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Sagre e feste del territorio bolognese

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CARNEVALE SAN GIOVANNI PERSICETOIl calendario di febbraio e marzo con carnevali e sagre di primavera

È on line il nuovo numero di "Sagre e feste del territorio bolognese", il calendario curato dalla Città metropolitana che raccoglie le manifestazioni enogastronomiche del territorio bolognese. Febbraio e marzo segnano il passaggio dalla fine dell'inverno all'inizio della primavera, con i sapori tipici del territorio legati soprattutto alle feste di carnevale.

Tra appuntamenti storici, maschere tipiche e grandi sfilate di carri allegorici, i punti ristoro propongono sfrappole, castagnole, torte e altre dolci specialità. Fra i carnevali storici segnaliamo quelli di: San Giovanni in Persiceto (12 e 19 febbraio), Pieve di Cento (5, 12 e 19 febbraio), San Pietro in Casale (12, 18 e 19 febbraio), San Matteo della Decima (12 e 19 febbraio), il Carnevale vergatese (26 febbraio) e il Carnevale dei Fantaveicoli a Imola (19 febbraio).

Sempre a tema dolce ricordiamo la Festa di Sant'Agata (5 febbraio), dove la cittadina prepara in onore della patrona la tipica brazadèla tèndra (ciambella tenera) e altre specialità come le frittelle di riso. A Vergato (5 febbraio) appuntamento con la "Sagra della sfrappola", a Casalfiumanese 95° edizione della Sagra del Raviolo (18 e 19 marzo).

A Imola il 18 marzo vi è il "Lom a merz" (Lume a marzo), antica tradizione contadina che consiste nell'accendere un grande falò con i rametti di potatura per chiedere al mese di marzo di portare la primavera; mentre il 21 marzo a Casalecchio di Reno si celebra la "Festa di primavera". Il centro di Crevalcore il 26 marzo si riempie di colori grazie alla "Festa dei fiori".

Per gli amanti del salato nell'imolese da non perdere la "Sagra dei maccheroni e della polenta" il 21 febbraio a Borgo Tossignano e la "Sagra dei maccheroni" il 26 febbraio a Ponticelli di Imola. A Monghidoro c'è la "Festa del maiale" (4 e 5 marzo).

Il calendario completo è sul sito www.cittametropolitana.bo.it/sagrefeste

Redazione

Sasso Marconi entra nel circuito di Art City Bologna 2023

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Luisa Badino Il cappello del picchioAl Borgo di Colle Ameno la mostra d'arte "Senza sapere dove, poetiche del fuori" (inaugurazione: 28 Gennaio, ore 17) e la proiezione del docu-film "L'infinito" per la Notte Bianca dell'Arte (4 Febbraio)

Art City Bologna, la rassegna di mostre, eventi e iniziative promossa dal Comune di Bologna con la collaborazione di   Bologna Fiere in occasione di Arte Fiera, si apre quest'anno alla provincia e fa tappa a Sasso Marconi, coinvolgendo un luogo ricco di storia e da sempre legato all'arte come Colle Ameno. Dal 28 Gennaio al 24 Febbraio il settecentesco borgo di Colle  Ameno, a Pontecchio, ospiterà infatti la mostra d'arte contemporanea "Senza sapere dove, poetiche del fuori".

IL PROGETTO
Promosso dal Comune di Sasso Marconi con il patrocinio della Fondazione G. Marconi, e curato da "Spazio relativo" di Iside Calcagnile (una delle botteghe artigiane di Colle Ameno) e Laura Rositani in collaborazione con Tatiana Basso, il progetto prevede l'allestimento di un percorso espositivo nelle sale di Villa Davia, residenza signorile situata all'interno del borgo. L'iniziativa coinvolge 15 artisti che presenteranno ai visitatori opere e installazioni ispirate al tema dell'esplorazione e ricerca del "fuori", inteso come spazio aperto e universale, senza confini.


Taglio del nastro: sabato 28 Gennaio ore 17 - Partecipano il sindaco Roberto Parmeggiani e l'Assessora al Turismo del Comune di Sasso Marconi, Marilena Lenzi.
Seguono la performance/concerto Heat is life, con la danzatrice e performer Biancosangue e la musicista Costanza Bortolotti (ore 20 - Oratorio di S. Antonio) e l'Open Studio di Iside Calcagnile (ore 22 - Borgo di Colle Ameno 28).

GLI ARTISTI
Luisa Badino, Giorgia Fincato, Daniele Gagliardi, Nicolas Magnant, Caterina Morigi, Giorgia Mocilnik, Nero/Alessandro Neretti, Aleksandar Pektov, Lisa Redetti, Giovanna Repetto, Alberto Scodro, Giulia Seri, Simone Settimo, Mattia Sinigaglia, Moe Yoshida

ORARI DI APERTURA
* Domenica 29 Gennaio ore 10-13 e 15-19
* Dal 30 Gennaio al 3 Febbraio ore 10-13
* Sabato 4 Febbraio ore 18-24 | * Domenica 5 Febbraio ore 10-12 e 16-19
* Da Lunedì 6 a Venerdì 24 Febbraio ingresso su prenotazione ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. | 370 3012245 o
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. | 051 6758409)
* Ingresso libero

ART WHITE NIGHT A COLLE AMENO
Sabato 4 Febbraio, in occasione della Notte Bianca dell'Arte, a Colle Ameno è in programma anche la proiezione del docufilm "Infinito. L'universo di Luigi Ghirri" di Matteo Parisini: un film che, con la voce di Stefano Accorsi, ripercorre le tappe cruciali della vita di Ghirri, fotografo di fama internazionale.
Proiezioni ore 18.30 e 21 c/o il Salone delle Decorazioni. Ingresso gratuito, sarà presente il regista.

