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Riforma Cartabia, tra dubbi e domande, da oggi cambia il processo penale. Efficienza = giustizia?

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Giunchedi Filippo AvvocatoL'opinione di Filippo Giunchedi – Professore associato di Diritto processuale penale e avvocato

Oggi 30 dicembre 2022 entra in vigore il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, più comunemente noto come Riforma Cartabia.
Una gestazione lunga che, da ultimo, ha portato ad un posticipo rispetto alla data originariamente fissata per l'entrata in vigore – lo scorso 2 novembre –, conseguenza di carenze strutturali, soprattutto informatiche, che avrebbero impedito il regolare svolgimento dell'attività richiesta dalle molteplici modifiche e dai relativi adempimenti procedurali.
Epperò, l'esigenza di raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (P.N.R.R.) per accedere ai fondi dell'Unione europea non consente di attendere ancora. Quindi, da oggi siamo di fronte ad un nuovo modello di accertamento dei reati. Il numero degli articoli del codice di procedura penale modificati e di nuovo conio è impressionante, quasi duecento, benché all'apparenza le differenze non paiono incidere sull'ideologia, dato che l'impianto normativo è costruito su quello originario, il codice Vassalli entrato in vigore il 24 ottobre 1989.
Fermarsi a questo dato sarebbe fuorviante, però, posto che, proprio nel segno dell'impegno europeo, la giustizia cambia volto, l'ennesimo per questo codice, facendo evaporare le lodevoli finalità che si proponeva il legislatore di quel lontano – non solo cronologicamente, ma soprattutto ideologicamente – 1989. Quel modello di processo puntava ad un cognitivismo fondato sul contraddittorio delle parti per formare la prova, consapevole che dal confronto tra gli antagonisti si possa attingere alle conoscenze di cui sono depositari testimoni, consulenti tecnici, periti e parti stesse.
Il limite di un simile metodo euristico è quello dell'importante dispendio di risorse, tanto che veniva escogitata la soluzione: la maggior parte dei processi dovevano celebrarsi con metodologie accertative differenti e meno dispendiose, ricorrendo ai procedimenti semplificati come il giudizio abbreviato che rinuncia proprio al contraddittorio per la formazione della prova o il patteggiamento della pena che, addirittura, costituisce una rinuncia all'accertamento in virtù di un accordo sulla pena da applicare all'imputato.
Nel corso degli anni gli incentivi verso queste forme di giustizia "sommaria" – ove quale "premio" per l'imputato che rinuncia ad un processo "virtuoso", lo Stato è disposto a forti sconti in termini di pena – sono stati incrementati, perdendo di vista l'obiettivo originario.
Oggi, con il modello introdotto dalla Riforma Cartabia, questo scivolamento verso succedanei di un accertamento efficace ha subito una forte accelerazione puntando con decisione verso forme di a-cognitivismo nel segno dell'efficienza della giustizia penale quale passaggio obbligato per il raggiungimento degli obiettivi del P.N.R.R. che prevedono, entro il 2026, la riduzione del 25% della durata media dei tre gradi del processo penale anche grazie alla sua transizione digitale e telematica.
Un altro punto di forza è rappresentato dall'incentivare forme di giustizia riparativa, fondate in buona parte sull'emenda del presunto reo e sulla conciliazione con la vittima del reato.
Insomma, una metodologia di accertamento estremamente ridimensionata, soprattutto se si pensa ai buoni propositi del 1989, in gran parte immediatamente sacrificati verso forme più snelle e meno garantistiche, ammantate dal principio secondo cui la contropartita per un accertamento sommario possa essere costituita da una pena ridotta.
Oggi, invece, si punta a forme di riparazione e conciliazione tendenti a ridurre l'accertamento, in vista di incentivi sempre maggiori. È sufficiente far riferimento al "premio" per l'imputato condannato con il giudizio abbreviato, stimolato a non impugnare in virtù della diminuzione di un sesto della pena irrogatagli.
Insomma, un sistema giudiziario che si pone quale obiettivo principale quello di "far presto" possibilmente con l'impiego di risorse minime... L'aspetto della qualità della verifica della responsabilità dell'imputato viene relegato ai margini.
Rimane irrisolta una questione: ma è proprio vero che efficienza del processo equivalga a giustizia?

