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Pignoletto, un vino sempre più apprezzato sia in Italia che all'estero

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PIGNOLETTOQuasi raddoppiate le vendite negli ultimi dieci anni. A poco più di un anno dalla nascita della nuova denominazione, il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna si presenta alla 50esima edizione del Vinitaly forte di un'immagine rinnovata e di una qualità sempre più riconosciuta da appassionati e operatori del settore

Un vino in salute, sempre più apprezzato in Italia ma anche sui mercati internazionali. È quanto emerge dai dati relativi alle vendite del Pignoletto dell'Emilia-Romagna, che sarà presente quest'anno alla 50esima edizione del Vinitaly (10-13 aprile) presso il Padiglione 1, Stand B10-C10.

Già negli ultimi anni la crescita era stata esplosiva, con un aumento delle vendite nel canale della distribuzione moderna – secondo i dati IRI InfoScan – del 19% nel 2013, dell'8% nel 2014 e del 9% nel 2015. E anche quest'anno l'incremento non sembra arrestarsi, anzi: si stima che il Pignoletto dell'Emilia-Romagna DOC nel 2016 crescerà globalmente del 14% in vendite, così come la DOCG Colli Bolognesi Pignoletto, con un aumento dell'8%, portando così a 12 milioni il numero complessivo di bottiglie.

Un trend in crescita del mercato interno che viene riconfermato dai dati di quest'anno, quindi, ai quali si affiancano risultati positivi in Stati Uniti, Canada, Sud Est Asiatico e nel resto d'Europa: le esportazioni, infatti, sono cresciute del 15% per il Pignoletto dell'Emilia-Romagna DOC e del 4% per la DOCG Colli Bolognesi Pignoletto.

Due anni fa è stata presa la decisione di razionalizzare l'area di produzione unendo quella dell'Emilia a quella della Romagna, creando un'unica zona che ora tocca le province di Bologna, Modena e Ravenna. Una scelta che si è rivelata vincente, che ha giovato all'immagine di un vino tipico e dalla grande storia alle spalle, rendendolo più identificabile da parte dei consumatori.
Oggi, Il giovane Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna è fra i più grandi d'Italia, attraverso l'impegno di 8000 viticoltori. L'ente lavora al fianco della DOCG Colli Bolognesi Pignoletto, che si posiziona all'apice della piramide produttiva. Nell'ultima annata 2015 sono stati vendemmiati più di mille ettari di vigneto, di cui quasi un terzo nell'area tutelata dalla DOCG.

" Il Pignoletto -  conclude Francesco Cavazza Isolani, presidente del Consorzio Pignoletto Emilia Romagna - non solo è un vino di compagnia per aperitivi e pietanze tipiche della tradizione locale, ma si è affermato ormai tra i vini bianchi più apprezzati a livello nazionale ed internazionale ". 

( Foto di  Francesco Mattucci )

