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Il sindaco Merola ha riassegnato alcune deleghe in Giunta dopo le elezioni amministrative

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VIRGINIO MEROLARaffaella Ferri consigliere delegato al posto di Elisabetta Scalambra

Bologna. Il sindaco metropolitano Virginio Merola ( in foto) ha riassegnato ieri  le deleghe ai Consiglieri delegati in seguito alle elezioni amministrative del 26 maggio che hanno visto la non candidatura della Consigliera Elisabetta Scalambra che è così uscita automaticamente da Giunta e Consiglio metropolitano.

Al suo posto in Giunta il Sindaco ha indicato la Consigliera metropolitana Raffaella Ferri a cui ha assegnato le deleghe a Sviluppo sociale (prima affidata a Scalambra), Contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere e Progetto Stanza Rosa. Il sindaco mantiene invece per sè le Pari Opportunità (prima affidata a Scalambra).

Al vicesindaco Fausto Tinti oltre al Personale vengono assegnate le deleghe a Sviluppo economico, Politiche del lavoro, Tavoli di salvaguardia del patrimonio produttivo (prima affidata al Consigliere Gnudi) e E-government (prima in capo al sindaco).

Al Consigliere Lelli va invece la delega ai Rapporti con il Consiglio metropolitano e con la Conferenza metropolitana (prima affidata a Scalambra).

Questo quindi il nuovo quadro di deleghe della "Giunta metropolitana":

Sindaco metropolitano Virginio Merola: Piano strategico (PSM), Comunicazione, Cultura, Agenda metropolitana per lo sviluppo sostenibile, Progetto Insieme per il lavoro, Pari opportunità.

Vicesindaco Fausto Tinti: Personale, Sviluppo economico, Politiche del lavoro, Tavoli di salvaguardia del patrimonio produttivo, E-government.

Consiglieri delegati

Massimo Gnudi: Turismo, Politiche per l'Appennino bolognese.

Luca Lelli: Politiche per la casa, Affari istituzionali e innovazione, Rapporti con il Consiglio metropolitano e con la Conferenza metropolitana.

Marco Monesi: Pianificazione, Mobilità sostenibile, Viabilità.

Raffaele Persiano: Polizia locale della Città metropolitana, Coordinamento metropolitano politiche per la sicurezza.

Daniele Ruscigno: Scuola, Istruzione, Formazione, Edilizia scolastica.

Giampiero Veronesi: Bilancio, Finanza, Patrimonio, Società partecipate.

Raffaella Ferri: Sviluppo sociale, Contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere e Progetto Stanza Rosa.

Redazione

La nuova "mappa" dei comuni della città metropolitana di Bologna dopo le elezioni amministrative

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colore politico comuniLe elezioni amministrative del 26 maggio hanno interessato 46 comuni della città metropolitana di Bologna su 55 (pari al 48,2% della popolazione metropolitana).

In città metropolitana hanno votato il 71,3% degli aventi diritto, in calo rispetto al 2014 (74,6%); l'affluenza maggiore si è registrata a San Benedetto val di Sambro con il 76,25%, quella minore a Monterenzio dove si è recato a votare solo il 65,55% degli elettori.

Dei 46 comuni in cui si è votato il centrosinistra si è confermato in 37 comuni, il centrodestra a Monzuno e Sant'Agata Bolognese e i civici a San Benedetto Val di Sambro. Hanno cambiato "colore" solo 5 comuni: 3 sono passati dal centrosinistra al centrodestra (Galliera, Monterenzio, Vergato) e due sono passati dal centrodestra a liste civiche (Loiano e Castel d'Aiano).

Tutti i sindaci sono stati eletti al primo turno tranne a Molinella dove si andrà al ballottaggio il 9 giugno tra il sindaco uscente Dario Mantovani (49,45% al primo turno) e Marco Stegani (centrodestra, 36,04% al primo turno).

Negli altri 8 comuni con popolazione maggiore di 15.000 abitanti è stato eletto un sindaco di centrosinistra.

La colorazione politica delle amministrazioni comunali in città metropolitana vede quindi ora la presenza di 39 amministrazioni locali riconducibili allo schieramento di centrosinistra (erano 43), 8 riconducibili al centrodestra (erano 7), 6 sostenute da liste civiche (erano 4) e 1 guidata dal Movimento 5 Stelle (Imola) mentre Molinella è da "assegnare".