Filippo Giunchedi

MANOVRA: Romano (SIULP), misure insufficienti per funzionamento della macchina sicurezza

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FELICE ROMANOGoverno individui altro mezzo per interventi urgenti

L'esclusione di alcuni emendamenti al testo della manovra in discussione, anche alla luce degli impegni preannunciati dall'esecutivo, ci lascia perplessi perché non è il segnale che ci aspettavamo per dare le urgenti necessarie risposte alle criticità che possono minare il funzionamento della macchina della sicurezza.

Così Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il più grande sindacato del Comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, commenta la notizia della mancata approvazione da parte della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati di alcuni emendamenti ritenuti essenziali per scongiurare le gravi criticità della "macchina della sicurezza" causate dai tagli apportati dalla spending review e dalla riforma Madia.

La sorpresa aumenta soprattutto quando accertiamo che tra gli emendamenti bocciati ve ne sono alcuni estremamente importanti, perché attinenti all'assetto ordinamentale e urgenti per garantire la funzionalità dell'intero sistema, ma a basso impatto economico quali, ad esempio, la semplificazione delle procedure assunzionali, lo scorrimento delle graduatorie, i passaggi tra ruoli per le qualifiche apicali senza le quali non si possono tenere aperti determinati uffici, ovvero gli interventi perequativi sul piano previdenziale rispetto alle penalizzazioni imposte dalla specificità del lavoro che facciamo al servizio dei cittadini e del Paese per garantire la democrazia, l'ordine e la sicurezza pubblica oltre che la lotta alla criminalità.

Siamo fiduciosi, conclude il leader del SIULP facendo appello a tutto il senso di responsabilità ma anche la conoscenza diretta del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che i limiti e le esigenze che insistono sul varo della legge di stabilità non faranno venir meno l'impegno assunto dal Premier, dal Ministro Piantedosi e dall'intero governo verso le donne e gli uomini in uniforme e che tale impegno, per la risoluzione delle richiamate urgenti criticità troverà soluzione se non nella legge di bilancio, sicuramente in altro provvedimento attinente la sicurezza che, comunque, deve essere approvato entro la fine dell'anno.

Attendiamo fiduciosi questo termine prima di trarre un bilancio definitivo dell'azione dell'esecutivo verso il mondo della sicurezza e delle donne e degli uomini che la garantiscono anche a costo della propria vita.

Redazione

Giustizia, intercettazioni e separazione delle carriere nel segno della Costituzione

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Filippo GiunchediL'opinione di Filippo Giunchedi – Professore associato di Diritto processuale penale e avvocato

