Ultimo aggiornamento12:01:20 PM GMT

Sei qui: Cultura e Spettacolo Articoli Alberto Gallingani e il Metarealismo, un viaggio che guarda “oltre” e segna il punto di partenza

Alberto Gallingani e il Metarealismo, un viaggio che guarda “oltre” e segna il punto di partenza

E-mail Stampa PDF
ALBERTO GALLINGANI STUDIO
GALLINGANI pittura
Tela Gallingani

Un uomo riservato che esprime la socialità sulla tela, l'inedita intervista al Maestro che sta portando la pittura in territori inesplorati

Un incontro suggestivo quello con Alberto Gallingani, reso magico dalla cornice artistica del suo studio di Firenze avvolto dal sibilo del forte vento di una giornata primaverile. Il Maestro nonostante tanti anni di attività, dipinge dagli anni '60, con periodi trascorsi in Francia e Germania negli anni '70 e '80 con il ciclo artistico "Lettere da Berlino", mostre e grande apprezzamento della critica nel raccontarsi sprigiona, meravigliosamente, un entusiasmo come si può trovare nel bambino che ha scoperto il giardino segreto.
Come nelle parole della famosa canzone "E' questione di feeling" dopo aver parlato casualmente di ciclismo, passione che ci accomuna, l'intervista si è trasformata in una amichevole chiacchierata, come due amici al bar, sull'arte e specificatamente sul "Metarealismo", la nuova corrente artistica, della quale Gallingani ne è senza dubbio padre, nata come per implosione dei tanti schemi stereotipati e paragonabile, musicalmente parlando, a ciò che accadde con il Funky negli Stati Uniti a metà degli anni sessanta...la gemma da cui sono nate nuove forme sonore artistiche.
La narrazione di Gallingani sulla nascita del Metarealismo, che ufficialmente porta come data anagrafica del 20 aprile 2020, stimola la voglia di conoscere, chiedere e capire la destinazione di un viaggio che oggi non ha punti cardinali prestabiliti ma chiare le coordinate del punto di partenza...Un viaggio solitario, iniziato con i primi lavori negli anni '62 e '63 e con la continua elaborazione, studio e sperimentazione alimentata da una diversa visione di come comunicare con l'arte.

Il Metarealismo cambia definitivamente il linguaggio abbandonando gli stilemi novecenteschi, la figura, il paesaggio e il punto di fuga, creando un suo alfabeto proprio. Una nuova lingua artistica che, abbandonato il punto di vista rinascimentale, si esprime, nella sua socialità, non più con un linguaggio orizzontale ma con un linguaggio "circolare" che comunica e trasmette emozioni miscelando lettere, parole, numeri arricchiti dal colore e trova la forza comunicativa ai lati del quadro stesso dando così la possibilità di percepire contestualmente avvenimenti in luoghi e tempi diversi.... Potremmo parlare di multicentrismo, comunicare più eventi, a differenza di un dipinto del '900 che ferma con l'immagine un evento già accaduto il Metarealismo racconta senza tempo, ieri, oggi e domani....
Nell'attuale contesto geopolitico e socio-culturale, le opere di Gallingani esprimono una emozionalità legata alla realtà quotidiana sempre più tra "luci e ombre", lavori che trovano l'energia artistica nelle notizie, nei rumori di sottofondo e nelle speranze della collettività... l'artista, come sottolinea il maestro, quando dipinge non è solo. Come nella commedia greca c'è l'io, il protagonista, che dà la propria versione dei fatti ma c'è anche il coro, che rappresenta la collettività, che dà la sua versione dei fatti stessi determinando così uno spazio tempo evoluto... l'esterno e l'interno, l'io e il noi, il soggettivo e l'ogettivo ...tutto questo si può definire Metarealismo.

Siamo difronte ad una nuova frontiera dell'arte, che guarda "oltre" cosi come lo è anche il suo "Manisfesto" che non ha nulla a che vedere con il classico documento novecentesco del "noi dichiariamo che, noi vogliamo che..." ma un lavoro audiovisivo che vuole dimostrare che vi è anche una realtà altra.

