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Intervista a Rosanna Fratello una tra le voci più amate dal pubblico

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Rosanna_Fratello
Se riascoltassimo la storia musicale italiana come se fosse incisa su un vecchio vinile, ci renderemmo conto ben presto che, come popolo, siamo molto legati alle nostre tradizioni, amiamo ciò che è stato indipendentemente dall'epoca che stiamo vivendo e con una certa nostalgia, riguardiamo al passato con affetto, ergendolo ad esempio di un qualcosa che è stato bello e va conservato. E in effetti è così.
Quante volte abbiamo riascoltato una vecchia canzone? Quante volte ci siamo sintonizzati su un programma tv affollato di grandi autori? Quante volte, in auto, abbiamo cantato a squarciagola i brani di una volta, provando un brivido come fossero usciti ieri su cd? Gli italiani amano la storia della loro musica, amano la tradizione e ancora oggi i cantanti 'di una volta' sono seguiti forse più degli artisti contemporanei. Spesso addirittura ci si chiede se qualcuno di questi nuovi talenti sarà in grado di lasciare un segno come quello di Vasco Rossi, Ligabue, Riccardo Cocciante, Gianni Morandi, I Pooh. Perché oggi, con l'esponenziale aumento di cantanti e musicisti, col web divenuto un nuovo palcoscenico, con la musica estera e il sound straniero vediamo il cielo solcato da molte meteore e viene da domandarsi se per caso una di esse non sia infine una stella destinata a brillare negli anni.
Le nostre stelle, in Italia, sono molte, una galassia di cui andiamo fieri e che non dimenticheremo facilmente.
Rosanna Fratello è una di esse. Apparsa per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1969, in sostituzione di Anna Identici nell'interpretazione de "Il Treno", la Fratello si distinse subito per la sua voce, che la portò a vincere, l'anno successivo, la Gondola d'argento della Mostra internazionale di musica leggera di Venezia. Il brano cantato fu "Non sono Maddalena", scritto con Paolo Conte e rimasto nel tempo tra i più ascoltati del suo repertorio. Da allora la sua carriera musicale divenne un susseguirsi di successi che la trasformano in un punto di riferimento e un idolo per il pubblico italiano, un personaggio che ancora oggi, dopo tanti anni, è amato e seguito anche dai più giovani. Un personaggio che su youtube, ad esempio, è cliccato regolarmente e riceve migliaia di visite.
Rosanna Fratello, dopo un periodo di pausa negli anni 70' per dedicarsi alla sua famiglia, è tornata sulla cresta dell'onda e, attraverso una proficua collaborazione con Cristiano Malgioglio, ha inciso diversi album tra cui "Rosanna ieri, Rosanna oggi" e il più recente "Tre rose rosse", uscito prima dell'estate.

Rosanna, parlaci del tuo nuovo album, come è nato?

"Tre rose rosse" è prodotto da Cristiano Malgioglio, un grande artista con cui ho avuto il piacere di lavorare in molte occasioni. Le tracce sono per metà inedite e per metà reinterpretazioni di alcuni miei brani classici tra cui "Sono una donna, non sono una santa" e "Non sono Maddalena", composti negli anni 70'. Musicalmente si può dire che le canzoni sono melodiche e al sound tradizionale abbiamo affiancato una sonorità più moderna, in alcuni casi adottando la ritmica del bolero, quindi latino - americana. Cristiano ha uno stile particolare che si trasmette nelle canzoni e che sento molto vicino all'artista che sono oggi, più matura rispetto agli esordi. C'è persino un brano che scrissi in collaborazione con Maurizio Costanzo.

In questo periodo, a partire dall'uscita del nuovo cd, sei stata in tournée in giro per l'Italia. Per chi non è riuscito a venire, ci sarà occasione di vederti interpretare le nuove canzoni, magari in televisione?

