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Bologna. Copernico, l'incendio è di origine dolosa; danni per 80mila euro

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Copernico IstitutoRuscigno: "Episodio molto grave che poteva avere conseguenze molto serie". La preside Vaccari: "Domani la riapertura della scuola"

Ammontano a circa 80.000 euro i danni dell'incendio che nel pomeriggio di ieri ha portato all'evacuazione del liceo Copernico e alla sua chiusura (anche per la giornata di oggi).

Le verifiche dei Vigili del fuoco hanno stabilito l'origine dolosa dell'incendio partita da un cestino di rifiuti collocato in un bagno che era stato poi chiuso per impedire l'immediato intervento.

"Si tratta di un episodio molto grave – è il commento del Consigliere metropolitano con delega alla Scuola Daniele Ruscigno - confidiamo nel lavoro delle autorità competenti per l'individuazione degli autori per poter procedere alla richiesta di risarcimento danni. Non è la prima volta che avvengono episodi di vandalismo ma questo poteva avere conseguenze molto gravi. Grazie al perfetto funzionamento dell'impianto antincendio, all'immediato intervento dei Vigili del fuoco e all'evacuazione pronta e ordinata degli studenti (non 1.600 perché in gran parte già usciti essendo terminate le lezioni della mattina ed in corso solo alcune attività pomeridiane) sono stati evitati danni alle persone, anche se l'incendio era potenzialmente molto pericoloso. Grazie dunque ai nostri tecnici, ai Vigili del fuoco, al personale docente e a tutti quelli che hanno operato in questa difficile situazione".

I tecnici della Città metropolitana già nel pomeriggio e nella serata di ieri sono intervenuti ed hanno riattivato tutti gli impianti. Questa mattina è iniziata invece la bonifica ambientale per eliminare odori e polveri provocati dall'abbondante fumo.

"La ripresa delle attività scolastiche – spiega la dirigente scolastica del Copernico Fernanda Vaccari - avverrà già domani. Questa mattina ho infatti effettuato un sopralluogo con l'Ufficio di igiene dell'Ausl che ha dato l'ok alla riapertura della scuola già da domani mattina, isolando l'area interessata all'incendio. I sistemi di allarme della scuola hanno funzionato bene e nel giro di 10 minuti c'è stata una mobilitazione completa di vigili, scuola e Città metropolitana. La volontà della scuola è di installare telecamere per contrastare episodi del genere, ne parleremo presto in Consiglio di Istituto".

Redazione

Vandelli ( USIP): suicidi in divisa, già 6 eventi tragici nel nuovo anno

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pistolaIl 2020 è già iniziato con 6 suicidi, dopo che il 2019 si è chiuso con 69 decessi (+36 rispetto al 2018), ma nessuno ne parla. Dal 2010 al 2018 se ne sono registrati 285

Un bilancio che scuote gli animi e deve farci riflettere, ma soprattutto deve portarci a trovare nuove soluzioni. Le vittime nel corso dell'anno 2019 tra coloro che indossano una divisa sono così suddivise: 18 Polizia di Stato(*), 17 Carabinieri, 6 Guardia di Finanza, 11 Polizia Penitenziaria, 5 Polizia Municipale, 9 Forze Armate, 1 Vigili del Fuoco, 2 Guardie Giurate.

*10 gennaio: 38 anni, Reparto Mobile di Padova, con l'arma d'ordinanza;

*27 gennaio: 48 anni, Polizia Ferroviaria di Foggia, con l'arma d'ordinanza;

*28 marzo: 48 anni, Questura di Chieti, si è lasciato cadere da un viadotto;

*29 marzo: 47 anni, Questura di Caltanissetta, (donna) con l'arma d'ordinanza;

*04 aprile: 29 anni, Reparto Mobile di Firenze, con l'arma d'ordinanza;

*09 aprile: 45 anni, Polizia Stradale dell'Aquila, (donna) con l'arma d'ordinanza;