VISITE GUIDATE AL BORGO DI COLLE AMENO
In occasione degli eventi collegati ad Art City, sono state organizzate due visite guidate alla scoperta delle bellezze artistiche e architettoniche di Colle Ameno: sabato 28 Gennaio alle 16 e sabato 4 Febbraio alle 17. Costo 7 €, prenotazioni presso infoSASSO, tel. 051 6758409 - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

ERVIZIO NAVETTA
Nelle serate di sabato 28 Gennaio e sabato 4 Febbraio, un servizio navetta collegherà il Borgo di Colle Ameno con la stazione ferroviaria di Bologna (partenza da Colle Ameno alle 22, costo: 5 €). Sabato 4 Febbraio, funzionerà inoltre un servizio navetta gratuito di collegamento tra la stazione di Sasso Marconi e Colle Ameno: partenze dalla stazione di Sasso 10 minuti dopo l'arrivo dei treni delle h. 16.29, 17.29, 18.29 e 19.29, provenienti da Bologna. Prenotazioni: 051 6758409 (infoSASSO)

INFORMAZIONI
www.borgodicolleameno.it

Redazione

 

                                

Teatro di prosa: parte a Sasso Marconi la rassegna “Narratori d’Occidente”

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Alberto Manzi storia di un maestroSei appuntamenti che affrontano i grandi temi del nostro tempo. Si comincia il 26 Gennaio con uno spettacolo dedicato al maestro Alberto Manzi e si chiude ad Aprile con un omaggio a Don Lorenzo Milani

Parte a fine mese la nuova stagione teatrale di prosa del 'Comunale' di Sasso Marconi. "Narratori d'Occidente" - questo il titolo della rassegna, promossa in collaborazione con l'associazione "Ca' Rossa" - comprende sei appuntamenti a teatro che affrontano alcuni dei grandi temi del nostro tempo: nel cartellone trovano spazio spettacoli ispirati a fatti storici, progetti di teatro civile, piéce che invitano a riflettere su concetti universali come la felicità e la diversità e un omaggio a due grandi maestri del '900, Alberto Manzi e Don Lorenzo Milani.

La stagione 2023 si apre giovedì 26 gennaio con "Alberto Manzi: storia di un maestro",  ( foto ) spettacolo che ripercorre la biografia di un docente e pedagogista tra i più illuminati del XX secolo, ricordato per l'impegno a favore dell'inclusione scolastica dei giovani detenuti, per le campagne di alfabetizzazione degli italiani all'estero e per il celebre programma televisivo Non è mai troppo tardi, con cui negli anni Sessanta Alberto Manzi ha contribuito a contrastare l'analfabetismo.

Si prosegue a febbraio con "La donna più grassa del mondo" (giovedì 9), una commedia grottesca che pone l'accento su un fenomeno di attualità come la crisi ambientale, raccontata attraverso la metafora della voracità alimentare di una donna assunta ad emblema dell'umanità. Segue "Diario dei giorni felici" (giovedì 23), spettacolo di Teatrino Giullare che, prendendo spunto dal celebre testo di Samuel Beckett, induce a riflettere sul nostro tempo e sull'idea di felicità.

A marzo è la volta de "Gli ultimi giorni di Pompeo" (giovedì 16), piéce che porta in scena l'omonima graphic novel di Andrea Pazienza, descrivendo la complessa e drammatica vicenda autobiografica del grande fumettista, e "L'Oreste" (martedì 28) spettacolo in cui Claudio Casadio affronta con grande sensibilità attoriale il delicato tema della malattia mentale e della reclusione in manicomio.

La rassegna si chiude il 13 aprile con "Cammelli a Barbiana. Don Lorenzo Milani e la sua scuola": un omaggio alla vita e all'opera di Don Lorenzo Milani, maestro e prete scomodo, coraggioso e tenace, che restituisce in pieno la complessità di una figura centrale del '900.

"L'invito a venire a teatro è rivolto a tutti ma soprattutto ai più giovani", afferma il sindaco di Sasso Marconi Roberto Parmeggiani. "Non a caso abbiamo previsto una tariffa speciale per gli under 25 e una per gruppi di studenti accompagnati da insegnanti: siamo convinti che conoscere il linguaggio teatrale aiuti a comprendere meglio il presente, a sviluppare il pensiero critico e ad aprirsi alla diversità. A maggior ragione con un cartellone come questo, che riafferma il valore del teatro come presidio culturale e sociale proponendo sei spettacoli che affrontano temi universali e attuali come la felicità, la diversità o la crisi ambientale, e che si apre e chiude ricordando il pensiero di due grandi maestri del nostro tempo: Don Lorenzo Milani - di cui proprio quest'anno ricorre il centenario della nascita - e Alberto Manzi.

Tutti gli spettacoli si svolgono al Teatro comunale (Piazza dei Martiri 5) con inizio alle 21.

INFORMAZIONI
Consultare la pagina dedicata sul sito web del Comune: https://bit.ly/sassoteatro23

Redazione

Bologna. Befana di solidarieta’ al teatro Duse con ‘La Regina delle Nevi’ di Fantateatro

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REGINA NEVI Spettacolo a sostegno della Casa dei Risvegli Luca De Nigris

Come da tradizione, l'Epifania al Teatro Duse di Bologna è nel segno della solidarietà. Venerdì 6 gennaio, alle ore 17, torna in scena lo spettacolo per famiglie La Regina delle Nevi della compagnia Fantateatro, scritto e diretto da Sandra Bertuzzi, il cui incasso sarà devoluto alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris. L'appuntamento fa parte, infatti, delle iniziative della 25esima edizione della 'Befana di solidarietà per la Casa dei Risvegli Luca De Nigris', innovativa struttura pubblica di assistenza e ricerca sul coma dell'Asl di Bologna, voluta dalla onlus 'Gli amici di Luca' e sostenuta anche dal Comune felsineo.

Liberamente ispirato alla fiaba del danese Hans Christian Andersen e immerso nella magica atmosfera del Natale, La regina delle Nevi trasporta grandi e piccini nei luoghi incantati del Regno delle Nevi, grazie a magiche scenografie e incantevoli effetti teatrali.

La storia inizia con un malvagio troll, creatore di uno specchio in grado, da un lato, di fa sparire tutto ciò che di bello si specchia in esso e, dall'altro, di deformare e accentuare la cattiveria. Quando, a causa di un incidente, lo specchio si rompe, i mille frammenti vengono dispersi per il mondo e entrano negli occhi e nei cuori degli esseri umani.

