Ultimo aggiornamento12:01:20 PM GMT

Sei qui: Pillole di Storia Articoli Pillole di Storia: La Rivolta di Eureka

Pillole di Storia: La Rivolta di Eureka

E-mail Stampa PDF
miniera

Si tratta di un sanguinoso episodio della storia dell'Australia, poco sconosciuto da noi, ma ritenuto di rilevante importanza per l'evoluzione della democrazia in quel lontano Paese.
Eureka è un sobborgo della città di Ballarat, nello Stato di Vittoria (l'Australia o "Commonwealth of Australia" è una federazione di sei Stati e due Territori) dove circa 150 anni orsono, il 3 dicembre 1854, si scontrarono minatori in rivolta e truppe regolari. A Ballarat , nel maggio 2013, è persino stato istituito un museo (il M.A.D.E. "Museum of Australian Democracy at Eureka) per ricordare l'evento che per Ben Chifley , ex Primo Ministro australiano, rappresentò la prima, vera, affermazione della determinazione degli australiani nell'essere essi stessi padroni delle loro scelte politiche. Anche il famoso scrittore Mark Twain elogiò la rivolta come un evento tra i più importanti nella storia di quel Paese.
Ad Eureka, nel 851, era stato scoperto un giacimento di oro. Questo aveva portato numerosi coloni a gettarsi in quella che può senz'altro essere definita come una "corsa all'oro" . Condizioni di vita dure e possibilità di effettivo arricchimento scarse, costituivano già di per sé elementi in grado di generare malcontento, ma la scintilla che portò alla ribellione fu l'obbligo di pagare pesanti tasse mensili di concessione mineraria anche senza che venisse estratto del metallo. I minatori poi non potevano acquistare le terre su cui lavoravano né avevano alcun modo per rappresentare alle autorità i loro problemi e necessità. Più volte i lavoratori furono sull'orlo della rivolta armata a causa degli aumenti delle tasse; talvolta detti provvedimenti furono ritirati all'ultimo minuto proprio per il timore di scontri, ma con il passare del tempo il clima andò peggiorando. I minatori ritenevano di essere oggetto di un ingiusto sfruttamento e , in generale, di non essere trattati con equità dalle autorità. Nell'ottobre 1854 la frettolosa assoluzione di una persona sospettata dell'omicidio di un minatore portò ad una prima rivolta. I lavoratori, convinti che il giudice fosse stato corrotto, incendiarono l'albergo di proprietà del presunto assassino che per mettersi in salvo dovette fuggire dalla città. Il successivo arresto di alcuni minatori con l'accusa di aver preso parte all'incendio dell'hotel, nonché altri episodi di vessazione subiti, portarono i minatori a protestare.
Nel novembre 1854 più di 10.000 minatori si riunirono a formare la Lega per le Riforme. Molti, tra i capi della lega, avevano un passato di militanti nel movimento "cartista" britannico che chiedeva migliori condizioni di vita per i lavoratori e, tra l'altro, il diritto di voto per ogni uomo, che il voto fosse segreto e che tutti gli elettori, indifferentemente dal loro ceto sociale, fossero eleggibili in Parlamento. Petizioni in tal senso furono presentate a più riprese in Gran Bretagna (quella del 1842 raccolse oltre tre milioni di firme) e il loro mancato accoglimento dette a sanguinosi scontri di piazza. I minatori chiedevano giustizia per i loro compagni in prigione e la riparazione di altri torti subiti, ma , prima di tutto, di poter dire la loro circa le tasse che gli venivano imposte ritenendo che subire il peso del fisco senza che loro rappresentanti avessero voce in capitolo equivalesse a vivere sotto una tirannia. Nelle settimane successive furono portati avanti negoziati con il Governatore dello Stato di Vittoria. Questi però non intendeva in realtà venir loro incontro, ma solo prendere tempo per far giungere sul posto le truppe che aveva chiesto in rinforzo.
Un primo scontro ebbe luogo il 28 novembre; nessun morto, ma vari feriti. Il giorno successivo 12.000 minatori, visto l'atteggiamento delle autorità, decisero di bruciare pubblicamente le licenze minerarie. Il Governatore ordinò l'arresto dei promotori dell'atto di insubordinazione, ma questo causò ulteriori scontri. La rabbia era tale oramai che la maggioranza dei minatori si convinse che, con i soli negoziati, non sarebbero mai riusciti ad ottenere il riconoscimento dei loro diritti. Tale Peter Lalor, uomo deciso e carismatico, fu quindi eletto a capo della Lega. Il 1° dicembre i rivoltosi innalzarono una bandiera bianca e blu (conservata nel museo M.A.D.E.) riproducente la costellazione della "Croce del Sud" e , riuniti attorno ad essa, giurarono di "difendere i loro diritti e le loro libertà".
Fu quindi eretta un'improvvista barricata intorno alla bandiera posta in cima ad una collina e un gruppo di minatori, a turno, vi si pose a presidio. Per un paio di giorni nulla accadde fino a che, domenica 3 dicembre, mentre la gran parte dei lavoratori riposava nei propri accampamenti e solo pochi si trovavano a difesa della collina, 276 militari e poliziotti presero d'assalto la barricata dei minatori uccidendone 22 e ferendone un'altra dozzina, ma l'esatto conteggio non fu mai possibile in quanto chi sfuggì all'arresto (tra cui Peter Lalor) si nascose e , se ferito, cercò di farsi curare all'insaputa delle autorità. Tra i poliziotti e i soldati si contarono 6 caduti. Fu imposta la legge marziale e istituito un processo contro 13 minatori, tra i circa 120 fermati, tuttavia la notizia del massacro, diffusasi rapidamente nel Paese, portò larga parte dell'opinione pubblica a condannare con decisione l'operato delle autorità. Tra i 13 mandati a giudizio vi erano americani, irlandesi, olandesi, scozzesi... e c'era anche un italiano, tale Raffaello Carboni che più tardi pubblicherà un dettagliato resoconto degli eventi. E' un tale personaggio questi che meriterebbe, solo per lui, un articolo... magari in futuro. Il processo si chiuse rapidamente con la liberazione dei minatori. Il Governatore fu rimosso dall'incarico e l'odiata tassa mensile di concessione mineraria abolita e sostituita con un ridotto importo annuale legato al quantitativo di oro estratto. Infine Peter Lalor , che nella battaglia era rimasto ferito ad un braccio poi amputatogli, fece una brillante carriera politica giungendo ad essere eletto membro dell'Assemblea Legislativa dello Stato di Vittoria ed a ricoprirvi l'incarico di Speaker (Presidente)... non male per uno che subito dopo gli scontri aveva sulla testa una taglia di 400 sterline dell'epoca.
Pa.Ri