*28 aprile: 42 anni, Questura di Ragusa, con l'arma d'ordinanza;

*13 maggio: 32 anni, Questura di Como, con l'arma d'ordinanza;

*29 giugno: 33 anni, Polizia Ferroviaria di Trieste, con l'arma d'ordinanza;

*15 agosto: 37 anni, Questura di Palermo, si è lasciato cadere da un viadotto;

*03 settembre: 60 anni, Questura di Roma, con l'arma d'ordinanza;

*06 settembre: 45 anni, Polaria di Fiumicino, nell'auto satura di gas; dopo che il

*15 settembre: 52 anni, Questura di Vibo Valentia, con l'arma d'ordinanza;

*26 settembre: 53 anni, Stradale di Milano, con l'arma d'ordinanza;

*08 novembre: 43 anni, Istituto Superiore Roma, con l'arma d'ordinanza;

*16 dicembre: 45 anni, Polizia Postale di Napoli, con l'arma d'ordinanza;

*21 dicembre: 47 anni, Questura di Caltanissetta, (donna) con l'arma d'ordinanza;

*24 dicembre: 36 anni, Scuola Alpina di Moena, con l'arma d'ordinanza.

La notizia del suicidio di un appartenente alle forze dell'ordine colpisce ogni volta l'opinione pubblica e i mass media. Poi un silenzio assordante in attesa del successivo tragico evento. Sono molti quelli che si interrogano sulla necessità di verificare con più attenzione lo stato psicologico degli addetti alle agenzie di sicurezza e la loro idoneità nel gestire l'arma d'ordinanza. Gli psicologi civili bussano alle porte dello Stato per offrire il loro supporto ma lo Stato gira la testa dall'altra parte e decide di lavare in casa i panni sporchi... Il suicidio di un operatore di polizia, tra l'altro, viene vissuto dai colleghi come un'esperienza dolorosa che lascia dietro di sé molte domande e sensi di colpa per la convinzione di non aver colto in tempo quei segnali di disagio lanciati da chi meditava l'insano gesto. Una vera e propria emergenza, una condotta distruttiva, un sintomo tragico di profonda sofferenza interiore e di disagio personale che evidentemente accompagna i tutori dell'ordine - da sempre al servizio dei cittadini - nella vita quotidiana. Come elencato i suicidi si susseguono con una cadenza impressionante. Quasi due a settimana. Una strage trasversale che interessa uomini e donne in divisa. Un anno fa è stato costituito a livello nazionale, con decreto del Capo della Polizia, l'Osservatorio permanente interforze sul fenomeno suicidario tra gli appartenenti alle Forze di Polizia. Ovviamente non sta ottenendo i risultati sperati, anzi, visto che avrebbe il compito di prevenire tali eventi, ad oggi, a nostro avviso, ha colpevolmente fallito.

Ugo Vandelli segretario provinciale FC (Unione Sindacale Italiana Poliziotti)

Sicurezza: SIULP, sul taser bene approvazione definitiva CdM

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taserL'approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri del decreto che consente di dotare le Forze di Polizia del taser, è un risultato atteso da tempo che il SIULP ha sostenuto rivendicandolo da anni.
Con il provvedimento del CdM si dotano le Forze di Polizia di uno strumento, come dimostra anche l'esperienza maturata da moltissime altre Forze di Polizia nel Mondo, che consente di garantire maggiore sicurezza sia per coloro che praticando violenza richiedono l'uso della forza da parte degli operatori di polizia, sia una maggiore sicurezza degli operatoti stessi.
Infatti, questo strumento consentirà, senza il contatto fisico con i violenti e gli esagitati, di bloccarli evitando che le loro azioni possano produrre pregiudizio o danni alla sicurezza dei cittadini.
Il SIULP lo richiedeva da anni proprio per queste ragioni e anche per l'escalation delle aggressioni delle donne e degli uomini in uniforme, che ormai si registrano ogni 4 ore, che avvengono per la totale certezza d'impunità di chi aggredisce i rappresentanti dello Stato.
Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, a commento dell'approvazione del decreto che autorizza l'introduzione del taser tra l'armamento in dotazione alle Forze di Polizia, appena varato dal Consiglio dei Ministri.
Ora, conclude Romano, ci aspettiamo un iter veloce da parte delle Amministrazioni per approvvigionare il taser e distribuirlo agli operatori, sperando che non occorrano dieci anni anche per questo.
Insieme a questo provvedimento, però, occorre anche che il Governo ascolti il SIULP sulla necessità di varare norme che prevedano tutele reali, come quella legale o la certezza della pena per chi aggredisce i poliziotti, per chi quotidianamente in ogni angolo del Paese rischia la propria vita per garantire la sicurezza dei cittadini e l'ordine e la sicurezza pubblica.