Protagonisti dell'avventura sono Kay e Gerda, due bambini amici per la pelle. Un giorno, un frammento dello specchio malvagio entra nell'occhio di Kay che, da quel momento, diventa cattivo con tutti, persino con Gerda. Le cose si complicano ulteriormente quando Kay, giocando con lo slittino nella piazza del paese, si attacca alla slitta della Regina delle Nevi e viene trascinato via. La Regina lo incanta con un bacio, facendogli perdere la memoria e impedendogli di avvertire il freddo. Disperata per la scomparsa di Kay, Gerda affronterà mille avventure per cercare il suo amico del cuore e liberarlo dal sortilegio della perfida Regina delle Nevi. Uno spettacolo, dunque, per tutta la famiglia, carico di emozioni, musica e danze, incentrato sui temi del coraggio e dell'amicizia. Lo show, che fa parte del programma DUSEgiovani, è adatto a bambini dai 4 anni in su. Per i piccoli spettatori sono previste, in omaggio fino ad esaurimento, le calze della Befana offerte da Conad.

Redazione

Storie Bicipolitane, online la prima puntata di 10 podcast scritti e letti da Enrico Brizzi

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Ciclabile cittàstorie di vita quotidiana e bicicletta ambientate sulle linee della Bicipolitana bolognese

Sarà la voce di Enrico Brizzi, noto scrittore nato e cresciuto tra i portici di Bologna, a raccontare le Storie Bicipolitane, il podcast da oggi fruibile sulla piattaforma Spreaker e dal sito bicipolitanabolognese.it. Dieci storie di vita quotidiana e bicicletta, scritte e lette da Enrico Brizzi e ambientate lungo le linee della rete ciclabile metropolitana.

La Bicipolitana oltre a essere zona di transito è anche luogo dove si intrecciano storie, uno spazio comune in cui la nostra quotidianità pedalando si svolge, e le nostre vite si incontrano creando avventure, storie d'amore, racconti di libertà e di riscatto.

Dieci puntate che hanno come argomento unificante la mobilità ciclabile nel territorio di Bologna metropolitana. Ogni puntata ha come protagonista una persona diversa che in dieci minuti sarà testimone di una specifica linea della rete.

Cinque uomini e cinque donne, di età tra i 14 e gli 86 anni, che tramite le loro esperienze riflettono quelle di ognuno di noi: chi lavora, chi studia, chi è in pensione, persone che vivono in diverse parti della città metropolitana e percorrendo le nostre ciclabili ci donano punti di vista diversi di un unico paesaggio.

La bicicletta in questi racconti si trasforma da mezzo a filo conduttore di opportunità personali e comunitarie.

Le Storie Bicipolitane saranno pubblicate di mercoledì, con cadenza bisettimanale, fino al 26 aprile (5 e 18 gennaio, 1 e 15 febbraio, 1-15 e 29 marzo, 12 e 26 aprile).

Qui la prima puntata "Zeno. L'arte del riscaldamento":

"Fin da piccolo – commenta Enrico Brizzi - ho considerato la bicicletta il mezzo ideale per coltivare sogni di libertà. Da bambini ci era consentito di impiegarla solo in cortile, e quando finalmente ho ottenuto il permesso di superare la frontiera del cancello ho iniziato a conoscere pedalando prima il mio quartiere, e poi tutta Bologna.

Una volta ragazzo, ho scoperto che la bicicletta poteva essere un mezzo per compiere autentici viaggi, e quando ho scritto il mio primo romanzo, Jack Frusciante è uscito dal gruppo, mi è sembrato inevitabile farne la cavalcatura del protagonista Alex.
Da ciclista urbano e cicloturista, sono orgoglioso di essere stato scelto per raccontare in questo podcast la vita quotidiana di chi pedala a Bologna e nel territorio della città metropolitana.
Viviamo un'epoca in cui la bici rappresenta una risorsa sempre più indispensabile per la mobilità, e nelle mie dieci storie ho voluto raccontare tutti gli aspetti del pedalare quotidiano, dalle scoperte di autonomia dei ragazzi alle sgambate dei quarantenni, dai sogni coltivati in sella dagli studenti pendolari alle missioni di civiltà delle pensionate che impiegano le ciclabili per andare a spendersi nel volontariato.

È un bel pezzo di Bologna, quello di chi pedala, ma purtroppo non viviamo in un mondo perfetto: per quanto siano stati realizzati interventi infrastrutturali decisivi come la Bicipolitana, con numerosi tratti in sede separata, la prima preoccupazione dei ciclisti resta quella di essere rispettati da quanti guidano un veicolo a motore, così mi è parso naturale inserire nei racconti anche la forte richiesta di sicurezza da parte di chi pedala".

"La Bicipolitana non bisogna solo costruirla, fisicamente, come stiamo facendo, - evidenzia Simona Larghetti, consigliera metropolitana con delega alla Bicipolitana - ma anche raccontarla, perché sempre più persone possano, anche tramite le storie, come da secoli avviene, sentirsi parte di una comunità dove ciascuna di noi è diversa ma si ritrova in abitudini, preoccupazioni e strategie simili. Siamo onorate – conclude Larghetti - di avere la voce e il cuore di Enrico Brizzi dietro queste storie, da sempre scrittore capace di interpretare una bolognesità fuori da ogni retorica, autentica e sognatrice".

Redazione

Il lungo viaggio espositivo degli Etruschi in Cina prosegue con successo

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ETRUSCANS Lords of ancient Italy Wuhzong MuseumProrogata fino al 29 gennaio 2023 la mostra "ETRUSCHI. Signori dell'Italia antica" ideata e curata dal Museo Civico Archeologico di Bologna con l'organizzazione di MondoMostre

Bologna - Il lungo viaggio espositivo degli Etruschi in Cina prosegue con successo. La mostra ETRUSCHI. Signori dell'Italia antica (ETRUSCANS. Lords of ancient Italy), ideata e curata dal Museo Civico Archeologico di Bologna con l'organizzazione di MondoMostre e in corso al Wuzhong Museum di Suzhou, viene prorogata fino al 29 gennaio 2023.
Il museo cinese ha infatti chiesto e ottenuto la possibilità di estendere di due mesi il periodo di apertura del progetto espositivo, inizialmente previsto dal 30 agosto al 30 novembre 2022, per consentire ad un pubblico più ampio di avvicinarsi e conoscere una delle civiltà più importanti dell'Italia antica, quella etrusca, durante il periodo della festa di primavera, una delle festività tradizionali maggiormente sentite, che celebra l'inizio del nuovo anno secondo il calendario cinese.