Altri numeri

In termini di popolazione Casalecchio di Reno (36.456 abitanti) e Castel d'Aiano (1.865 abitanti) sono rispettivamente il comune più grande e quello più piccolo nei quali si è votato.

Il sindaco più votato (competizione con almeno due candidati) è Alessandro Santoni a San Benedetto val di Sambro con l'81,44% delle preferenze, seguito da Isabella Conti a San Lazzaro di Savena con l'80,84% per quanto riguarda i comuni superiori.

Il candidato eletto sindaco con la percentuale minore di preferenze è Monica Cinti a Monte San Pietro con il 40,49% delle preferenze.

Lo scarto minimo tra i candidati sindaco si è verificato a Malalbergo dove Monia Giovannini è eletta grazie ad 8 voti in più del competitor Massimiliano Vogli.

In due comuni della montagna, Castel d'Aiano e Lizzano in Belvedere, era presente un unico candidato.

Dei 46 sindaci (a Molinella vanno al ballottaggio due uomini), 10 sono donne (il 21,7%).

Sui 45 sindaci già eletti sono 28 i neosindaci (62,2%) e 17 quelli uscenti e riconfermati al secondo mandato amministrativo (37,8%).

Ecco i nomi dei nuovi sindaci nei 45 comuni in cui si è votato (Molinella va al ballottaggio):

Anzola dell'Emilia (Giampiero Veronesi) - Argelato (Claudia Muzic) - Baricella (Omar Mattioli) - Bentivoglio (Erika Ferranti) - Borgo Tossignano (Mauro Ghini) - Calderara di Reno (Giampiero Falzone) - Casalecchio di Reno (Massimo Bosso) - Casalfiumanese (Beatrice Poli) - Castel d'Aiano (Alberto Nasci) - Castel di Casio (Marco Aldrovandi) - Castel Guelfo di Bologna (Claudio Franceschi) - Castel Maggiore (Belinda Gottardi) - Castel San Pietro Terme (Fausto Tinti) - Castello d'Argile (Alessandro Enriquez) - Castenaso (Carlo Gubellini) - Castiglione dei Pepoli (Maurizio Fabbri) - Crevalcore (Marco Martelli) - Dozza (Luca Albertazzi) - Fontanelice (Gabriele Meluzzi) - Galliera (Stefani Zanni) - Granarolo dell'Emilia (Alessandro Ricci) - Grizzana Morandi (Franco Rubini) - Lizzano in Belvedere (Sergio Polmonari) - Loiano (Fabrizio Morganti) - Malalbergo (Monia Giovannini) - Marzabotto (Valentina Cuppi) - Medicina (Matteo Montanari) - Minerbio (Roberta Bonori) - Monte San Pietro (Monica Cinti) - Monterenzio (Ivan Mantovani) - Monzuno (Bruno Pasquini) - Mordano (Nicola Tassinari) - Ozzano dell'Emilia (Luca Lelli) - Pianoro (Franca Filippini) - Pieve di Cento (Luca Borsari) - Sala Bolognese (Emanuele Bassi) - San Benedetto Val di Sambro (Alessandro Santoni) - San Giorgio di Piano (Paolo Crescimbeni) - San Lazzaro di Savena (Isabella Conti) - San Pietro in Casale (Claudio Pezzoli) - Sant'Agata Bolognese (Giuseppe Vicinelli) - Sasso Marconi (Roberto Parmeggiani) - Valsamoggia (Daniele Ruscigno) - Vergato (Giuseppe Argentieri) - Zola Predosa (Davide Dall'Omo).

Redazione

Elezioni amministrative, dichiarazione del sindaco metropolitano Virginio Merola

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VIRGINIO MEROLA"Complimenti a tutti i nuovi sindaci della città metropolitana di Bologna! I risultati delle elezioni amministrative nei 46 comuni del nostro territorio, che si stanno definendo in queste ore, confermano che il lavoro di buoni sindaci e di buone amministrazioni si vede e viene premiato dai cittadini.

In attesa delle ultime notizie da Molinella si può dire che dei 46 comuni in cui si è votato il centrosinistra si conferma in 37 comuni, il centrodestra a Monzuno e Sant'Agata bolognese e i civici a San Benedetto Val di Sambro. Mentre cambiano "colore" solo 5 comuni: il centrosinistra ne perde tre e il centrodestra due.

