, in programma mercoledì 16 giugno alle ore 18, saranno presenti Paolo Bordon, direttore generale della Azienda USL di Bologna, Angelo Fioritti, direttore DSM-DP Azienda USL di Bologna, Mariaraffaella Ferri, vicesindaca metropolitana e Bruna Zani, presidente dell'Istituzione Gian Franco Minguzzi.

Seguirà una lettura creativa "I Dimenticati. Storie perdute e ritrovate di bambini in manicomio" curata da Roberto Vecchi Benatti con la partecipazione dell'associazione Leggio.

Dai documenti emergono le numerose storie di vita di bambine e bambini "difficili" il cui disagio viene contenuto all'interno di un percorso istituzionale che non manca di attenzione alle determinanti sociali del disagio psichico e ai possibili percorsi riabilitativi, tracciando i primi passi della moderna disciplina della neuropsichiatria infantile.

La mostra giunge al termine di un percorso di valorizzazione dei documenti di archivio dell'ex-Ospedale Psichiatrico Provinciale di Bologna, progettato e realizzato dall'Istituzione Gian Franco Minguzzi della Città metropolitana di Bologna. Attraverso lo studio delle cartelle cliniche e dei materiali amministrativi, è stato possibile ricavare il dato di una presenza non trascurabile dei minori all'interno del manicomio, da dove nella maggioranza dei casi venivano in seguito avviati verso altre istituzioni assistenziali.

I giovanissimi ricoverati provenivano nella quasi totalità da famiglie di umilissima origine, con diagnosi che descrivono il presunto ritardo mentale, ma lasciano intravvedere sullo sfondo le condizioni di gravissimo disagio sociale ed economico delle famiglie, al limite della sopravvivenza.

La ricerca di archivio e i testi della mostra sono stati curati da Rossella Raimondo, ricercatrice, Carlotta Gentili, neuropsichiatra infantile e Francesco Rosa, archivista.

Il progetto di valorizzazione che ha portato alla realizzazione della mostra è stato sostenuto dall'IBACN della Regione Emilia-Romagna.

Redazione

Sasso Marconi: da oggi, 8 giugno, i film di prima visione infrasettimanali

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CINEMAI film di prima visione passano dal week-end al martedì-mercoledì-giovedì sera

La programmazione del Cinema comunale di Sasso Marconi prosegue a giugno con un'importante novità: i film di prima visione, tradizionalmente calendarizzati nel fine settimana, si spostano nelle serate di martedì-mercoledì-giovedì. Un cambiamento di programma dettato dalla necessità di evitare sovrapposizioni con gli eventi e le iniziative culturali che animeranno i week-end di giugno, a partire dalla rassegna di burattini "Piccoli Teatri" (che riprende venerdì 11 dopo aver osservato qualche giorno di pausa), e dalla volontà di offrire una proposta di calendario più adeguata al periodo estivo ormai alle porte.

La nuova programmazione parte già domani, 8 giugno, con "Un altro giro", pellicola del regista danese Thomas Vinterberg che si aggiunge alla serie di film premi Oscar proposti in queste prime settimane di riapertura del cinema.

Vincitore dell'Oscar come miglior film straniero, "Un altro giro" racconta la storia di un insegnante di liceo di Copenaghen che ha perso motivazione sul lavoro e nella vita di tutti i giorni. Per recuperare brillantezza e fiducia, l'uomo decide di tentare un esperimento e, assieme a tre amici e colleghi, inizia ad assumere alcool, nella convinzione (avvalorata dalla teoria di uno psichiatra norvegese) che un leggero stato di ebbrezza contribuisca a migliorare la creatività e la produttività sul lavoro... Davanti ai primi positivi riscontri, i 4 amici decidono di fare del loro esperimento un vero e proprio progetto accademico senza però aver considerato che esagerare con gli alcolici può portare a conseguenze spiacevoli...

Un film provocatorio e anticonvenzionale con cui Vinterberg, nel denunciare l'eccessivo consumo di alcool del suo Paese, e in generale di una società che si cela dietro la facciata del perbenismo, celebra la sete di vita e ci ricorda come stia ad ognuno di noi decidere come vivere, assumendosi, nel bene o nel male, la responsabilità delle proprie scelte.

ORARI: con lo slittamento del coprifuoco alle 24, le proiezioni si spostano alle h. 20.30 (spettacolo unico martedì 8, mercoledì 9 e giovedì 10 giugno).

Il Cinema comunale è in Piazza dei Martiri 5.

Ricordiamo che la capienza della sala è ridotta a 120 posti, adeguatamente distanziati e assegnati in loco, dopo il pagamento del biglietto d'ingresso (5 Euro).

Redazione

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