L'iniziativa, inserita nel programma ufficiale dell'Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2022 con il massimo sostegno dell'Istituto Italiano di Cultura di Shanghai e del Consolato Generale d'Italia a Shanghai, è stata la prima mostra internazionale ad essere presentata dopo la chiusura imposta dalla pandemia da Covid-19 nel Wuzhong Museum di Suzhou situato in una città a ovest di Shanghai, nella provincia dello Jiangsu, che è nota meta turistica per via dei suoi maestosi giardini e dei suoi antichi canali che la rendono nota al pubblico cinese come una delle più belle "Venezie di Oriente".

Il racconto si snoda attraverso cinque sezioni tematiche con 332 oggetti di altissimo valore storico e artistico che documentano la vita quotidiana degli Etruschi, provenienti da due delle più importanti collezioni etrusche italiane, quelle del Museo Civico Archeologico di Bologna e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La mostra sta suscitando molto interesse da parte del pubblico cinese, anche grazie all'accurata strategia di audience engagement attuata dal Wuzhong Museum con numerose attività offline e online di promozione ed educazione verso fasce di età differenziate, tra cui video di backstage sulle fasi di allestimento, interviste video ai curatori, conferenze accademiche, letture, corsi, studi di ricerca, proiezioni di film e speciali iniziative serali.
Dal 25 agosto al 7 dicembre sono stati rilevati i seguenti dati: oltre 100.000 visitatori, 224.018 visualizzazioni delle attività online, 490 partecipanti alle attività online.

ETRUSCHI. Signori dell'Italia antica (ETRUSCANS. Lords of ancient Italy)
Progetto ideato e curato da: Paola Giovetti, Federica Guidi, Marinella Marchesi, in collaborazione con Laura Bentini, Anna Dore, Laura Minarini (Museo Civico Archeologico di Bologna)
Testi degli apparati: Laura Bentini, Anna Dore, Federica Guidi, Marinella Marchesi, Laura Minarini (Museo Civico Archeologico di Bologna), Anna Serra (Università di Salerno)
Restauri: ditta Kriterion e Laboratorio di restauro del Museo Civico Archeologico di Bologna
Registrar: Daniela Picchi (Museo Civico Archeologico di Bologna)
Organizzato da: Wuzhong Museum, Suzhou; MondoMostre s.r.l.
Promosso da: Istituto Italiano di Cultura, Shanghai

Redazione

Bologna "Un presepe "esemplare" di Pietro Righi

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presepeMuseo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini fino al 15 gennaio 2023. Ingresso gratuito 

Per le festività natalizie 2022-2023 si rinnova il tradizionale appuntamento espositivo con l'arte presepiale che i Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, in collaborazione con il Centro Studi per la Cultura Popolare, promuovono per valorizzare questa particolare espressione plastica di devozione che nella città felsinea, a partire dalla tarda età barocca, ebbe un qualificatissimo centro di produzione in cui anche artisti affermati si cimentarono con la produzione di statuine.

La mostra Un presepe "esemplare" di Pietro Righi (Bologna, 1772-1839) - visibile dal 14 dicembre 2022 al 15 gennaio 2023 presso il Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini con ingresso gratuito - consente di ammirare un inedito gruppo presepiale della Natività in terracotta dal modellato di notevole qualità, proveniente da collezione privata. Sul retro della scultura in terracotta è chiaramente leggibile una scritta tracciata sulla creta fresca, prima della cottura: «Pietro Righi/ Fece/ L'anno 1826/Li 4 ottobre/n° 5».
L'esposizione della scultura per la prima volta al pubblico si fa occasione per riunire, in stretto dialogo fra loro, altri due esemplari di mano dello stesso Righi aventi la medesima materia e tipologia iconografica, già presenti nella ricca collezione di antichi pezzi presepiali bolognesi conservata nel museo.
Così affiancati, i tre pezzi rappresentano una testimonianza significativa della statuaria da presepe realizzata da questo abile artista-artigiano, esponente di una generazione erede dei grandi maestri plasticatori bolognesi quali Giuseppe Maria Mazza (1653–1741), Angelo Gabriello Piò (1690-1770) e Filippo Scandellari (1717-1801). Pur non raggiungendo il livello qualitativo della più alta tradizione presepistica, egli si distinse nella produzione seriale a stampo dei presepi accessibile a tutti i ceti sociali, infondendovi l'ispirazione tratta dall'operato dei maestri della scultura che insegnavano all'Accademia di Belle Arti, dove svolse l'incarico di bidello.

La mostra è accompagnata da testi di Fernando e Gioia Lanzi e Antonella Mampieri.

La Natività inedita di Pietro Righi
Il gruppo presepiale emerso, che va ad arricchire il catalogo di Pietro Righi, rappresenta la Vergine, san Giuseppe e il Bambino, con l'asino e il bue nella greppia/mangiatoia, figure che tipicamente venivano realizzate singolarmente per poi essere assemblate su di una base, a creare composizioni lievemente variate. Si tratta di una composizione esemplare, probabilmente parte centrale di una scena più ampia, comprendente altri personaggi a completamento della rappresentazione presepiale. La figura della Vergine fa corpo con la mangiatoia, in una forma che è quasi una firma dei plasticatori del presepio bolognese: non si tratta qui della semplice greppia a rastrelliera, ma paglia e fieno sono posti su di un recipiente rettangolare, realizzato con giunchi o rami intrecciati, come si vede bene nel lato posteriore della composizione, e come si vede pure in molti dipinti - per esempio nell'affresco con la Natività di Vitale da Bologna, un tempo nella chiesa di Mezzaratta, ma ora esposta nella Pinacoteca Nazionale cittadina -, in cui appunto è posto il cibo per gli animali, che la riempie completamente e deborda. Posto sopra, avvolto in fasce, giace il Bambino, e le fasce sono il segno indicato ai pastori dall'angelo annunciante. A fianco, e alle spalle del Bambino, si affaccia l'asino.
La Vergine, figura della Chiesa, e il Bambino, sono significativamente il punto culminante della composizione: la Vergine, in atteggiamento tenero e protettivo, mostra il Figlio porgendolo delicatamente all'adorazione di san Giuseppe, e degli altri, che questo gruppo presuppone. Giuseppe, seduto accanto e più in basso, con le mani giunte all'altezza del cuore, volge il capo al Bambino che la Madre gli presenta e lo fissa intensamente, in adorazione.
Ai piedi della Vergine, il bue, con una torsione robusta e suggestiva del collo, volge il capo verso il Bambino: asino e bue rappresentano i popoli che lasciano le religioni tradizionali per volgersi al Figlio di Dio incarnato, che, nell'Eucaristia, si farà cibo per gli uomini.
Nella parte posteriore, il gruppo evidenzia data e numerazione della figura. Il numero progressivo di produzione 5 indica chiaramente che si tratta di un'opera seriale, mentre la data 4 ottobre 1828, incisa prima di inviare a cottura il pezzo, sottolinea la petronianità esemplare di Pietro Righi e della sua opera coincidendo con festa del Patrono san Petronio. (Gioia e Fernando Lanzi)