Voglio augurare buon lavoro a tutte e a tutti e vi aspetto presto in Città metropolitana per l'impegno che ci attende insieme per il bene del nostro territorio".

Redazione

500 milioni per l’Appennino Bolognese: lavoro, mobilità, agricoltura, turismo, banda larga...

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convegno Bonacccini"Focus" della Città metropolitana su politiche e investimenti con Bonaccini, Gnudi, Tinti e i protagonisti del territorio

Qual è lo stato di salute dell'Appennino bolognese? Quali i suoi punti di forza e le criticità? Quanto si è investito in questi anni e quali sono i progetti in corso e finanziati?

A queste domande ha cercato di rispondere il Focus promosso dalla Città metropolitana, ieri pomeriggio alla Rocchetta Mattei, per fare un bilancio su politiche e azioni attuate negli ultimi quattro anni e da mettere in campo nei prossimi.

Una riflessione che parte dall'obiettivo indicato dal Piano Strategico Metropolitano: "rendere più attrattivo vivere e lavorare nel territorio montano e collinare" attraverso il mantenimento dell'industria manifatturiera e l'insediamento di nuove attività, lo sviluppo di un turismo di qualità, il miglioramento dell'accessibilità territoriale con interventi strutturali e immateriali, l'incremento delle condizioni di sicurezza e cura del territorio, il potenziamento del sistema dei servizi.

Tra gli intervenuti: Massimo Gnudi (Consigliere metropolitano delegato alle Politiche per l'Appennino bolognese), Fausto Tinti (Vicesindaco della Città metropolitana), Stefano Bonaccini (Presidente della Regione Emilia-Romagna) e tanti protagonisti del territorio: imprenditori, operatori culturali e scolastici, amministratori, associazioni di cittadini (qui il programma completo).

Considerando il quadro complessivo degli interventi, messi in campo e programmati, l'impegno finanziario del sistema degli enti pubblici nell'Appennino bolognese è di circa 500 milioni di euro: 300 milioni spesi/impegnati nel periodo 2015-2018 e 200 previsti per i prossimi anni.

Dal dossier presentato dalla Città metropolitana, che prende in considerazione 23 comuni con circa 150.000 abitanti cioè il 15,2% della popolazione metropolitana, emergono i punti di forza e di debolezza di quello che rappresenta il principale capitale ambientale del territorio metropolitano e costituisce parte del "capitale" economico, produttivo e sociale della metropoli bolognese.

L'andamento demografico dell'ultimo decennio vede un decremento della popolazione soprattutto nei comuni di crinale e periferici che presentano cali anche superiori al 10% della popolazione residente. Altro elemento di criticità è rappresentato dall'invecchiamento della popolazione (47,8 anni è l'età media contro i 46,4 della media metropolitana) testimoniato anche dai redditi derivanti da pensione che qui sono il 38,44% del totale dei redditi dichiarati contro il 36,75% a livello metropolitano (in alcuni comuni si arriva al 40% con punte massime prossime al 50%).

L'Appennino è l'area che più di altre ha sofferto la crisi economica con crisi aziendali particolarmente acute ma il tasso di imprenditorialità (numero di imprese attive per 1.000 abitanti) tra il 2008 e il 2017 si è mantenuto su valori superiori alla media metropolitana. Inoltre sul fronte produttivo gli ultimi anni (2014-2017) registrano un aumento di imprese e addetti benchè la comparazione con altre parti della città metropolitana segnali una maggiore lentezza a recuperare le posizioni del periodo precedente.

La crisi ha comportato anche una ri-articolazione del sistema produttivo con un consolidamento del settore dei servizi.

Segnali positivi si registrano anche sul fronte delle nuove imprese giovanili, in particolare in agricoltura. Un settore che ha ricevuto oltre 31 milioni di euro di contributi dal Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, di cui 5,6 milioni a sostegno dei giovani agricoltori di primo insediamento e 9 milioni alla conversione a pratiche e metodi biologici di coltivazione. Tra i progetti maggiormente innovativi del Gal (Gruppo di Azione Locale dell'Appennino Bolognese) quello del Biodistretto, un sistema innovativo del territorio vocato al biologico.

Rispetto allo sviluppo economico dell'Appennino fondamentale nei prossimi anni sarà anche l'investimento previsto al Centro Enea del Brasimone per circa 105 milioni di euro.