Redazione

“Borghi di… Vini” 2015 primo appuntamento 6 giugno

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locandina borghi dei viniQuindici appuntamenti da giugno ad agosto Nell'atmosfera magica degli antichi borghi dell'Appennino serate di degustazione vini buona musica e libri da sfogliare
Bologna. Sulla scia del successo ottenuto dalla prima edizione dello scorso anno, ritorna, a partire dal 6 giugno e sino alla fine di agosto, "Borghi di...Vini", la manifestazione di valorizzazione turistica, economica e culturale che, dalle vallate e dolci colline di Marzabotto, sale a Vergato, Castel di Casio, San Benedetto Val di Sambro, Castiglion dei Pepoli per raggiungere le pendici del Corno alle Scale nei borghi di Gaggio Montano, Vidiciatico, Rocca Corneta e Monteacuto delle Alpi.
La manifestazione, realizzata in collaborazione con prestigiose case vinicole dell'Emilia-Romagna ed italiane, vede coinvolte Amministrazioni locali (Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese; Unione Alto Reno e i Comuni interessati) le associazioni culturali e di volontariato presenti sul territorio e sponsor privati che sostengono l'iniziativa.
Nei borghi dove si svolgeranno i percorsi di degustazione (dalle ore 18 alle ore 24), oltre a buon vino ed assaggi di affettati e formaggi da accompagnamento, saranno preparati piatti tipici dell'Appennino. Libri e conversazioni sulla cultura del vino e band musicali giovanili intratterranno il pubblico sino a notte.
Le date e i luoghi della rassegna: sabato 6 giugno: Sperticano (Marzabotto); sabato 13 giugno: Panico (Marzabotto); sabato 20 giugno: Zaccanesca (San Benedetto Val di Sambro), sabato 27 giugno: Borgo Albergati (Gaggio Montano); venerdì 3 luglio e sabato 4 luglio: Borgo Antico (Vidiciatico – Lizzano in Belvedere); sabato 4 luglio: Luminasio (Marzabotto); venerdì 17 luglio: Le serrucce di Ripoli (San Benedetto Val di Sambro; domenica 19 luglio: Baragazza (Castiglione dei Pepoli), domenica 19 luglio: Cereglio Belvedere (Vergato); venerdì 31 luglio: Qualto (San Benedetto Val di Sambro); sabato 1 agosto: Massa Sovrana (Castel di Casio); sabato 22 agosto: Borgo Musolesi (San Benedetto Val di Sambro); sabato 22 agosto: Borgo Pianello (Rocca Corneta); sabato 29 agosto: Monteacuto delle Alpi (Lizzano in Belvedere).
Ideazione: Gian Carlo Omoboni; Coordinamento: Marco Tamarri (Unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese; Direzione case vinicole: Marco Ventura (Borgo Pianello).
In collaborazione con i Comuni di: Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere, Marzabotto, San Benedetto Val di Sambro, Vergato.

Redazione

TerraQuilia lancia la nuova etichetta “Sanrosè L•J VOLLEY”

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Presentazione VinoL'azienda vitivinicola della provincia di Modena ha presentato insieme alle atlete il nuovo rosato dedicato alla società di pallavolo femminile L•J VOLLEY
Modena– Si chiama "Sanrosè L•J VOLLEY" ed è la nuova etichetta dell'azienda vitivinicola TerraQuilia di Guiglia (MO), una edizione limitata pensata in collaborazione con L•J VOLLEY. La novità è stata presentata la scorsa settimana in Cantina insieme alle atlete della squadra di pallavolo femminile di serie A1 della LIU•JO MODENA.
Un vino autentico e naturale, in linea con la filosofia produttiva dell'azienda, ma soprattutto rosato. Un colore che omaggia la squadra femminile della LIU•JO MODENA di cui TerraQuilia è sponsor di maglia da oltre un anno. Il "Sanrosè L•J VOLLEY" andrà dunque ad arricchire il catalogo di etichette di questa giovane ma importante realtà enologica dell'Appennino modenese, che comprende attualmente tre tipologie di prodotti: vini fermi da meditazione e barricati; vini a rifermentazione naturale in bottiglia con sedimento; frizzanti e spumanti a Metodo Ancestrale.
"Il nostro vino naturale e lo sport sono sinonimo di salute – ha spiegato Romano Mattioli, titolare di TerraQuilia, nel corso della conferenza stampa – ecco perché abbiamo pensato di esaltare questo binomio con una nuova etichetta di rosè in omaggio alla LIU•JO MODENA, una squadra femminile e di successo".
Carmelo Borruto, General Manager della L•J VOLLEY, ha espresso la propria soddisfazione per la partnership con TerraQuilia: "Siamo contenti di poter essere qui a Guiglia ospiti presso la cantina TerraQuilia, una azienda che all'inizio di quest'anno ha deciso di investire nel nostro club come sponsor di maglia e ci accompagnerà anche per la prossima stagione. Con Club non intendo le sole attività prettamente legate alle attività sportive: Romano Mattioli, infatti, è riuscito a cogliere e sfruttare appieno le opportunità di business che una realtà sportiva di eccellenza come la nostra può offrire, supportata da una struttura marketing orientata alla creazione di sinergie con le aziende che investono nel nostro progetto. I nostri rapporti con gli sponsor – ha proseguito Borruto – vanno oltre la classica visibilità sportiva, sono rapporti di partnership che comprendono attività non convenzionali come, in questo caso, la realizzazione di un prodotto in co-branding e TerraQuilia non è stato l'unico fra i nostri partner a sposare questa nostra filosofia. Vogliamo che le aziende ci vedano come strumento di business e comunicazione efficace".
Il "Sanrosè L•J VOLLEY" è un vino esclusivo, ottenuto selezionando le uve da un vigneto posto a 450 metri sul livello del mare, su un terreno misto di argilla e sasso arenario nelle vicinanze del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina. Espressione di una filosofia produttiva che ha radici antiche, il "Sanrosè L•J VOLLEY" – così come tutte le proposte dell'azienda – interpreta la tradizione tramandata dai contadini del secolo scorso: ecco perché la sua vinificazione avviene con il Metodo Ancestrale, un sistema di origini antiche che grazie all'utilizzo di tini a temperatura controllata permette di rallentare e infine bloccare la fermentazione, conservando un contenuto di zuccheri sufficiente a garantire la ripresa della stessa dopo l'imbottigliamento, senza ulteriori aggiunte di zuccheri e lieviti.
Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Monica Amici, sindaco di Guiglia, Enzo Garagnani, sommelier esperto di vini del territorio modenese che ha ripercorso la storia della Cantina e illustrato le caratteristiche del Metodo Ancestrale ed il sommelier AIS Mirco Bellucci, che per l'occasione ha aperto la nuova etichetta con una spettacolare sciabolata.

