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Arcigay. Sulla nomina CDA RAI è giusto il metodo Bersani, ma occorre di più

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Patan
Nelle prossime ore si deciderà la composizione del prossimo CDA RAI, ovvero una delle commissioni nevralgiche per la qualità, l'indipendenza, la corretta rappresentatività del servizio pubblico. Ci sembra che la scelta del Segretario nazionale del PD Pier Luigi Bersani di rivolgersi alla società civile per individuare le candidature del partito, inauguri una modalità nuova, inedita edmportante: quando la politica tenta di riconnettersi al Paese reale è sempre segno di una volontà autentica di crescita e rinnovamento, ed il metodo conta sempre prima e più dei nomi.
Esprimiamo tuttavia una seria preoccupazione rispetto alla scelta del parterre di associazioni con cui aprire il confronto, e che, al di là del numero e della loro indiscutibile autorevolezza, non possono esaurire i temi e le istanze di rappresentatività, oggi di drammatica attualità: i diritti delle donne, della disabilità, dei bambini, delle persone di colore e delle differenze etniche, dei giovani, degli anziani e delle persone gay, lesbiche e transessuali. Su questi temi si gioca a nostro avviso la partita decisiva per il rilancio della convivenza civile nel nostro Paese; la ricomposizione tra diritti civili e diritti sociali; il riavvicinamento della politica alla società civile, e soprattutto la soluzione di quel silenzio sulle vite, le cittadinanze e gli affetti di milioni di persone che spesso è solo apparentemente colmato da narrazioni parziali o persino sbagliate e mai pienamente rappresentative. Questo è un tema molto forte per le persone gay, lesbiche e transessuali, frequentemente presentate con una logica di spettacolo o di cronaca stereotipata che svilisce la consistenza di una sfida politica e culturale alla vera crescita del Paese sulla strada dell'Uguaglianza. Dove sono dunque le associazioni che combattono su questi temi con coerenza, credibilità e la costanza quotidiana fatta dal volontariato di milioni di donne e di uomini? Forse meritavano un coinvolgimento in questo percorso varato da Bersani: l'avrebbero reso più autentico e più forte, con una modalità capace di raccogliere sensibilità, progettualità e esistenze davvero di tutti.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay ( in foto )