Altra tendenza interessante emersa negli ultimi anni è la ripresa del turismo che, a partire dal 2015, registra quello che potrebbe essere l'inizio di un nuovo ciclo di crescita soprattutto per quanto riguarda il numero di arrivi che, dopo essersi dimezzato a metà decennio, torna quasi ai livelli pre-crisi crescendo in due anni di oltre il 50%.

Segnali positivi arrivano anche dalle Terme di Porretta che, dopo varie vicissitudini e l'impegno di realtà locali, hanno ripreso l'attività, registrando 17mila presenze e 144mila cure termali nel 2018.

Importanti novità anche sul fronte della mobilità: nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile in corso di approvazione sono infatti previsti il potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano (che già oggi registra qui 10mila passeggeri al giorno) e del Trasporto Pubblico in generale.

Negli ultimi 4 anni (2015-2018) i finanziamenti messi in campo dalla Regione e dai gestori dei servizi su reti, stazioni, materiale rotabile e per la gestione dei servizi ferroviari ammonta a 158 milioni di euro.

Significativa per la mobilità stradale la progettualità messa in campo sulla statale Porrettana nella tratta tra Sasso Marconi e Vergato per realizzare la riqualificazione in sede, e il finanziamento derivante dal Patto per Bologna per la realizzazione del 2° lotto del Nodo di Rastignano e di un tratto appenninico della Ciclovia del Sole (21 km da Pian di Venola a Riola di Vergato, già finanziati per 2,5 milioni di euro, che saranno realizzati tra il 2019 e il 2023).

Per quanto riguarda i collegamenti immateriali una importante novità di questi anni è rappresentata dal Piano operativo regionale sulla Banda Ultra Larga che, grazie a fondi regionali, europei e statali, vuole infrastrutturare tutte le aree dove i piani degli operatori privati non prevedono alcun investimento. Circa 13 milioni le risorse impegnate, 68 i cantieri aperti, tutti i comuni coperti entro il 2021.

Per lo sviluppo dell'Appennino è infine fondamentale la lotta al dissesto idrogeologico che vede in campo investimenti per quasi 11 milioni.

"In questi anni con il Focus dell'Appennino e il PSM – è il commento del Consigliere metropolitano alle Politiche per l'Appennino bolognese Massimo Gnudi - sono state definite le politiche strategiche per lo sviluppo sostenibile della Montagna bolognese. Sono stati predisposti nuovi strumenti come i Patti per l'occupazione e lo sviluppo e sono stati fatti investimenti molto rilevanti che stanno producendo i primi risultati ed ulteriori effetti si produrranno nel prossimo periodo.

Permangono tuttora elementi di criticità: dalla fragilità sociale ed economica delle popolazioni alle carenze delle reti infrastrutturali e di connessione, alla fragilità intrinseca del territorio sotto il profilo geomorfologico. Sono quindi necessarie ulteriori politiche locali, regionali e nazionali: penso in particolare al Piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio dal rischio di dissesto idrogeologico e all'obiettivo regionale finalizzato a dimezzare l'Irap alle imprese della montagna".

"Promuovere una nuova stagione di crescita e sviluppo per i territori montani – ha detto il presidente Stefano Bonaccini - è per questa Regione un obiettivo prioritario. Investire sulla montagna, su questi luoghi così preziosi da un punto di vista ambientale e paesaggistico, significa infatti investire a beneficio dell'intero territorio regionale. Siamo impegnati a sostenere investimenti per la cura del suolo e la lotta al dissesto idrogeologico, così come sulle infrastrutture viarie e ferroviarie, necessarie anche per il sistema produttivo e turistico. Entro il 2021 tutta la montagna sarà raggiunta dalla banda ultra larga perché la connessione digitale è fondamentale per le famiglie, gli studenti, le imprese, oltre che per il sistema turistico che sta crescendo ogni anno e ha ormai raggiunto numeri considerevoli. Mettere assieme le eccellenze del territorio significa garantire sempre maggiori opportunità per trattenere i turisti anche per più giorni: cultura, paesaggio, enogastronomia, sport sono gli ingredienti vincenti. Con l'ultima manovra di bilancio abbiamo anche stanziato 36 milioni di euro nel triennio, per sostenere il taglio dell'Irap fino al 50% per le aziende e gli esercizi commerciali che già operano nei Comuni montani, oltre all'azzeramento per tre anni per quelli di nuovo insediamento. Il nostro auspicio è che questa inedita fiscalità di vantaggio possa contribuire a contrastare lo spopolamento di queste zone, dando un aiuto concreto a chi già vi lavora e un'opportunità in più ai tanti giovani che vorrebbero avviare una loro attività, restando nei luoghi in cui sono nati".