Il neo Guardasigilli Carlo Nordio, magistrato di lungo corso ed esperienza, la scorsa settimana, intervenendo presso le Commissioni Giustizia di Senato (6 dicembre) e Camera (7 dicembre), ha illustrato le linee programmatiche del proprio Dicastero che prevedono, tra gli altri, due temi estremamente importanti per la "qualità" della giustizia, ovvero la rivisitazione della disciplina delle intercettazioni (telefoniche, ambientali, telematiche e, quelle più insidiose, costituite dall'utilizzo del captatore informatico mediante il quale, con l'inoculazione di un virus nello smartphone dell'intercettato, l'autorità giudiziaria accede ad un'infinità di dati che riguardano la vita privata della persona, in gran parte non necessari al fine dell'indagine), nonché l'annosa questione della separazione delle carriere dei magistrati, creando due ordini a sé stanti: da una parte, la magistratura giudicante; dall'altra, quella inquirente, ovvero i pubblici ministeri.
Si tratta di aspetti dibattuti da tempo, la cui delicatezza per gli equilibri dell'accertamento penale sono immediatamente percettibili anche per chi giurista non è. Innanzi tutto, perché il grado di civiltà di un Paese si misura dalla credibilità della giustizia, ma anche – e soprattutto – perché si tratta di due settori che ammantano punti nevralgici della politica giudiziaria, sebbene debbano essere ancorati fermamente alla Costituzione che non ammette deroghe.
Le reazioni non sono mancate. Se la Magistratura sta già insorgendo, l'Avvocatura si vede riconosciuti gli importanti sforzi, effettuati in questi anni, per offrire legalità al processo penale.
I motivi di posizioni poste a latitudini contrapposte sono facilmente comprensibili. È sufficiente limitarsi ad osservare la piegatura assunta da qualche lustro nell'utilizzo delle intercettazioni le quali, da strumento utilizzabile esclusivamente quando gli altri mezzi di ricerca della prova non consentono la progressione delle indagini, oramai caratterizzano, per la loro esclusività, gli accertamenti. Con tutti i limiti che ne conseguono, in particolare quando l'interpretazione dei risultati delle intercettazioni è offerta da chi persegue una determinata ipotesi investigativa e che le utilizza anche per fondare provvedimenti limitativi della libertà personale. Pertanto, riportare il loro utilizzo al ruolo originariamente assegnatogli dal legislatore – la "indispensabilità per la prosecuzione delle indagini" – implica un diverso atteggiamento degli inquirenti che dovranno concentrarsi ed impegnarsi sui tradizionali strumenti delle sommarie informazioni testimoniali, dei servizi di osservazione, pedinamento, etc.; mezzi di indagine meno esposti alle insidiose ambiguità insite nel linguaggio criptico che caratterizza le intercettazioni.
Il ridimensionamento dell'utilizzo delle intercettazioni comporterà, peraltro, la disponibilità di minor materiale da pubblicare con la conseguente limitazione all'odioso "processo mediatico" che incide sulla costituzionalizzata considerazione di non colpevolezza dell'accusato sino alla sentenza definitiva. Anche da questo punto di vista, il Ministro della Giustizia ha assunto una ferma e garantistica posizione.
La separazione delle carriere, da ultimo. Un processo ove le parti tra loro antagoniste, accusato e pubblico ministero, devono essere tra loro equidistanti, ovvero terze (per gli studenti si utilizza l'efficace immagine del triangolo equilatero), risulta irrimediabilmente compromesso, anche sul piano formale, se il giudice ed una parte, il pubblico ministero, appartengono allo stesso ordine. Difficilmente, infatti, potrà realizzarsi quell'equidistanza presidiata dalla Costituzione, considerato che – come spiega la Corte europea – in una società democratica anche le apparenze contano. Da qui, la necessità e la volontà di (finalmente!) separare le due carriere e i relativi ordini.
Insomma, un programma che, nel segno della Costituzione, schiude orizzonti garantistici e fa guardare al futuro della giustizia con fiducia...

Filippo Giunchedi

Il sindaco Lepore è diventato Presidente del Consiglio delle Autonomie locali

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LeporeIl sindaco di Bologna e della Città metropolitana Matteo Lepore ha assunto lunedì la carica di Presidente del Consiglio delle Autonomie locali (CAL), l'organo di rappresentanza, consultazione e coordinamento tra la Regione Emilia-Romagna e gli Enti locali.

I membri di diritto del CAL sono il Sindaco della Città metropolitana di Bologna, i Presidente delle Province, i Sindaci dei Comuni capoluogo e dei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti, che ieri hanno scelto Lepore come Presidente, a maggioranza assoluta dei componenti CAL e all'unanimità dei presenti. La durata della carica è di 2 anni e mezzo.
Il presidente uscente era il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi.

"Assumo questo incarico – è il commento di Lepore - per rafforzare il dialogo tra enti locali e Regione. Si tratta di una opportunità per rafforzare un lavoro istituzionale nell'interesse comune di affrontare e risolvere i problemi di cittadini e cittadine e di tutti i territori. Ringrazio il Presidente uscente Vecchi e la struttura tecnica del CAL per il lavoro svolto in una fase difficile come quella pandemica e ringrazio gli altri Sindaci e Presidenti per la fiducia che mi è stata riservata."

Redazione

Castel Maggiore (BO). Contrasto all’evasione ed elusione fiscale: recupero con attenzione al sociale

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Cavalieri Comune Castel Maggiore. In materia di lotta all'evasione e all'elusione, l'assessore al bilancio Matteo Cavalieri annuncia l'affidamento alla Cooperativa Sociale Fraternità Sistemi delle attività di recupero dell'evasione e elusione fiscale