Pietro Righi (1772-1839)
Negli anni Novanta un plasticatore anonimo, di cui si conoscevano diversi gruppi da presepe simili, venne identificato come Pietro Righi, grazie al rinvenimento da parte di Stefano Tumidei della sua firma. Attorno a quel gruppo firmato, ripetuto in moltissime varianti con l'uso degli stampi, è stato possibile ricostituire negli ultimi anni un corpus piuttosto ricco e in continuo aumento, anche grazie ad occasioni come questa, che permette di presentare al pubblico un nuovo esemplare.
Pietro Righi nasce a Bologna il 30 aprile 1772, da Francesco e dalla sua seconda moglie, Anna Livizzani. La famiglia Righi era originaria di Gaggio Montano e il padre di Pietro si era trasferito a Bologna per esercitare con maggior profitto la professione di medico. Dopo la sua morte, nel 1786, i cinque figli ancora minori furono allevati dalla madre con l'aiuto dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi.
Iniziò a lavorare in una fabbrica di maioliche in via San Vitale, dove produceva statuette e dipingeva stoviglie. La sua attività si concentra solo in un secondo momento sulla produzione artistica, che ha per oggetto statuette di soggetto sacro e profano. Allievo dell'Accademia Clementina dal 1795 al 1798, Righi aveva seguito le lezioni di scultura di due grandi artisti neoclassici, Giacomo Rossi prima, e poi Giacomo De Maria. Nel 1804 sposa Maria Spinelli da cui avrà tre figli, di cui uno, Francesco, sarà il padre del celebre fisico Augusto. Nel 1811 diviene bidello dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, incarico che terrà fino alla morte e che gli permetteva di esercitare l'attività di plasticatore con maggiore libertà, garantendogli uno stipendio fisso mensile. Pietro morirà a Bologna il 18 maggio 1839. Abitava in Borgo San Pietro.
Il prototipo del gruppo tradizionale creato e replicato da Pietro Righi, del quale è riemersa di recente sul mercato antiquario la prima copia numerata, si compone di un insieme di singole statuine, realizzate a stampo e fissate tra loro con la barbottina.
Il gruppo base è costituito dalle figure della Madonna col Bambino, di san Giuseppe, dell'asino stante e del bue accosciato. A questo nucleo principale sono spesso accostati pastori e pastorelle, angeli e bambini. Sono attualmente conosciuti, oltre al gruppo del Museo Davia Bargellini con la Sacra Famiglia ed un pastore inginocchiato che si toglie il turbante, quello esposto nel 2014 da un collezionista privato, attualmente in comodato gratuito presso lo stesso museo, che
rappresenta un esempio ben conservato di questa versione più semplice. Della stessa versione ho reso noto anche un esemplare nella collezione Guandalini di Modena, il primo esemplare firmato e numerato che ho potuto conoscere , che porta il numero 6 e la data 1829.
A questo nucleo si possono aggiungere quello della parrocchia di Santa Caterina di Strada Maggiore, datato 1829, quelli del Museo d'Arte Sacra di San Giovanni in Persiceto, delle chiese di Castagnolo e di San Matteo della Decima. Ma si tratta solo di una parte dei gruppi conosciuti, tra varianti, repliche e copie semplificate di diversi livelli qualitativi. Tra i gruppi conservati da enti pubblici ne figura uno presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, datato 1825, uno presso il Museo Civico "Andrea Tubino" di Masone (GE) e uno presso il Museo Diocesano di Arte Sacra di Faenza. Il bel gruppo di molte figure dei Musei Civici di Modena, accostabile a quello di Santa Caterina di Strada Maggiore, mostra la Madonna protesa ad abbracciare il Bambino sotto una capanna composta da una tenda tesa tra due pali, quasi un rifugio di fortuna. Un'idea mutuata dal gruppo inventato da un altro scultore bolognese che in questi anni frequenta l'Accademia, Giovanni Putti.
Siamo dunque in grado di individuare al momento due tipologie di presepe realizzate da Righi, una che si ricollega al gruppo ridotto del tipo Davia Bargellini, dove la Madonna, seduta accanto alla mangiatoia, è posta di profilo e tiene tra le braccia il Bambino rivolgendosi verso san Giuseppe, il bue è accosciato davanti a lei e guarda verso l'alto, l'asino è in piedi dietro la mangiatoia e san Giuseppe, seduto, si gira verso la Madre e il Bambino con le mani giunte. Un secondo tipo più complesso, con la tenda sotto la quale la Madonna si protende tenendo tra le braccia il Bambino, san Giuseppe è seduto ma con le braccia libere, il sinistro disteso lungo il corpo, il destro raccolto sul ginocchio; il bue ripete la posa del gruppo precedente, mentre l'asino, non sempre presente, è in piedi dietro la Madonna. La fortuna di questa seconda versione è testimoniata anche da alcune produzioni di minor formato e di qualità molto modesta, quasi in sermo humilis, ma dove le figure sono però chiaramente derivate da quelle inventate da Righi, sulla scorta di Giovanni Putti. Lo dimostrano molto bene i due gruppi ora in comodato gratuito presso il Museo Davia Bargellini e provenienti da una collezione privata. Qui le figure, tozze, visibilmente realizzate a stampo, sono innegabili derivazioni popolari di un linguaggio espressivo già molto semplificato. (Antonella Mampieri)

Durante il periodo di apertura sono previste visite guidate gratuite:
venerdì 16 dicembre 2022 ore 17, con Fernando Lanzi
venerdì 23 dicembre 2022 ore 17, con Davide Scabbia
lunedì 26 dicembre 2022 ore 10.30, con Fernando Lanzi
venerdì 6 gennaio 2023 ore 10.30, con Fernando Lanzi
venerdì 13 gennaio 2023 ore 17, con Davide Scabbia
domenica 15 gennaio 2023 ore 10.30, con Antonella Mampieri.