"Uno dei principali elementi che attraggono investimenti in un territorio - ha affermato il vicesindaco di Palazzo Malvezzi Fausto Tinti - è che il pubblico faccia la sua parte e la Città metropolitana la sta facendo insieme ai Comuni e alle Unioni".

Redazione

CISL Emilia Romagna: la finanziaria si e’ dimenticata degli esposti all’amianto e dei loro familiari

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CISL Filippo Pieri"Servono risorse a favore degli esposti e dei malati d'amianto e per i loro familiari. Risorse di cui non c'è traccia nella legge di Bilancio, malgrado gli impegni che il ministro Di Maio aveva assunto prima dell'approvazione della stessa Manovra". E' quanto ha affermato questa mattina a Bologna il segretario generale della Cisl Emilia-Romagna Filippo Pieri ( in foto) nel corso di un incontro 'interno' organizzato dal sindacato di via Milazzo per fare il punto sul tema. "Il recente pronunciamento della Corte d'Appello di Bologna, che ha previsto una perizia finalizzata ad accertare il nesso tra la passata esposizione alla "fibra killer" e le patologie riportare da alcuni lavoratori del Petrolchimico di Ravenna, ha nuovamente ribadito come l'amianto rimanga un problema più che attuale, benché in Italia e in Europa ne sia vietata la produzione dal lontano 1992", ha sottolineato il sindacalista.

In Emilia Romagna, nel 2017 (ultimo dato disponibile), il mesotelioma maligno correlato con l'esposizione alla polvere killer ha colpito 153 persone (malati la cui sopravvivenza media dalla diagnosi purtroppo non supera i 10 mesi). Un dato in linea con i due anni precedenti e significativamente più alto dei 73 casi registrati nel 1996, anno di inizio del monitoraggio regionale. Da quell'anno (1996) sono stati colpiti 2.661 emiliano - romagnoli in regione, 1.928 uomini e 733 donne.

"Da tempo – ha rincarato la dose Ciro Donnarumma, componente della Segreteria regionale Cisl con delega alla salute e sicurezza sul lavoro - chiedevamo che fossero inseriti nella Finanziaria tre interventi prioritari, peraltro sostenuti dalla stessa ANCI (l'associazione del Comuni): migliore percorso di assistenza sanitaria per i malati da amianto, accompagnato da un pronto e tempestivo supporto economico che li aiuti nella fase della cura delle patologie asbesto correlate e di indennizzo nei casi di decesso, purtroppo molto frequente in questi casi; portare da 5.600 a 12.000 euro il valore dell'una tantum a favore dei malati di mesotelioma non professionali (le risorse sono già stanziate a bilancio); per la collocazione in pensione, l'applicazione per i malati di mesotelioma pleurico le regole previdenziali antecedenti la riforma Fornero, oltre al moltiplicatore 1,5 per il calcolo degli anni di contribuzione. Punti che sono stati maldestramente ignorati e che ora vanno assolutamente recuperati in altro provvedimento".

Da qui, l'appello del segretario generale regionale della Cisl Pieri a far fronte comune indirizzato anche al presidente della Conferenza delle Regioni, nonché presidente della Regione Stefano Bonaccini, "sia per la sensibilità mostrata sul tema sia perché la materia amianto è competenza condivisa con le Regioni".

"Peraltro – ha aggiunto Donnarumma - con la Regione dei sostanziali passi avanti sono stati fatti. Difatti, abbiamo condiviso il piano regionale amianto, che ha previsto alcune misure molto importanti in assenza di una vera regia nazionale: abolizione dei ticket per le visite e gli esami di controllo a favore degli esposti; previsione in ciascuna AUSL di un ambulatorio amianto a cui rivolgersi per ogni caso sospetto; l'avvio del censimento dei manufatti in amianto per la loro successiva bonifica, iniziando da scuole e ospedali. Così come va nella giusta direzione l'investimento di altri 3,3 milioni di euro deciso in questi giorni dall'Amministrazione regionale per finanziare un bando di bonifica destinato alle imprese. Ora serve l'impegno anche di altri attori istituzionali, ognuno faccia la sua parte. Questa è una guerra che possiamo e dobbiamo vincere".