Incontrare Alberto ritengo, senza dubbio, sia stato un momento di crescita culturale, artistica e umana, concludo ponendogli alcune domande, nella convinzione, che il Metarealismo come fu il funky sarà una nuova fonte di ispirazione per gli artisti di oggi e domani. Il viaggio è solo iniziato...

Il tuo percorso artistico quando nasce e cosa ti ha avvicinato alla pittura?
In questa risposta dimora tutta l'imponderabilità del fato... è incredibile ma ho sempre saputo che avrei fatto il pittore, anche quando inciampai nel diniego di mio padre al consiglio del maestro Gallini, dopo l'esame di quinta elementare, di farmi intraprendere da subito gli studi artistici non persi la speranza, non avevo la possibilità di oppormi ma continuai a sognare di "fare il pittore" anche se non sapevo assolutamente cosa volesse dire. Poi la vita irrompe, mio padre muore improvvisamente... momenti terribili facevo la seconda industriale, poi lentamente la vita riprende il suo corso... mia madre mi dice: percorri la strada che vuoi, con difficoltà ma ce la faremo. Continuo fino alla licenza, vado ancora avanti ma presto giunge il tempo delle scelte, lascio la scuola e la mia fortuna fu di ritrovare un professore (amico di famiglia) di tecniche artistiche e storia dell'arte in un Liceo fiorentino, fu il mio Pigmalione... dopo due anni mi disse: sei pronto, dimentica tutto e vai! Così iniziai il mio dipingere.

Dal tuo primo concorso artistico ad oggi quali cambiamenti senti maggiormente?
I primi anni furono di apprendistato, piccole mostre e amicizie molto ristrette ma la cosa a cui tenevo e perseguivo con la tenacia della mia mente libera era quello che mi ero imposto; entrare nell'ambiente artistico fiorentino dalla porta principale. Ho vissuto quegli anni in grande solitudine, ma non mi pesava visto il mio carattere di allora. Quello che cercavo accadde, venni in contatto con colui che in quegli anni, 1959, era considerato la punta avanzata della pittura a Firenze, Vinicio Berti che mi è stato amico e maestro. Quello fu il primo e importantissimo cambiamento, il primo dei tanti avvenuti nella mia lunga vita di pittore vissuta sempre nel nome dell'arte e mai per altre convenienze.

Il Metarealismo quando e come nasce?
Il Metarealismo nasce nel 2020 il 20 Aprile in piena pandemia, bolla metastorica che sovrastava lo scorrere dei giorni a tutti i livelli, è figlio del lockdown. Anche allora in solitudine riflettevo su quel tempo sospeso, ero convinto che niente sarebbe tornato come prima e anche l'arte doveva prenderne atto... vivevamo in una accellerazione spazio/temporale che urgeva prendere in considerazione, il reale che ci sovrastava era una variante di quello che stavamo vivendo, una realtà che andava oltre... era Metarealismo. Quel giorno pubblicai sui social, unico mezzo di comunicazione in possesso questo post:

Nella nuova strada intrapresa la prima opera realizzata è di colore nero e bianco, colori acromatici, oggi troviamo giallo, verde e rosso .....ci sono significati cromatici specifici?
No, fu una scelta linguistica e caratterizzante; iniziavo un percorso che consideravo innovativo e originale... e dovevo scegliere, parlando di pittura, per prima cosa ai colori che avrei usato. Sentivo lontani tutti gli stilemi e mezzi coloristici novecenteschi e quelli delle prime esperienze astratte quindi la scelta è stata relativamente facile; userò il bianco, il nero ed i colori primari.

Il Metarealismo mira, nel tempo, ad avere un importante potere evocativo?
Unirà rappresentazione diretta (accadimento) e suggestione della memoria... spazio/temporalità evoluta (superando le teorie delle avanguardie novecentesche) ... renderà "udibili" le voci degli esclusi... difenderà il pianeta dalle sconsiderazioni degli umani... e renderà reale un sogno (ricordi il fato?): sarà una nuova classicità che evocherà nuove visioni artistiche e nuovi traguardi sociali.

Daniele Baldini