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L’ultimo dirigibile

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dirigibile
I dirigibili rappresentano l'evoluzione delle mon¬golfiere che in Francia, nel XVIII secolo, aveva¬no cominciato ad innalzarsi nel cielo. Nel XIX secolo era ancora la Francia all'avanguardia nella costruzione delle "macchine volanti più leggere dell'aria", dirigibili o mongolfiere che fossero, ma il secolo successivo vide il progressivo affermarsi, nel settore, della Germania. La società tedesca Zeppelin costruì 129 dirigibili "LZ" dal luglio 1900 al tragico 6 maggio 1937, quando l' LZ 129 "Hindenburg", il più grande e lussuoso mai messo in servizio, in pochi secondi si trasformò in una palla di fuoco mentre stava eseguendo le manovre di attracco a Lakehurst, nel New Jersey (USA). Era stato costruito nel 1935 e copriva con regolarità la rotta tra Germania e Usa. Nello scoppio morirono 35 persone, tra passeggeri e membri dell'equipaggio, su 97 che si trovavano a bordo, più un tecnico a terra. Per la prima volta, un tale disastro avvenne di fronte a giornalisti e cineoperatori. La stam¬pa era infatti presente per documentarne l'arrivo negli USA, destinazione di un viaggio iniziato il 3 maggio a Francoforte. La Zeppelin era orgogliosa del suo gioiello, lungo 245 metri, largo 41, capace di trasportare, nelle traversate intercontinentali, fino a 61 uomini di equipaggio e 50 passeggeri e raggiungere la velocità massima di 135 Km/h. A titolo di raffronto un aereo Boeing 747 è lun¬go circa 71 metri, i transatlantici Titanic e Andrea Doria, rispettivamente, 269 e 213 metri, un cam¬po di calcio, in genere, va dai 100 ai 115 metri. Circa la causa del disastro sono state formulate varie teorie, anche che il dirigibile sia stato sabo¬tato da parte di oppositori del nazismo, tuttavia le ipotesi più accreditate sono quella di una scintilla causata da accumulo di elettricità statica e quella di un errore di manovra durante le fasi di attrac¬co. Si deve poi ricordare che il serbatoio del diri¬gibile era pieno di idrogeno, assai infiammabile, e non di elio come inizialmente progettato. L'elio era però più costoso e di difficile reperimento an¬che a causa delle restrizioni alla vendita che all'e¬poca erano state imposte dagli USA che ne erano i maggiori produttori mondiali. I dirigibili aveva¬no trovato utile impiego per il trasporto di passeg¬geri e di posta, per l'esplorazione geografica (basti ricordare le spedizioni sul Polo Nord del "Norge" e dell'"Italia") e per scopi militari, principalmente osservazione e bombardamento, ma si era pensa¬to anche ad utilizzarli come "portaerei volanti" , tanto che due dirigibili americani avevano al loro interno un hangar per 4-5 piccoli biplani (più da ricognizione che da combattimento). I gran¬di progressi tecnici com¬piuti dalle "macchine vo¬lanti più pesanti dell'aria", cioè gli aeroplani e le ter¬ribili immagini del rogo dell'LZ129"Hindenburg", segnarono tuttavia la fine dei grandi dirigibili.
Fu infatti subito fermato il famoso LZ127 "Graf Zeppelin", che volava dal 1928 senza aver mai dato problemi e anche il nuovissimo LZ130 "Graf Zep¬pelin II" fu smantellato nel 1938 dopo che aveva compiuto solo pochi voli di prova (l'LZ128 non fu mai costruito) . Da notare che l'incidente occorso all' "Hindenburg" non fu il più grave nella storia dei dirigibili. Nello schianto al suolo dell' "R101" britannico, nell'ottobre del 1930 in Francia, mori¬rono infatti 48 persone delle 54 che si trovavano a bordo e nell'aprile 1933, a causa dell'affondamen¬to al largo delle coste del New England, dell'ame¬ricano "USS Akron", ne perirono 72 su 75, ma solo l'Hindenburg ebbe in sorte di essere visto scom¬parire tra le fiamme dal mondo intero