( foto: Pietro Righi (Bologna 1772-1839), Presepe, 1826, terracotta. Collezione privata)

Redazione

 

Sagre e feste del territorio bolognese

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Mercatino di NataleMercatini di Natale, presepi, concerti... è online il calendario di dicembre e gennaio

Si è aperto ad Argelato il Villaggio di Natale a Villa Beatrice. Nel comune di Alto Reno Terme le prime tre domeniche di dicembre appuntamento con Natale a Corvella e dall'8 dicembre Natale a Porretta e Natale al Castello Manservisi.

Sapori e atmosfere del Natale saranno protagonisti il 4 dicembre al Museo della Civiltà Contadina di Bentivoglio grazie all'"Open Day del gusto", appuntamento dedicato ai prodotti del territorio e al mondo dell'artigianato. In programma laboratori, visite guidate, letture animate.

A Bologna l'appuntamento è in Piazza Lucio Dalla con DiMondi Winter, che propone un villaggio di Natale per i bambini e una pista di pattinaggio su ghiaccio sintetico a impatto ambientale zero.

A Casalecchio di Reno mercoledì 7 dicembre è in programma la Festa degli Elfi.

Tanti gli appuntamenti a Castenaso: fino al 6 gennaio laboratori di cucina per imparare a realizzare i dolci di Natale, mostre di giocattoli e di presepi, letture itineranti, concerti, spettacoli e mercatini.

A Molinella c'è "Bån Nadèl", oltre alla pista di pattinaggio sul ghiaccio (dal 3 dicembre all'8 gennaio), nelle domeniche 11 e 18 dicembre offre ai visitatori intrattenimenti musicali e spettacoli.

Dal 3 dicembre al 6 gennaio a Imola è festa in tutta la città con ImolaNatale: tutti i fine settimana e la vigilia di Natale mercatini, animazioni, laboratori per bambini e negozi aperti in centro storico. Nell'antica piazza di Vidiciatico (Lizzano in Belvedere) viene allestito il Borgo di Natale, visitabile dal 10 dicembre al 6 gennaio.

A Monghidoro si comincia l'8 dicembre con Festa d'inverno a Ca' del Costa, si prosegue il 17 dicembre a Piamaggio con la camminata lungo "La via dei presepi" e il 18 dicembre con "Christmas a Monghidoro", pista di pattinaggio su ghiaccio, stand enogastronomici, concerti e giochi.

Dal 3 dicembre a San Giovanni in Persiceto il centro storico si apre ai festeggiamenti con spettacoli itineranti, pista di pattinaggio, concerti, stand di specialità gastronomiche, eventi per bimbi e adulti.

Sabato 17 dicembre, a Vergato nella Piazza Capitani della Montagna, dalle 9.30 alle 14 si terrà la "Festa dei dolci e delle tradizioni", mentre il 24 dicembre l'appuntamento è alle 14 per gli auguri in Piazza.

Tra i mercatini di Natale segnaliamo a Bologna l'Antica Fiera di Santa Lucia al portico monumentale della Chiesa dei Servi in Strada Maggiore (fino al 26 dicembre) e il Villaggio di Natale francese in piazza Minghetti (fino al 24 dicembre). A Galliera l'appuntamento è il 18 dicembre.

Casalecchio di Reno dedica tre fine settimana (3-4, 9-11, 16-18 dicembre) ai mercatini di articoli decorativi e regali artigianali. A Castel Maggiore si potranno visitare i mercatini di Natale dall'8 al 23 dicembre, mentre a Castel San Pietro Terme l'appuntamento è in centro storico nelle giornate del 3, 4, 8, 11 e 18 dicembre.

Il 4 dicembre a Marano di Gaggio Montano mercatini fino a sera e stand gastronomici con delizie montanare; domenica 11 dicembre mercatino di Santa Lucia a Bazzano (Valsamoggia) con gastronomia e musica, il 17 e 18 dicembre "Natalissimo" a Crespellano (Valsamoggia) con animazioni per i più piccoli.

A Zola Predosa nel fine settimana del 10 e 11 dicembre appuntamento con "Al Nadel 'd Zola", un mercatino composto da banchi di oggetti creativi e prodotti tipici.

Tra Presepi un po' speciali segnaliamo quello dei Frati Cappuccini a Porretta Terme (Alto Reno), uno dei presepi animati più grandi d'Italia visitabile dal 24 dicembre al 31 gennaio.

Villa D'Aiano, dall'8 dicembre all'8 gennaio, diventa la "Terra dei Presepi": camminando per le vie del paese si potranno ammirare gli oltre 100 presepi realizzati dagli abitanti, da quello ad altezza uomo al più piccolo dentro ad un guscio di noce, dal presepe tradizionale napoletano al più moderno fatto con i mattoncini Lego.

Anche quest'anno torna il tradizionale appuntamento con i Presepi di San Lorenzo in Collina, un grande presepe diffuso, realizzato dagli abitanti e dalle attività di San Lorenzo in Collina (Monte San Pietro dall'8 dicembre al 6 gennaio).

Dall'8 dicembre e fino al 6 gennaio si potrà passeggiare alla scoperta del presepe diffuso in 12 postazioni urbane tra il borgo storico di Dozza e la frazione di Toscanella.