Sicuramente, e anche se devo dire che spesso nelle trasmissioni in tv mi chiedono di cantare i brani classici, quelli più tradizionali, credo che presenterò qualche nuovo titolo. Inoltre, prossimamente andrò in America del nord, in Canada e probabilmente in Australia.

La tua musica è parte della tradizione italiana e ancora oggi i tuoi brani ricevono, su youtube, moltissime visite. Pensando alle nuove generazioni che li ascoltano, quale messaggio vorresti che ricevessero dalle tue canzoni?

Vorrei che imparassero che non c'è bisogno di stravolgere sé stessi nella vita, o per intraprendere questa professione. Molti artisti italiani cercano di avvicinarsi il più possibile al gusto estero, in particolare americano, che è diverso dalla nostra tradizione. Ma non bisogna mai dimenticare che dobbiamo amare la nostra cultura e quello che siamo: ecco, io vorrei trasmettere ai giovani il concetto di semplicità, di genuinità. Anche così il pubblico può innamorarsi di noi. sono fortunata ad avere tante persone che, nonostante gli anni in cui sono rimasta lontano dalla scena, mi amano e mi seguono, che mi portano ancora i vecchi dischi da autografare. Ti fanno sentire sulla pelle che non sei mai stata dimenticata.

L'aspetto più bello dell'Italia è che, musicalmente, una volta che il pubblico si innamora di te ti ama per sempre, e per sempre ti ascolta.

Ecco questo è ciò che mi piacerebbe continuare a dare, questo vorrei lasciare ai ragazzi che si affacciano al mondo della musica.

Certo, bisogna ammettere che oggi la situazione è cambiata, ad esempio ci sono i talent show che lanciano nel panorama nazionale nuovi volti a ritmi vertiginosi. Tu cosa pensi di queste nuove piattaforme di lancio per giovani artisti?

Credo che in qualche modo queste trasmissioni inviino un messaggio sbagliato, fuorviante, sembrano suggerire che il successo debba arrivare tutto d'un tratto e non è così.saper aspettare e, come si diceva una volta, seminare perché altrimenti poi, dopo che si è raggiunto il picco, si scende inevitabilmente e in poco tempo non resta nulla. Queste trasmissioni illudono i ragazzi, promettono una carriera istantanea, una carriera che invece bisogna costruire piano piano. Allora sì che si può avere la possibilità di restare nell'ambito artistico.

Quindi, come ultima domanda, che consiglio daresti ai ragazzi che vorrebbero diventare cantanti o musicisti?

Di avere la pazienza, la costanza, credere in quello che fanno ma senza avere fretta. Portare avanti la nostra musica, ascoltando le influenze che arrivano da oltre oceano ma ricordando che noi italiani siamo diversi, e che certe tendenze non ci appartengono. Per essere riconosciuti in Italia ci vogliono prima di tutto impegno, umiltà e amore per quella cultura che ci identifica e che deve essere portata avanti. Molti ragazzi mi scrivono, mi vengono a trovare al lavoro e ancora mi chiedono le canzoni che cantavo trent'anni fa, perché quelle canzoni forse hanno lasciato un piccolo segno nella nostra storia. Poi certo, non dobbiamo avere i paraocchi, dobbiamo allargarci e accettare le influenze internazionali perché ci aiutano a crescere, ma non dobbiamo mai abbandonare quello che è nostro.

E' un bellissimo messaggio.

Ci sono cantanti, belle voci, giovani e anche preparate, ma alcune persone, per interessi diversi, gestiscono questi ragazzi, li travestono, li truccano in un modo che magari non li rispecchia. Spesso in tv sentiamo dire frasi come 'sì bravo... ma potevi cantare così' oppure 'potevi interpretare il brano diversamente'... è sbagliato secondo me, ciò che deve emergere da un cantante è la sua personalità, ciò che quella persona è in quel momento. Insegnare è un conto, imporre un comportamento è un altro, perché così si annulla l'individualità e alla fine troviamo voci che si somigliano, o generi troppo simili l'uno all'altro. , non c'è la spontaneità insomma.

Annalisa Dall'oca