Redazione

Sicurezza: SIULP a sostegno di Gabrielli, servono appostamenti economici

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FELICE ROMANOIl segretario del  SIULP: ha ragione Gabrielli, non si può fare la sicurezza senza i necessari appostamenti economici
Ha ragione il Prefetto Gabrielli quando afferma che in un Paese civile non si può chiedere ai poliziotti di lavorare 10/12 ore al giorno per garantire maggiore sicurezza nelle fasce serali e notturne, attesa la cronica carenza di organico determinato dal blocco del turn-over che i governi hanno sentenziato negli ultimi 10 anni, offrendo loro in contro partita circa 4 euro all'ora. In sostanza meno dell'ora ordinaria di lavoro.
Se non fossimo in Italia, in una democrazia avanzata che tutti indicano come il Paese che ha una delle migliori polizie al mondo, visto il modo in cui i poliziotti vengono retribuiti, la mente ci porterebbe immediatamente a scenari di oltre oceano dove in passato, quelli che venivano costretti a lavorare nelle medesime condizioni, erano paragonati agli schiavi.
Ecco perché, non solo plaudiamo al coraggio ed alla responsabilità del Capo della Polizia che ha denunciato questo stato di cose, aggiungendosi alle denunce che il Siulp fa ormai da anni, ma sosteniamo questa sua rivendicazione richiamando l'attenzione del premier e del governo nel suo insieme affinché si trovi una soluzione per rendere quanto meno accettabile ciò che oggi è lungi dall'essere dignitoso.
Per questo rivendichiamo uno stanziamento ad oc, nel pieno rispetto della specificità del Comparto Sicurezza, preannunciando che se così non sarà ci sarà la naturale e obbligata risposta con una protesta eclatante.
E' quanto afferma Felice Romano (in foto), Segretario Generale del Siulp, iin merito alla denuncia fatta dal Prefetto Gabrielli rispetto all'esiguità con cui viene remunerata la prestazione straordinaria dei poliziotti.
Auspichiamo, conclude Romano, che il governo prenda coscienza di questa intollerabile situazione ponendovi un rimedio. Giacché è veramente intollerabile ed inammissibile che per mission istituzionale è deputato al contrasto del lavoro nero né è la prima vittima.
Stendiamo un velo pietoso sui tempi con cui viene pagato questo "lavoro nero".

Redazione

Sicurezza a Cesena, Vandelli (USIP): sono solo canzonette..

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Vandelli UgoSulla questione sicurezza a Cesena interviene Ugo Vandelli segretario provinciale FC (Unione Sindacale Italiana Poliziotti) che chiosa:

" Le cronache giornaliere confermano che Cesena ha problemi seri ed irrisolti riguardo la sicurezza, o meglio l'insicurezza dei cittadini. La lunga ondata di furti in abitazioni, aziende, magazzini e negozi si sta trasformando in una vera piaga per il nostro territorio. Altra drammatica emergenza l'aumento degli incidenti stradali sulle principali arterie di nostra competenza. Per questo trovo le parole delle Istituzioni, quando si addentrano nella materia specifica, "altalenanti" e mai, o quasi, supportate da fatti concreti. In un recente passato ci sono sembrate alquanto ottimistiche le comunicazioni riguardanti gli aumenti di organico tra gli addetti alla sicurezza, nonché l'ipotetico aumento dei servizi di vigilanza sul territorio. Le nostre informazioni, al contrario, parlano di una situazione di carenza per quel che riguarda sia gli uni che gli altri, in particolare per quanto concerne i presidi provinciali, così come non si ha al momento percezione di qualche pur sensibile miglioramento in città. Un territorio vasto come quello cesenate, con una notevole concentrazione di attività, necessita di ben altre tipologie di servizi. Si potrebbe iniziare privilegiando i turni serali/notturni nelle frazioni, orari nei quali si rileva la maggior concentrazione di reati e incidenti stradali. In attesa dell'anno che verrà, mentre il prefetto di Forlì Cesena, quale autorità provinciale di pubblica sicurezza, sovrintende e coordina, segnaliamo al questore di Forlì Cesena la necessità di un riequilibrio degli organici in provincia evitando di trattare Cesena, così come i suoi predecessori, sempre e solo quale sorella povera. Al dirigente del commissariato di Cesena, il consiglio di utilizzare al meglio le forze a sua disposizione nel controllo del territorio, con personale preferibilmente in uniforme, visibile e in grado di annullare il distacco esistente tra polizia e cittadini. Al direttore del Centro Addestramento Polizia di Stato di Cesena (CAPS) l'invito ad aumentare le pattuglie giornaliere della "Sezione Speciale" - in servizio di vigilanza stradale - così da limitare le morti e i feriti, in spaventoso aumento, e contrastare il ritorno delle cosiddette stragi del sabato sera. Per quel che riguarda il "faraonico" progetto di video sorveglianza, nonché la "riqualificazione" della zona adiacente la stazione ferroviaria, attendiamo dal primo cittadino di Cesena atti concreti e non solo dichiarazioni d'intenti a lunga scadenza..."

Redazione

 

 

Superati i limiti PM10: scattano le misure emergenziali a Bologna, Imola e nei Comuni

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smogDa domani 10 dicembre a giovedì 12 compreso stop ai diesel euro 4, riscaldamenti abbassati e limiti su combustione delle biomasse

A seguito dei controlli eseguiti da ARPAE, si è rilevato il superamento per 3 giorni consecutivi dei limiti delle polveri PM10 a Bologna così come nelle altre città della regione.

Pertanto, come previsto dagli accordi regionali, da domani martedì 10 dicembre a giovedì 12 dicembre compreso, a Bologna, Imola e nei comuni dell'agglomerato, entrano in vigore le misure emergenziali per abbassare i livelli di inquinamento.

Qui l'ordinanza del Comune di Bologna.
Qui le ordinanze degli altri comuni della città metropolitana.

Dal 1° ottobre 2019 al 31 marzo 2020 sono in vigore le misure antismog come previsto dal PAIR 2020 - Piano Aria Integrato Regionale. Le limitazioni alla circolazione nei centri abitati, previste dal lunedì al venerdì e nelle domeniche ecologiche (dalle 8.30 alle 18.30), riguardano i veicoli benzina fino all'euro 1, diesel fino all'euro 3 e ciclomotori pre euro.

Quando si superano i limiti di PM10 per 3 giorni consecutivi scattano invece le misure emergenziali. In questi giorni, alle limitazioni alla circolazione previste dal lunedì al venerdì, si aggiunge:
- il divieto di circolazione per i diesel euro 4
- il divieto di uso di biomasse per il riscaldamento domestico (in presenza di impianto alternativo) con classe di prestazione emissiva minore di 3 stelle
- l'abbassamento del riscaldamento fino a un max di 19° nelle case e 17° in attività produttive e artigianali
- divieto di combustione all'aperto
- divieto di sosta con motori accesi
- divieto di spandimento di liquami zootecnici senza tecniche ecosostenibili.