Da non perdere, il 24 dicembre, il Presepe vivente di Pietracolora (Gaggio Montano).

Dal 10 dicembre nel centro del paese di Vidiciatico (Lizzano in Belvedere) si potrà ammirare un bellissimo presepe ligneo con statue a grandezza naturale, mentre a Gabba nei giardini privati e negli angoli del piccolo borgo vengono allestiti ogni anno presepi di vario genere, creati con materiali di recupero dagli abitanti del paese. Rimarranno accessi anche nelle ore notturne creando una magica atmosfera.

Al calar della sera, nelle giornate del 5 e 6 gennaio, si accendono i tradizionali falò dell'Epifania nella campagna persicetana, legati alla tradizione contadina, i "Roghi delle Befane" bruceranno in diversi luoghi a San Matteo della Decima.

A Maggi (Sant'Agata Bolognese) il 5 gennaio appuntamento con il rogo di Befana Maggi.

Da non perdere a Dozza il 6 gennaio dalle 15, la tradizionale rievocazione in costume dell'arrivo dei magi alla grotta con corteo itinerante nel borgo e quadri viventi.

Il calendario completo è consultabile all'indirizzo www.cittametropolitana.bo.it/sagrefeste 

Redazione

Mostra Antologia della moto bolognese, 1920-1970 al Museo del Patrimonio Industriale,

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Ducati Mostra Antologia Bologna,. Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna - istituzione culturale votata allo studio, alla documentazione e alla divulgazione della storia economico-industriale della città e del suo territorio, attraverso la ricostruzione delle vicende succedutesi dall'affermarsi dell'industria serica nel Medioevo fino all'odierno distretto meccanico della motoristica e dell'automazione – aggiunge un nuovo momento espositivo al filone Moto bolognesi, che ha costituito uno dei principali interessi della sua attività di ricerca: sabato 26 novembre 2022 (a partire dalle ore 13) sarà aperta al pubblico la mostra Antologia della moto bolognese, 1920-1970.
Il nuovo focus tematico, realizzato il contributo dell'Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale, si inserisce nel percorso espositivo del museo e rimarrà visibile fino al 28 maggio 2023.

Antologia della moto bolognese, 1920-1970 porta a compimento un ampio e importante lavoro di indagine condotto negli anni dal museo, con momenti di restituzione pubblica quali le recenti esposizioni Moto bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l'automobile (2021/2022) e Moto bolognesi C.M. Trent'anni memorabili 1929-1959 (2018).
A partire dalle collezioni permanenti del museo, in cui sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di alcune aziende locali che ebbero un ruolo di primo piano nel settore motoristico, il progetto è nato con l'obiettivo di realizzare una puntuale e completa ricognizione dell'industria motociclistica in area bolognese – terra di motori per eccellenza – dalla nascita negli anni Venti del Novecento fino agli anni Sessanta, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale.
L'impegno nell'indagine condotta su fonti composite – documenti, memoria orale, immagini fotografiche e filmate, giornali e riviste specializzate del tempo – ha consentito la ricostruzione di un centinaio di biografie di aziende, la schedatura tecnica di modelli e pezzi analizzati e la formazione di un ricchissimo archivio fotografico realizzato grazie all'aiuto del mondo del collezionismo.

La mostra ripercorre cinquant'anni di produzione motociclistica bolognese che si è distinta, fin dagli esordi, per l'inventiva e le capacità di numerosi tecnici che si sono cimentati, con diversa fortuna, nella realizzazione di veicoli sempre molto curati, non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche estetico, imponendosi inoltre ai più alti livelli, con le versioni da competizione, in ambito nazionale ed estero.
Attraversando stagioni diverse e spesso difficoltose – la fase pionieristica, le ristrettezze e le distruzioni del periodo bellico, la ripresa ed il miracolo economico – le piccole e medie case costruttrici della città e del territorio circostante hanno sempre esposto nelle "vetrine" delle fiere del settore, e quindi offerto sul mercato, una gamma di motocicli unica per quantità, varietà e bellezza.
Solo pochi marchi sono riusciti a tradurre l'apprezzamento della critica e dei singoli appassionati in un vero e proprio successo commerciale, tuttavia l'industria bolognese delle due ruote, anche con l'apporto del settore della componentistica, ha lasciato un segno indelebile nella storia del motociclismo italiano.

Il percorso espositivo di Antologia della moto bolognese, 1920-1970 presenta 32 motociclette realizzate dai più importanti marchi del cinquantennio ed è arricchito da una serie di materiali multimediali: sette contributi filmati provenienti dall'Istituto Luce, l'intera serie delle moto esposte nelle precedenti esposizioni e il filmato, prodotto dal museo, Italiani in motocicletta, basato sui cinegiornali dell'Istituto Luce (1930-1940).

La storia del motociclismo bolognese prende avvio nel 1899 quando il Touring Club Italiano organizza una gara in circuito e i numerosi spettatori accorsi possono ammirare, con stupore, un nuovo veicolo: il motociclo. Nel 1904 è la ditta Grazia e Fiorini a cimentarsi, per prima in città, nella realizzazione di due motocicli in versione Corsa e Turismo.
Sarà la guerra ad accelerare un progresso tecnologico che avrà ricadute anche in ambito motoristico. Le ditte G.D e M.M., nate nel 1923 e 1924, si distinguono subito per qualità e affidabilità. Sono le gare a determinare, per tutti i costruttori, l'andamento positivo della produzione. I nuovi modelli vengono allestiti in versione da competizione ed una vittoria, o una buona prestazione, nel "Raid Nord-Sud" (Milano-Napoli) o nel "Giro Motociclistico d'Italia", hanno un'immediata ricaduta sulle vendite.

Negli anni Trenta le ristrettezze imposte dalle scelte autarchiche del regime fascista mettono a dura prova il mondo delle due ruote. A Bologna, solo la M.M. conserva un ruolo preminente, sia dal punto di vista commerciale che sportivo, aggiudicandosi un gran numero di gare e di record di velocità in ambito nazionale ed estero.
Con la dichiarazione di guerra, nel 1940, iniziano gli anni bui: la produzione di moto di fatto cessa, consentendo solo quella di un esiguo numero di motocarri. Infine i bombardamenti aerei portano alla distruzione di molte officine.