L'azione di Fraternità Sistemi si baserà sulle segnalazioni qualificate e sulla perequazione catastale.
Le segnalazioni qualificate sono quelle segnalazioni che gli enti locali rilevano e segnalano direttamente all'Agenzia delle Entrate risultanti da 4 ambiti di verifica individuati dalla normativa (urbanistica, proprietà edilizia e patrimoniale; residenze fittizie all'estero; disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva). Queste segnalazioni fanno quindi scattare controlli da parte dell'Agenzia che riconosce per il primo anno il 100% di quanto recuperato all'ente che ha fatto la segnalazione.
La perequazione catastale interviene invece sulle rendite degli immobili: l'inventario del patrimonio immobiliare italiano, su cui si basa gran parte della fiscalità locale, poggia su un impianto normativo del 1939, la cui ultima modifica è di 30 anni fa. La prassi consolidata è quella di pagare le imposte su rendite che hanno poco a che vedere con il reale valore dell'immobile: la verifica delle rendite degli immobili in applicazione delle norme ha quindi l'obiettivo di far emergere l'eventuale elusione fiscale.

Fraternità Sistemi, con sede a Brescia, è una cooperativa sociale che ha conseguito importanti risultati nel settore ed ha come mission l'integrazione sociale dei cittadini, in particolare l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, ed è già attiva in diversi comuni del bolognese, dove ha creato posti di lavoro nel settore.

Matteo Cavalieri ( in foto  osserva: "chiaramente i risultati non saranno immediati, ci vogliono 2/3 anni per avere i primi recuperi, ma a costo zero (l'agenzia lavora a percentuale sulle somme riscosse), il risultato che potremmo acquisire è triplice: somme che diversamente non avremmo mai avuto e che possiamo investire sul territorio, creare posti di lavoro sul territorio con una mission sociale, proseguire l'attività di lotta all'evasione ed elusione fiscale".

Redazione

Matteo Lepore proclamato sindaco di Bologna e della Città metropolitana

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LeporeOggi lunedì 11 ottobre, alle ore 11, Matteo Lepore è stato proclamato Sindaco di Bologna, in seguito alla conclusione delle operazioni di verifica e accertamento dei risultati elettorali. Contestualmente – come previsto dalla legge – Lepore diventa anche sindaco della Città metropolitana.

Il Sindaco eletto convocherà, entro 10 giorni dalla proclamazione, la prima seduta del Consiglio Comunale di Bologna da tenersi entro i successivi 10 giorni. In quella occasione si procederà alla convalida degli eletti, alle elezioni del Presidente e del Vice Presidente del Consiglio Comunale, al giuramento del Sindaco e alla comunicazione dei membri di Giunta.

Entro 60 giorni si svolgeranno invece le elezioni del nuovo Consiglio metropolitano. Si tratta di elezioni di secondo grado nelle quali saranno chiamati al voto Sindaci e Consiglieri comunali dei 55 comuni della città metropolitana.

Redazione

"Sostenere l'aeroporto di Bologna", Città metropolitana e Comune chiedono intervento al Governo

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Aeroporto-Marconi jpgMerola invia al Governo il documento del Tavolo metropolitano di Salvaguardia e Ripresa economica

Bologna. Occorre un intervento diretto a sostegno dello scalo aeroportuale bolognese, anche in prospettiva dell'uscita dall'emergenza sanitaria, per: sbloccare le risorse della Legge di Bilancio 2021 e del Decreto Sostegni bis, salvaguardare l'occupazione, mantenendo le competenze acquisite e prevedendone di nuove, sostenere il progetto di sviluppo infrastrutturale dell'Aeroporto, continuare la qualificazione in chiave di sostenibilità a 360 gradi.

È quanto chiede il documento congiunto elaborato grazie al contributo del Gruppo di Lavoro del settore Aeroportuale del Tavolo metropolitano di Salvaguardia e Ripresa economica, al quale partecipano la Società Aeroporto di Bologna, le istituzioni locali e le parti sociali del territorio, inviato oggi dal sindaco metropolitano Virginio Merola al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, al ministro dell'Economia e delle Finanze Daniele Franco, agli assessori regionali Vincenzo Colla (sviluppo economico) e Andrea Corsini (mobilità e trasporti, infrastrutture) e ai parlamentari eletti nel territorio.