Le limitazioni riguardano i Comuni dell'agglomerato di Bologna (Argelato, Calderara di Reno, Casalecchio di Reno, Castel Maggiore, Castenaso, Granarolo dell'Emilia, Ozzano dell'Emilia, San Lazzaro di Savena e Zola Predosa) oltre a Bologna e Imola.

Sono previste deroghe a tutela di particolari necessità quotidiane: esentati, fra gli altri, lavoratori turnisti, chi si sposta per cura e assistenza, chi accompagna i figli a scuola e i meno abbienti con Isee annuo fino a 14mila euro.

In tutti i Comuni (esclusi quelli montani) è invece sempre valido – da ottobre a marzo – lo stop agli impianti a biomassa legnosa per il riscaldamento domestico inferiori a 3 stelle (compresi anche i caminetti a legna aperti).

Per avvertire i cittadini interessati quando scattano le misure emergenziali e le domeniche ecologiche, la Città metropolitana ha attivato il servizio gratuito di alert sms (o mail) che ha superato in questi giorni i 6mila iscritti.

È inoltre disponibile l'app "Che Aria è", sviluppata dalla Fondazione Innnovazione Urbana, attraverso cui i cittadini possono avere un'informazione semplice e costante sullo stato della qualità dell'aria, ricevere suggerimenti e consigli sui comportamenti corretti che riducano l'impatto dell'inquinamento atmosferico e i rischi per la salute.

Maggiori informazioni su:

www.comune.bologna.it
www.cittametropolitana.bo.it/pianoaria
www.arpae.it

Redazione

Crollo della provinciale 325 Val di Setta, la strada andrà spostata ma servirà molto tempo

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Frana Gardelletta da droneIl 18 dicembre a Vado assemblea con i residenti

Dopo mesi di indagini e studi arriva una prima "sentenza" sul crollo della provinciale 325 Val di Setta verificatosi il 6 e il 22 aprile al km 13 tra le frazioni di Vado (Comune di Monzuno) e Gardelletta (Comune di Marzabotto).

La causa del crollo, che da aprile è rimasto in movimento fino a una decina di giorni fa quando si è verificato un ulteriore cedimento (nel video: l'evoluzione del crollo nei diversi mesi), più che a fenomeni di erosione del sottostante corso del torrente Setta o a semplici movimenti franosi è da imputare alla presenza di una faglia proprio nel punto in cui si è verificato il crollo, oltre a una serie di concause come il basso grado di cementazione dell'arenaria di cui è composta la parete.

Per questo motivo la strada non si può ricostruire in quel punto. In questi ultimi mesi – una volta emersa la faglia dopo un importante crollo nel mese di luglio ed effettuata la pulizia dell'alveo del fiume - si è provveduto a ripulire il bosco sopra il punto crollato per poter effettuare anche in quella zona un monitoraggio geologico. La Città metropolitana ha inoltre affidato diversi incarichi (le professionalità richieste per questo tipo di indagini sono molte) per un totale di circa 100mila euro, per effettuare indagini geognostiche con trivellazioni per studiare la geologia e la struttura del versante a un team di geologi e ingegneri (i carotaggi in questi giorni si stanno spingendo fino a 45 metri di profondità).

L'obiettivo di queste indagini è arrivare a capire se è possibile percorrere la soluzione che sta venendo avanti come unica possibilità per riaprire la viabilità: cioè spostare la strada di circa 17/20 metri all'interno con la costruzione quindi di 300 metri di nuova strada. L'ipotesi di una galleria o di un viadotto sono invece state scartate perché troppo impattanti sia dal punto di vista ambientale che dei costi (occorrerebbe in entrambi i casi circa 1km di nuova strada con costi oltre i 20 milioni di euro).