Terminata la guerra nel 1945, i motocicli tornano a circolare in ordine sparso ed in numero esiguo, essendo l'uso limitato alle necessità di lavoro e dalla scarsità di benzina. La produzione si incentra perciò su economici micromotori da applicare alle biciclette o a telai appositamente predisposti. In questo settore si afferma la Ducati realizzando il Cucciolo, uno dei micromotori che più contribuisce all'affermazione della "motorizzazione popolare" in Italia.
A livello sportivo Moto Morini e F.B primeggiano in Italia e all'estero. Morini vince il Campionato Italiano 125 nel 1948 e 1949, mentre F.B Mondial, milanese ma interamente progettata e costruita a Bologna, si aggiudica il Campionato del Mondo nel 1949, 1950 e 1951.

Negli anni Cinquanta lo scenario motociclistico bolognese è estremamente vivace, con ben 55 marche di motocicli finiti, perlopiù di piccole e medie cilindrate. Solo alcune si avviano ad avere un assetto ed una organizzazione produttiva moderni, con stabilimenti efficienti e un'adeguata dotazione di macchine: in città Ducati e Moto Morini, a Porretta Terme la DEMM; inoltre le lombarde/bolognesi F.B Mondial e MI-VAL. Marche storiche e prestigiose, come C.M e M.M., si avviano invece al declino.
In campo sportivo primeggiano Benelli, Guzzi, F.B Mondial, Moto Morini, MV, Parilla, aziende che possono permettersi gli elevati costi delle squadre corsa. La storia sportiva Ducati vede molte importanti affermazioni: il Motogiro del 1956, il Campionato Italiano 125 nel 1957 e l'epica impresa di Leopoldo Tartarini e Giorgio Monetti con il giro del mondo nel 1957-58.

Gli anni Sessanta sono difficili per il motociclismo nazionale perché si affaccia la prepotente concorrenza dell'automobile. Dai listini scompaiono i modelli 500 ed i grossi motocarri. Restano invece gli scooter e le piccole e medie cilindrate capaci di alte prestazioni. Arrivano le moto giapponesi, mono e pluricilindriche, potenti, veloci, con finiture di lusso. Il mercato cerca, quindi, di adeguarsi alle domande dei clienti: sono necessarie varianti ai modelli di base che a loro volta fanno crescere il numero dei componenti delle moto.
In area bolognese agisce un indotto capace di fabbricare qualsiasi parte meccanica, di pari passo con il progresso tecnico. Si evolvono e perfezionano i motori, il sistema desmodromico viene utilizzato non solo su quelli da competizione, ma anche da super-sport. Lo stesso vale per i componenti della ciclistica, dalle sospensioni ai freni.
La produzione diventa differenziata e polivalente, ai modelli base Turismo si aggiungono un gran numero di varianti, con aggiornamenti continui nel corso dell'anno. Si registra anche un crescente interesse dall'estero per i prodotti italiani, con un'attività di esportazione oltralpe ed oltre oceano. Ottengono redditizi contratti, tra le altre, le bolognesi Ducati, MI-VAL, F.B Mondial, Moto Morini.
Si registrano anche la presenza e l'affermazione di nuove case produttrici, come la Italemmezeta, poi Italjet, caratterizzata da una eclettica produzione, e di marchi già conosciuti che trovano una nuova importante dimensione produttiva e commerciale, come Cimatti, Malaguti, Malanca, Testi, apprezzati in particolare per le loro piccole cilindrate.
Alle loro spalle, la rassicurante presenza di case costruttrici di motori, come DEMM (attiva e affermata anche nella produzione di motocicli), Franco Morini e Minarelli in grado di produrre tutta la gamma da 48 a 175 cm, a 2 e 4 tempi, per tutti gli usi, turismo, sport, competizione, trasporto.

In mostra anche la M.M. 175 del 1933 che consegue il Record Mondiale di Velocità sul Chilometro lanciato effettuato nel tratto rettilineo tra l'8° e il 9° km della strada che collega Borgo Panigale a San Giovanni in Persiceto.

All'interno del percorso espositivo è inoltre consultabile, secondo vari percorsi di indagine, una banca dati multimediale che racchiude schede tecniche, immagini, marchi e note informative dei 98 produttori di motociclette attivi sul territorio fino al 1960. Si tratta di un'esaustiva "enciclopedia" del motociclismo bolognese resa possibile dal contributo del mondo del collezionismo che ha conservato e messo a disposizione una ricca documentazione composita: fotografie d'epoca, pubblicità, riviste del settore, manuali, cataloghi e molto altro.

Il Museo del Patrimonio Industriale – collocato nella suggestiva sede di una fornace da laterizi del XIX secolo – studia e racconta la storia economico produttiva di Bologna e del suo territorio dal tardo Medioevo ai giorni nostri.
Il percorso espositivo si apre con la ricostruzione dell'organizzazione produttiva dell'antica "Città dell'acqua e della seta" che ha visto Bologna – tra i secoli XV e XVIII – esportare filati e veli di seta in tutto il mondo occidentale. Questa supremazia produttiva entra in crisi alla fine del secolo XVIII quando la Rivoluzione Industriale costringe ad aggiornare saperi e organizzazione del lavoro.
La città è costretta a riprogettare il proprio futuro, puntando sulla formazione tecnica come elemento strategico di rinnovamento: nel corso del XIX secolo si afferma, così, l'Istituto Tecnico Aldini Valeriani. Da questa scelta, oltre che dall'esistenza di fattori economici, organizzativi, logistici e amministrativi favorevoli, scaturisce la ripresa produttiva della città nella seconda metà dell'Ottocento che porterà un secolo dopo all'affermazione dell'attuale distretto industriale.
Bologna si configura oggi come una vera e propria capitale dell'industria meccanica ed elettromeccanica. La ricchezza e la complessità del distretto viene ricostruita attraverso le sue principali articolazioni produttive: le macchine da pasta, la motoristica e l'automazione meccanica, settore, quest'ultimo, nel quale la città compete a livello mondiale.

( Photo: Cartolina pubblicitaria della moto Ducati Diana 250, 1961, Enrico Ruffini, Archivio personale )

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