Redazione

Grande successo al Vinitaly per il viaggio nel buongusto lungo la Via Emilia

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VinitalyUn bilancio decisamente positivo per il comparto vitivinicolo dell'Emilia Romagna alla quarantanovesima edizione dell'evento veronese
«Un Vinitaly davvero straordinario, che raccoglie la soddisfazione degli operatori e dei visitatori» dichiara Pierluigi Sciolette, presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna, l'istituzione che da oltre vent'anni cura il Padiglione 1 dedicato ai vini della Regione. «L' Emilia Romagna si è presentata in modo eccellente, dando l'immagine di una Regione unita, in grado di mostrare il suo potenziale vitivinicolo, molto attrattivo sia per il mercato nazionale sia per quello internazionale. La Via Emilia è il trait-d'union che lega questa terra di eccellenze e che Enoteca Regionale quest'anno ha deciso di mettere al centro della nuova campagna di comunicazione e della grafica del Padiglione». Per il comparto vitivinicolo regionale, insomma, il bilancio di questa quarantanovesima edizione è decisamente positivo.
Durante i quattro giorni di fiera, i numeri del Padiglione dedicato all'Emilia Romagna sono stati veramente da record: sono state decine di migliaia i visitatori, rappresentati da winelovers, ma anche da tanti operatori del settore, che non hanno mancato di verificare l'elevato livello qualitativo raggiunto dai vini emiliano romagnoli. Oltre un centinaio i giornalisti tra stampa, web e televisioni accreditati al desk dell'Ufficio Stampa, tra cui diversi esponenti della stampa estera. I 7 banchi d'assaggio dedicati ai vini simbolo di ogni provincia della regione (Sangiovese e Albana, Pignoletto, Fortana, Lambrusco, Malvasia, Gutturnio e altre eccellenze) hanno somministrato migliaia di degustazioni e "storie" legate ai territori e alla loro eccellenze enologiche, e non solo. E ancora, 400 vini in degustazione, 200 aziende e consorzi del territorio presenti, 15 sommelier e 15.000 calici a disposizione del folto pubblico che ogni giorno ha frequentato il Padiglione; quasi 500 coperti ogni giorno al ristorante interno, dove si potevano assaggiare le specialità dei territori regionali, ma anche specialità greche e bulgare legate al progetto "Mediterranean Wines". Nella cucina del ristorante, curato dai professori e dagli allievi dell'Istituto professionale alberghiero "Pellegrino Artusi" di Riolo Terme, operava una brigata di 30 persone e 20 addetti dedicati al lavaggio dei bicchieri.
Tantissimi gli ospiti, tra i quali il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che si è intrattenuto a lungo con i nostri espositori, sottolineando "la grande crescita del comparto vitivinicolo regionale", il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, l'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli, che in apertura della fiera ha espresso tutta la sua soddisfazione per la performance emiliano romagnola. Presenti inoltre la nipote di Federico Fellini, Francesca Fabbri Fellini, che ha accompagnato i partecipanti alla conferenza stampa d'apertura in un viaggio attraverso le straordinarie suggestioni storiche e artistiche della nostra Regione, il sommelier Luca Gardini (campione del mondo nel 2010) e lo chef stellato Massimo Spigaroli.