"In questi mesi – spiega il Consigliere metropolitano con delega alla Viabilità Marco Monesi – abbiamo lavorato intensamente, prima per pulire il versante, poi per verificare e monitorare gli spostamenti del terreno al fine di capire quale progetto fare per riaprire questa strada. Ora stiamo studiando la fattibilità della soluzione la cui realizzazione, è bene essere chiari fin da subito, richiederà almeno 2 anni per essere realizzata. La Sp 325 Val di Setta, è bene ricordarlo, rappresenta un'arteria importante non solo per i residenti della zona ma per l'intero Paese. In caso di chiusura dell'autostrada A1 per maltempo o per incidente l'esodo dai caselli di Rioveggio e di Cinque Cerri/Sasso Marconi è previsto su questa strada. Il 18 dicembre come concordato con il sindaco Bruno Pasquini incontrerò i residenti a Vado (Monzuno) per aggiornarli direttamente della situazione".

Redazione

Contrasto alla violenza sulle donne, approvato l’Accordo con i Distretti e Centri anti violenza

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VIOLENZA DONNEApprovato in Consiglio metropolitano l'Accordo con i Distretti e i Centri antiviolenza: 19 posti per la prima accoglienza e 25 per l'ospitalità

Bologna. E' stato approvato all'unanimità dal Consiglio metropolitano l'Accordo che vede impegnati la Città metropolitana, i sette Distretti socio sanitari per le pari opportunità e i Centri antiviolenza del territorio (Casa delle Donne per non subire violenza, Trama di Terre, Mondo Donna, Udi, Per le Donne, e Sos Donna) a dare risposte coordinate e condivise per realizzare un sistema di accoglienza, ascolto e ospitalità per le donne che hanno subito violenza e di contrasto alla violenza.
Complessivamente saranno messi a disposizione 19 posti per la pronta accoglienza (17 Casa delle Donne e 2 Trama di Terre), 25 posti per l'ospitalità di seconda accoglienza nelle case rifugio, e servizi di ascolto e consulenza.
In particolare poi la Città metropolitana s'impegna, in continuità con il precedente accordo, a concedere in comodato gratuito alla Casa delle Donne tre unità abitative.

L'Accordo, unico nel suo genere a livello nazionale, è la cornice di un'importante azione integrata fra soggetti pubblici e privati per l'accoglienza delle donne maltrattate, e che si completa con le politiche di contrasto alla violenza sulle donne che vedono da sempre impegnata la Città metropolitana: dal Protocollo sulla comunicazione di genere appena sottoscritto, alle numerose iniziative programmate su tutto il territorio in occasione del 25 novembre, al progetto Stanza Rosa per favorire le donne nel denunciare atti di violenza subiti.

"Accolgo con grande piacere il parere unanime espresso dal Consiglio metropolitano – ha sottolineato la consigliera delegata Mariaraffaella Ferri – perché tanto è il lavoro che abbiamo fatto ma i fatti dimostrano che non è sufficiente e che serve un impegno costante e convinto per dare una risposta di sistema all'approccio negazionista dilagante e al convincimento ancora diffuso che attribuisce alle vittime la responsabilità della violenza subita, sostenendo che, in buona sostanza, "se la sono cercata".

Redazione

Viabilità, chiusa per frana la SP 43 "Badi-Rio Confini" a Camugnano

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FranaSP43Dalla serata di ieri è chiuso un tratto della strada provinciale SP 43 "Badi -Rio Confini", nel territorio del Comune di Camugnano, a causa di una frana che ha ostruito completamente la carreggiata al km 2+300.
Per limitare i pericoli e consentire il ripristino in sicurezza della circolazione è stata quindi istituita una interruzione del transito in entrambi i sensi di marcia, ed il traffico è stato deviato su strade limitrofe comunali.
Sono in corso sopralluoghi oltre che della Città metropolitana, anche da parte della Regione Emilia-Romagna e della Protezione civile. A causa del materiale instabile a monte della scarpata e in attesa di un riscontro geologico si prevedono tempi lunghi per la riapertura della strada.

Redazione

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