Il documento rappresenta un aggiornamento di uno analogo inviato a dicembre 2020, con il quale si chiedevano nuovi ammortizzatori sociali, l'inserimento del comparto nel Piano di Ripresa e Resilienza finanziato con i fondi del piano europeo denominato Next Generation EU (Recovery Fund) e l'immissione da parte del territorio di risorse aggiuntive a sostegno come misura più immediata. I presupposti del dicembre 2020 non sono cambiati e l'aeroporto non ha ricevuto risorse né nazionali né dal territorio, oltre che non rientrare nei progetti di investimento del PNRR.

Il settore aeroportuale - si spiega nel documento - è uno dei settori più colpiti dagli effetti della pandemia. Tutto il traffico a livello europeo ha subito dei cali che hanno raggiunto quasi l'80%. Durante l'emergenza sanitaria per il COVID-19 l'Aeroporto di Bologna è stato tra i pochi scali italiani a rimanere sempre aperto (anche durante il lockdown), nonostante la rilevante riduzione del traffico a partire da marzo 2020.

L'Aeroporto di Bologna nello specifico ha perso nel 2020 quasi il 75% del traffico passeggeri rispetto all'anno precedente. Anche il 2021, per effetto del blocco degli spostamenti e del turismo, è iniziato con dati molto negativi: da gennaio a fine maggio si è registrato un decremento del traffico passeggeri dell'88% rispetto allo stesso periodo del 2019. Solo il traffico merci ha fatto registrare un dato meno negativo in termini percentuali, con una contrazione nel 2020 di circa l'11% sul 2019; nel 2021 si assiste invece ad una lieve ripresa, grazie anche al contributo del tessuto economico bolognese e regionale di aziende produttive che riescono ad esportare e sono competitive sul mercato internazionale.

Sullo scalo lavorano circa 1.400 dipendenti diretti della Società Aeroporto di Bologna e delle 3 società di handling, tutelati a partire da marzo 2020 dagli ammortizzatori sociali; il sistema complessivo conta alcune migliaia di lavoratori mentre l'indotto raggiunge circa 21.000 lavoratori che provengono da tutto il bacino regionale.

I dipendenti diretti di AdB e gli addetti dei servizi di handling sono stati tutelati dalla cassa integrazione straordinaria fino all'inizio 2021. Successivamente, a seguito dei vari decreti che sono stati emanati, con la cassa integrazione in deroga Covid che è prevista fino a fine anno.

Tuttavia andiamo incontro ad un 2022 dove si stima sì una crescita più sostenuta, ma ancora molto lontana dai risultati del periodo pre-pandemia. È necessario avere consapevolezza che la ripresa dei livelli pre-pandemia è attesa non prima del 2024/2025. Sarà un periodo da seguire con particolare attenzione con l'obiettivo di trovare le migliori soluzioni con le OO.SS. in modo che si possano avere gli strumenti necessari per tutelare l'occupazione e portare avanti dei progetti di reskilling, dove necessario.

Il settore aeroportuale è stato interessato dai sostegni economici per effetto della Legge di Bilancio 2021 del dicembre 2020, ai quali si aggiungono quelli previsti dal cd. DL Imprese (o DL Sostegni Bis). In attesa dei decreti attuativi risulta difficile comprendere l'esatta entità del contributo e la tempistica con cui tali risorse possano essere rese disponibili.

La stessa Regione Emilia Romagna si è impegnata pubblicamente ad esplorare tutte le possibilità previste sia dai Fondi di Sviluppo e Coesione, sia da altre strade che permettano, nell'osservanza delle regole e delle procedure europee, di stanziare fondi in aiuto alle aziende di gestione come è avvenuto ad esempio per gli aeroporti toscani.

Queste risorse risultano oggi fondamentali sia per supportare l'Aeroporto di Bologna nelle politiche per il lavoro, sia per gli investimenti sulle infrastrutture. Questi investimenti, già previsti dal piano industriale, sono stati rimodulati e prolungati negli anni ma rimangono centrali in chiave di sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo l'interconnessione con la mobilità, la presenza del People Mover, le collaborazioni con T-PER fanno del sito aeroportuale un elemento centrale per una mobilità sostenibile dal punto di vista territoriale.