Pignoletto, battesimo a Vinitaly per le nuove denominazioni

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campagna e collinaLa nuova Doc Pignoletto e la prima annata della Docg Colli Bolognesi Pignoletto debuttano a Verona. Vino in grande crescita, il Pignoletto unisce in un brindisi di piacevolezza le terre della buona tavola lungo la Via Emilia, da Modena a Faenza passando per Bologna
Circa nove milioni di bottiglie, tassi di crescita a due cifre che si confermano di anno in anno, successi crescenti di mercato e riconoscimenti di qualità. Il Pignoletto, autoctono dei colli bolognesi, continua il suo exploit ed estende la zona di produzione dall'Emilia alla Romagna, fino a toccare i territori di quattro province: Bologna, Modena, Forlì e Cesena. Il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna, recentemente nato per tutelare e valorizzare questo vino, è fra i più grandi d'Italia, con i suoi tremila ettari di vigna affidati alle cure di 8mila viticoltori. L'ente riunisce al suo interno anche i produttori di Pignoletto della Docg Colli Bolognesi, all'apice di una piramide di viticultori che interpretano la qualità come un obiettivo primario.
"Il Pignoletto è il vino-simbolo di un territorio che ha fatto dell'enogastronomia e della buona tavola un inno all'eccellenza - afferma Francesco Cavazza Isolani, Presidente del Consorzio Vini Colli Bolognesi e del Consorzio Pignoletto Emilia Romagna - Dalla mortadella al Parmigiano Reggiano, il Pignoletto con la sua fresca esuberanza è l'ideale per gli aperitivi accompagnato ai prodotti tipici della zona. E' anche il vino principe per i piatti più amati della cucina emiliano-romagnola, come tortellini, lasagne e tagliatelle. Per la tavola di ogni giorno come per le occasioni speciali, grazie ad un'ampia gamma di prodotti in grado di rispondere alle diverse esigenze, sempre rispettando standard elevati".
E' l'uva a bacca bianca più diffusa in una regione che ha riscoperto e valorizzato in tempi relativamente recenti questo vino sincero, fresco, piacevole, ma anche complesso e sorprendente per le sfumature infinite che assume a seconda dei terreni, degli ambienti, degli interpreti e delle altitudini dalle quali proviene.
Sui colli bolognesi il Pignoletto è coltivato da sempre. Forse fin dagli etruschi che introdussero il sostegno vivo tipico della 'piantata', e poi dai Romani che secondo Plinio il Vecchio ne ricavavano un vino chiamato 'Pinum Laetum'. Difficile stabilire una discendenza diretta anche dalle 'Uve Pignole' di cui scrisse, dal vicino Castellazzo di Calcara, il più grande agronomo del Seicento europeo, Vincenzo Tanara, nel suo trattato sulla Economia del cittadino in villa (1654).
Dalla località Pignoletto nel Comune di Valsamoggia, territorio di confine fra Bologna e Modena punteggiato da castelli e campanili, questo vino arriva oggi fino alla Romagna. Dai colli bolognesi si è esteso ai colli di Imola, alle colline modenesi e poi alla pianura fra Panaro e Reno, fino all'attuale areale definito dalla nuova Doc Pignoletto (2014).
"Negli ultimi dieci anni la sua produzione è quintuplicata, toccando nel 2013 i nove milioni di bottiglie ed una crescita su base annua del 19 per cento di vendite sull'anno precedente – conclude Cavazza Isolani - E le prospettive sono di ulteriore crescita".

Redazione

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