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Ha senso parlare ancora di Destra (e di Sinistra) ?

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Come noto i termini "destra" e " sinistra" si riferiscono alla posizione in cui siedono i membri della Camera e del Senato rispetto al Presidente di ciascun ramo del Parlamento. I parlamentari che prendono posto nelle posizioni tra loro opposte dovrebbero anche avere idee politiche nettamente distanti tra loro; perlomeno così è stato, a grandi linee, fin dalla riunione degli Stati Generali nella Francia "pre-rivoluzionaria" di Re Luigi XVI , nel 1789 . A destra sedevano coloro i quali volevano sostanzialmente mantenere il vecchio regime e i privilegi che esso assicurava ad alcuni (pochi) e dall'altra parte coloro i quali volevano cambiare quello stato di cose. Si deve comunque tenere presente che poi spesso, in ogni Stato, il concetto di politica di "destra" e di "sinistra" presenta sue proprie, specifiche, caratteristiche, anche mutevoli nel tempo.
Degno di essere ricordato per il nostro Paese, anche in così breve articolo, è senz'altro il periodo della c.d. "destra storica" che andò dal 1849 al 1896 e vide come protagonisti personaggi del calibro di Massimo d'Azeglio, Camillo Benso di Cavour, Quintino Sella e Bettino Ricasoli. In quel lasso di tempo si compì, tra l'altro, l'Unità d'Italia, la presa di Roma e , cosa che oggi appare un'utopia malgrado l'eccezionale pressione fiscale che ci stiamo accollando, il pareggio di bilancio! Cambiarono l'Italia e gli italiani...verrebbe da dire che furono, a loro modo, dei "rivoluzionari" .
In Italia, dal dopoguerra, sugli scranni della "destra" , si sono trovati a sedere persone che potremmo definire in vari modi, tra cui... cattolici integralisti, liberali, conservatori, monarchici e perfino nostalgici del fascismo, anche se il suo fondatore era un ex socialista e il fascismo stesso, perlomeno alle origini e nella sua parte finale, forse di destra, in senso tradizionale, esattamente non era. C'era chi vaneggiava dei (presunti) "bei tempi passati" , senza forse neppure rendersi bene conto che invece il tempo corre senza sosta né pietà (per fortuna) e chi sognava di costruire una società talmente nuova da essere praticamente irrealizzabile... e cosa succede ad inseguire ciecamente utopie e derive irrazionali lo sappiamo. Ci sono stati anni in cui definirsi di "destra" era un atto di coraggio; molto più facile era dirsi di "sinistra", poi le cose sono cambiate, le differenze si sono stemperate e così i reciproci odi . Non che non ci sia ancora chi si accapiglia in Parlamento, talvolta volano insulti e spintoni, ma urlarsi "fascista" e "comunista" oppure "servo dei padroni" e "trinariciuto" è un po' passato di moda, altri termini offensivi sono però entrati (o rimasti) nel lessico di onorevoli e senatori, purtroppo... evidentemente c'è tra loro chi non sa proprio farne a meno. Cartelloni che inneggiano all'uscita dalla NATO non se ne vedono più, ma c'è chi chiede, anche ad alta voce, di uscire dall'Euro.


Forse passerà anche questa e continueremo ad avere l'Euro come valuta, ma potrebbe comunque essere questo visto come un segnale, tra i tanti, che gli scontri si sono spostati dal campo delle ideologie politiche a quello dei problemi concreti . Dall'economia (primo fra tutti) all'ambiente, dall'immigrazione alle nuove forme di famiglia, solo per fare degli esempi.
Questo non vuol certo dire che non si rifletta più su di noi, sulla società in cui viviamo ed suoi problemi e quindi su come adeguarla ai tempi ed alle necessità, ma solo che per fortuna siamo meno affascinati dalle grandi costruzioni teoriche che promettono mondi perfetti, senza guerre e senza conflitti sociali.
La maggioranza degli italiani è anche vaccinata contro i deliri del razzismo o degli estremismi nazionalistici, la forma repubblicana dello Stato non è messa in dubbio e i valori fondanti della nostra nazione, splendidamente sintetizzati nella Costituzione, sono parte integrante del comune sentire, ma i cittadini attendono risposte dalla politica, risposte pratiche, concrete e il più possibile veloci ai problemi di ogni giorno e, possibilmente, anche a quelli che si stanno affacciando all'orizzonte.
Il troppo a lungo protrarsi delle difficoltà finanziarie, l'incertezza del lavoro per sé stessi e i propri figli, l'eccessiva lentezza del procedere nelle riforme istituzionali, il ripetersi di scandali riguardanti politici di ogni livello e l'inefficienza delle risposte date alle emergenze globali da parte delle organizzazioni internazionali possono però minare, nel lungo periodo, la fiducia ed aprire la strada a chi promette "scorciatoie" e soluzioni immediate. Forse non possiamo impedire che si presentino sulla scena, di tanto in tanto, dei "pifferai magici", dobbiamo però essere pronti a non seguirli, per quanto bravi possano apparire sul web.
La sfida politica, più che di "destra" o di "sinistra" ( anche se sono certo che ancora per un po' useremo questi termini) deve essere tra chi ha proposte concrete ed efficaci per risolvere i problemi e chi no; tra chi sa cogliere le aspirazioni di cambiamento della società e delle famiglie e ha il coraggio e la lungimiranza di realizzarle intelligentemente piuttosto che chiudersi a riccio in difesa dell'indifendibile; tra chi sa dire di si a reali diffuse esigenze e di no a ingiuste pretese corporative o di minoranze privilegiate rispetto a chi si piega davanti agli interessi di pochi forti pur sapendo di danneggiare così tanti comuni cittadini . Smettiamo di urlare e di agitarci a vuoto o di cadere depressi nel silenzio. Per riprendere a camminare, per ritrovare la via torniamo un attimo indietro con il pensiero all'esempio di chi ha saputo coniugare alti valori etici con un profondo senso del servizio per lo Stato, l'amore per la propria nazione con il rispetto della libertà di tutti, l'efficienza e la rapidità nelle decisioni senza sacrificare né coerenza né giustizia. Senza nostalgie, ma guardando al futuro.
Ci si deve ispirare ai migliori per trovare nuove soluzioni a sempre nuovi problemi... dopodiché classificarsi di destra o di sinistra non avrà poi grande importanza.

Pa.Ri