Affianco al tema delle risorse, quale tema centrale, e della tenuta occupazionale, il documento evidenzia gli altri temi di attenzione per mantenere l'aeroporto di Bologna strategico, sito intorno al quale si muovono milioni di persone collegate a numerosi settori economici: il progetto infrastrutturale dell'aeroporto, che a causa della pandemia ha subito una rimodulazione temporale e la sostenibilità a 360°, sia ambientale (rafforzamento degli investimenti in un'ottica green, dall'infrastruttura a tutti i mezzi operativi presenti in aeroporto), sociale (per lavorare sui temi dell'occupazione, delle competenze/formazione, della parità di genere, inclusione/diversità) ed economica.

Importante - conclude il documento - è la centralità delle azioni e gli sforzi che bisogna mettere in campo per confermare sempre di più l'Aeroporto di Bologna come l'hub principale regionale (attrattivo anche per le regioni limitrofe), che possa portare ulteriore crescita economica in un territorio regionale ricco di insediamenti produttivi, caratterizzati dalla presenza sia di grandi imprese sia di piccole e medie imprese, e a tutto l'indotto del turismo.

Redazione

Bologna, sugli assembramenti e la movida del 25 aprile l’On. Bignami punta il dito verso il Sindaco

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Galeazzo BignamiDal parco di Villa Angeletti al Pratello, le norme anti-covid calpestate

Bologna. Un 25 aprile, quello appena scorso, che oltre le cerimonie commemorative sarà ricordato, più che altro, per i numerosi assembramenti ed i momenti di movida che fanno traspirare la leggerezza incosciente con cui molti affrontato il problema della pandemia.

Ad oggi la questione non è ancora archiviata ed il Deputato di FdI, Galeazzo Bignami, ( n foto) interviene:

" Il Sindaco di Bologna evidentemente ignora di essere lui, ai sensi del Tuel, l'Autorità Sanitaria Locale. Ed è lui che deve garantire le misure di sicurezza sanitaria. È surreale il tentativo di scaricare le responsabilità sulla Questura quando lo stesso Sindaco afferma che l'evento era preannunciato. Per quale motivo allora non ha posto in sicurezza i parchi? Per quale motivo non ha adottato misure di prevenzione utile? È facile oggi provare a lavarsene le mani dopo avere per anni partecipato alla delegittimazione delle Forze dell'Ordine operata dalle sinistre, attaccandole costantemente, salvo poi oggi invocarne l'intervento. Il Sindaco avrebbe dovuto fare solo una cosa: chiedere scusa alla città e ai bolognesi che anche domenica hanno subito la prepotenza dei soliti protetti della sinistra."

Redazione

Città Metropolitana Bologna: Silver economy e senior housing, confronto con i Sindaci

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Si è svolto ieri il seminario riservato ai Sindaci e agli amministratori dell'area metropolitana dal titolo "Silver economy e senior housing nella Città metropolitana di Bologna. Sviluppo economico, attrattività di investimenti e lavoro", promosso dall'Area sviluppo economico della Città metropolitana, con il supporto scientifico di Nomisma.

L'appuntamento si è aperto con un'introduzione di Fausto Tinti, vice sindaco metropolitano, che ha presentato le principali azioni sul tema dell'attrattività degli investimenti, condotte dal nuovo servizio metropolitano Invest in Bologna, e le opportunità economiche che settori emergenti, come quello del Senior Housing, possono offrire al territorio.

Del tema si è discusso alla presenza di Giuliano Barigazzi, presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana di Bologna, Mariaraffaella Ferri consigliere metropolitano delegato allo Sviluppo sociale e Luca Lelli consigliere metropolitano delegato alle Politiche per la casa.

Successivamente Nomisma ha presentato un'analisi del settore Senior Housing, con un particolare approfondimento sugli aspetti immobiliari, sull'offerta di servizi, sui player nazionali e internazionali e sulle prospettive di sviluppo nel territorio.

Nel corso dell'incontro Fausto Tinti ha affermato: "Approcciare settori emergenti non è solo un tema di business ma una sfida culturale. Sul Senior Housing occorre sviluppare una consapevolezza che porti a una visione articolata e coerente, necessaria per tracciare le scelte di medio e lungo periodo, tali da attrarre nuovi investimenti che rispondano alla domanda dei territori. Il coinvolgimento degli amministratori locali è fondamentale per tradurre le strategie in piani d'azione. Quello di stamattina è dunque il primo step di un percorso che intendiamo condurre con le Unioni e i Comuni e in stretto raccordo con la Regione."

Redazione

 

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