Redazione

Difesa: SIULP, sostegno per sindacalizzazione militari

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FELICE ROMANOSi tenga conto della delicatezza dello storico processo in atto, occorrono tempi adeguati e coinvolgimento rappresentanze

La sindacalizzazione delle donne e degli uomini delle Forze armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare è una straordinaria opportunità di crescita e di maggiore efficienza degli apparati militari. Un traguardo epocale che necessità di attenzione, esame accurato dei percorsi, responsabilità ed equilibrio di tutti gli attori chiamati a concretizzare questo innovativo e necessario percorso che non può trovare positiva attuazione senza il coinvolgimento degli appartenenti a queste Amministrazioni e dei loro organismi di rappresentanza.

Ecco perché l'audizione dei Cocer deve consentire ai rappresentanti degli organismi di poter avere il tempo necessario per confrontarsi al loro interno e con la base che rappresentano, secondo le attuali lunghe e macchinose procedure, al fine di poter elaborare una posizione che sia la più praticabile possibile secondo le aspettative dei militari e i margini che la norma consentirà.

È quanto afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il più rappresentativo e storico sindacato della Polizia di Stato a commento della convocazione dei Cocer alle Commissioni riunite di Camera e Senato che stanno esaminando il provvedimento relativo alle "Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale del personale militare".

L'esperienza ormai quasi quarantennale del sindacalismo in Polizia, sottolinea il leader del SIULP, ha dimostrato che l'aver consentito ai poliziotti di potersi associare in sindacato, dopo la smilitarizzazione del Corpo, ha comportato un progressivo e inarrestabile processo di ammodernamento e di efficientamento della funzione di polizia e della stessa struttura. Un processo che, oggi come dimostra anche l'ultimo rapporto dell'Eurispes, consente di annoverare la Polizia di Stato come una delle migliori polizie al mondo oltre che la prima istituzione repubblicana verso la quale i cittadini italiani conferiscono il loro maggior gradimento.

Tutto ciò è stato possibile grazie al coinvolgimento dei poliziotti che, attraverso il sindacato e la contrattazione, hanno preso coscienza della responsabilità e della centralità del loro ruolo e hanno lavorato per migliorarlo sempre più attraverso un confronto costruttivo con l'Amministrazione.

Ecco perché, conclude Romano, sono certo che l'appello al Governo e agli Onorevoli rappresentanti delle Commissioni di Camera e Senato, affinché ai Colleghi del Cocer - compatibilmente con il calendario che le Commissioni si sono date - sia concesso il tempo necessario per confrontarsi e prepararsi ad una svolta epocale qual è quella della costituzione del sindacato dei militari, nell'interesse prioritario del Paese ma anche delle donne e degli uomini in uniforme, non cadrà nel vuoto e i colleghi avranno le necessarie e adeguate opportunità per contribuire al meglio a questo processo innovatore.

Redazione

Bologna. Nuovo ingresso in Consiglio metropolitano Baccolini (PD) subentra a Errani

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Francesca Baccolini è da oggi consigliera metropolitana e, con parere unanime dell'Assemblea, subentra in surroga a Francesco Errani nel Gruppo del Partito Democratico.

Baccolini, classe '85, eletta nel 2014 nel Consiglio del Comune di Loiano, è laureata in Sviluppo e cooperazione internazionale e, dopo aver sostenuto un master in Sviluppo locale e innovazione, oggi si occupa di Ricerca e innovazione in Confindustria Emilia.

Redazione

Manovra 2019 sull’orlo del precipizio senza protezioni

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daniele-baldini convegnoDalla Commissione Europea agli industriali il verdetto è "NEGATIVO". Una manovra economica che non produce ricchezza e occupazione

Non c'è da stupirsi che la Commissione Europea disapprovi una manovra economica che non trova sostegno neanche dal mondo dell'industria in quanto depressiva e assistenzialistica. Un DEF che contiene una serie di provvedimenti che portano ad un aumento del disavanzo strutturale e lascia prevedere un futuro incerto che, inevitabilmente, innervosisce gli investitori con evidenti ripercussioni sui mercati finanziari (aumento del differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi, lo "spread") e di conseguenza danneggia i risparmiatori.

