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Obama all'attacco

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Obama
Forte di oltre 100 milioni di dollari raccolti, Il Presidente Obama si è nuovamente impegnato con anima e corpo in un’epica e colossale campagna elettorale che lo vede schierato in prima persona nel rilancio del partito democratico e del proprio gradimento elettorale. Le ironie e il gridare allo scandalo, proveniente dai giornali conservatori e repubblicani, non hanno rallentato il suo slancio e la sua voglia di vincere nuovamente. I sondaggi impietosi e sempre altalenanti, ma mai superiori ad una soglia certa di gradimento per la sua rielezione, hanno costretto a spese incredibili al suo staff elettorale. Secondo il New York Times, dall’inizio dell’anno Obama e il partito democratico hanno già speso oltre 87 milioni di dollari; ovvero, quanto finora raccolto da tutti i candidati alle primarie repubblicane. Negli ultimi mesi, quei fondi sono serviti ad aprire uffici elettorali in 15 stati e per investimenti nei social media ed in nuove tecnologie –fondamentali per la raccolta di piccole donazioni. Solo in stipendi pagati allo staff negli ultimi tre mesi, la campagna per la rielezione del presidente ha speso più di quanto buona parte dei candidati repubblicani hanno finora raccolto.Il viaggio continuo negli stati che ancora sono in bilico fra i due schieramenti, lo tengono impegnato ben oltre il previsto. Purtroppo abbiamo il dovere di ricordare all’opinione pubblica che il Presidente Obama, negli ultimi giorni della campagna elettorale del 2008 che lo ha visto vincere con il motto “Yes we can”, ha speso promesse importanti riguardanti il rilancio dell’economia americana e la grave situazione economica in atto nel paese. Le promesse fatte non sono state mantenute e la crisi economica si è aggravata nonostante le enormi quantità di denaro che l’amministrazione Usa ha erogato nei confronti del sistema finanziario. Nonostante tutto ciò l’inquilino della casa bianca ha dichiarato nei giorni scorsi che le elezioni del 2012 saranno una gara sui valori e sulla visione del futuro, una sorta di referendum per chiedere agli americani se vogliono che il governo investa ora a lungo termine sui miglioramenti nell’insegnamento e delle infrastrutture.