Il futuro politico del paese può essere solo di espressione liberale, estremismo e populismo sono solo segnali di disagio sociale
La rottura definitiva tra Matteo Renzi ed il Pd, da tanti auspicata, segna una nuova primavera politica per il nostro paese nonostante, ad oggi, non tutti abbiano ben capito che Italia Viva non è un'articolazione composta da ex, legati come nel passato da visioni ideologie obsolete e con strutture impermeabili, anche perché se così fosse la macchina di nuovo avrebbe solo la tinteggiatura e non il motore.
Italia Viva, appena nata sembra aver capito di cosa ha bisogno il sistema paese, persone capaci e soprattutto con una visione futura, per i tanti giovani che oggi non credono più nella politica e nel sistema paese che all'orizzonte intravede solo nuvole nere, espressione di un disagio sociale che, come nel passato, ha alimentato voti di protesta.
La neonata formazione sta suscitando interesse e, nel contempo, altri segnali si intravedono, come nel caso di Mara Carfagna, con persone che non si riconoscono più in una destra dallo spirito sovranista e intollerante, per non parlare di una sinistra incapace di dare risposte concrete ai problemi quotidiani delle famiglie, entrambe senza strategie programmatiche per il futuro del paese.
Ora la palla della politica italiana è a centro campo, in attesa del risultato delle prossime elezioni regionali che avranno, inevitabilmente, riflessi sulle dinamiche romane e possibili elezioni anticipate. Un appuntamento che deve trovare pronti i Renziani che, come nel caso delle regionali in Emilia Romagna, non potranno essere spettatori ma attori protagonisti.
Daniele Baldini