I due punti che ritengo maggiormente discutibili nella manovra del governo Conte e che potrebbero determinarne una breve durata sono i "cavalli di battaglia" dei due vicepremier, Di Maio e Salvini, rispettivamente: "Il reddito di cittadinanza" e "La pace fiscale".

Il reddito di cittadinanza, che taluni potrebbero erroneamente intenderlo come un atto politico rivolto ad attuare un certo tipo di riformismo avente l'obiettivo di estendere ad una più ampia platea il sistema del welfare nel nostro Paese, avvicinandolo a quello dei Paesi del Nord Europa, è in realtà un provvedimento che porterà solo ad un rallentamento dello sviluppo economico ed alla riduzione dello stimolo a cercare lavoro per alcune fasce di soggetti che saranno, al limite, ancora più attratti verso forme di lavoro in nero.

La pace fiscale che, tra "manine" e ripensamenti, ha rischiato di mettere in crisi la tenuta del governo, nonostante l'intesa raggiunta con l'eliminazione delle parti riguardanti la sua ipotizzata estensione anche ai reati tributari ed ai capitali illecitamente trasferiti all'estero, è da considerarsi, a tutti gli effetti, un condono che, come tutti i simili provvedimenti che lo hanno preceduto, va a premiare i soliti furbetti. Fino a poco tempo fa si urlava "manette agli evasori ! ", oggi evidentemente il clima è cambiato. Chi ha votato 5 Stelle e applaude al provvedimento, non si rende bene conto di quanto sia diseducativo il messaggio che tale provvedimento rilancia. Stimola all'evasione fiscale e deprime gli onesti. Possibile non sia chiaro quanto carente è la manovra che il Parlamento si appresta a discutere, sul fronte dell'evasione fiscale? Un'evasione fiscale che sottrae molti miliardi di euro di risorse (si parla di 100-150 miliardi all'anno...) e che con le giuste riforme e dando migliori strumenti agli organi preposti, potrebbe fornire le risorse finanziarie necessarie al Governo.

Senza entrare in merito agli altri provvedimenti, tra cui la flat tax su cui ci sarebbe da aprire un dibattito in merito i criteri di applicazione - partite IVA (SI) dipendenti (NO) – ritengo, nella speranza di essere sconfessato dai fatti, che il problema non sia legato al valore numerico del 2,4% che indica deficit nominale, ma per una manovra che non stimola la crescita necessaria per coprire gli investimenti. Una scelta che a breve andrà ad incidere sui risparmiatori, il welfare ed inevitabilmente sulle prossime generazioni.

Daniele Baldini

Per la cultura? La prima a Destra poi seguire direzione futuro

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ROMA NAZIONE FUTURAA Roma, sabato scorso, il convegno promosso da "Nazione Futura" che potrebbe segnare la strada di un paese che cerca il rinnovamento con una destra giovane e liberale

Roma. Un sabato pomeriggio in cui in tanti, soprattutto giovani, si sono dati appuntamento al convegno "Gli Stati generali della cultura di destra" promosso dall'Associazione "Nazione Futura" presieduta dal giovane editore Francesco Giubilei. Un evento che ha posto al centro del dibattito l'importanza della "Cultura" nella destra italiana in un contesto politico, poco credibile, in cui predominano sterili slogan e toni beceri.
Una sala piena, oltre 200 partecipanti, con ospiti in rappresentanza del mondo associativo, tra cui "Libertà e Futuro" che già nel 2009 presento liste proprie in diversi comuni della Romagna, culturale, imprenditoriale e politico, un segnale della, sempre più diffusa, consapevolezza che per avere un futuro al paese necessitano nuove giovani teste pensanti.
Nel corso del convegno, oltra alla presentazione di varie pubblicazioni, è stato prodotto un documento a firma dei rappresentanti della associazioni che sarà presentato con lo scopo che possa tramutarsi in proposte di legge.
Tanto lavoro, tante idee e soprattutto tanti giovani hanno caratterizzato questo primo incontro di una nuova realtà, una Destra liberale, colta, attenta e propositiva. Un movimento che, a differenza della tradizionale politica, ha saputo coinvolgere le tante piccole realtà impegnate sul territorio e tutte insieme sono partite per un viaggio nel mare della politica seguendo la nuova direzione indicata dalla bussola del buon senso " il futuro".

Daniele Baldini

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