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La pianista Khatia Buniatishvili in recital a Bologna Festival

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Khatia Buniatishvili  foto Gavin Evans-Sony Classical 1

Giovedì 9 giugno, ore 20.30, al Teatro Manzoni

Con il recital della pianista Khatia Buniatishvili si conclude la rassegna Grandi Interpreti di Bologna Festival. Un pianismo magnetico e una forte presenza scenica fanno della pianista franco-georgiana una delle interpreti oggi più ricercate a livello internazionale. Nel programma proposto a Bologna Festival, creando un accostamento di generi e periodi storici molto diversi, spazia da Bach a Satie, passando per Chopin, Schubert e Liszt. «Epoche e generi non hanno poi tanta importanza – sostiene Khatia Buniatishvili – quello che dura è l'emozione. Non è questo lo scopo essenziale della musica? Visto che in questi pezzi si tratta più di emozione che non di forme stilistiche, non bisogna sapere a che periodo risalgono; in questa mescolanza di stili non c'è più alcuno stile». Fra sussurrate intimità e smagliante virtuosismo passa dal minimalismo della Gymnopédie n.1 di Satie al tripudio virtuosistico della Rapsodia ungherese di Liszt, dalla nostalgica tristezza di certe pagine chopiniane (preludi, mazurke, polacche) a sempreverdi del Barocco come l'Aria sulla quarta corda di Bach o Les barricades mystérieuses di Couperin; accosta il clima sospeso della Consolation n.3 di Liszt al Preludio e fuga BWV 543 di Bach nella sapiente trascrizione di Liszt.

Khatia Buniatishvili. Nata in Georgia nel 1987, Khatia Buniatishvili ha studiato al Conservatorio di Tbilisi e a Vienna. Ha iniziato a suonare il pianoforte all'età di 3 anni sotto la guida della madre e ha tenuto il suo primo concerto a 6 anni. Si è distinta in diversi concorsi pianistici internazionali, tra cui l'Arthur Rubinstein di Tel Aviv, dove è stata premiata come miglior interprete di un brano di Chopin. Il debutto alla Carnegie Hall nel 2008 suonando il Concerto n.2 di Chopin, la presenza nelle rassegne New Generation Artist della BBC e Rising Stars della Konzerthaus di Vienna, il debutto discografico con un recital lisztiano pubblicato da Sony Classical, sono alcune delle tappe di una brillante carriera che la vede esibirsi sui palcoscenici internazionali come solista o con le orchestre e i direttori di maggior spicco. Interprete dotata di forte comunicativa, dal virtuosismo trascinante, nei suoi recital lascia trasparire momenti di solitaria introversione: il pianoforte per Khatia Buniatishvili diventa «simbolo di una solitudine che in sala da concerto può essere condivisa con gli altri». Ha suonato con complessi sinfonici come l'Orchestre de Paris, la Philharmonia Orchestra, la Los Angeles Philharmonic Orchestra, l'Orchestre National de France, la Israel Philharmonic Orchestra sotto la direzione di Zubin Mehta, Kent Nagano, Neeme Järvi, Paavo Järvi, Jaap Van Zweden, Gustavo Dudamel, Myung-Whun Chung, Yannick Nézet-Séguin, Daniele Gatti. Ama il repertorio cameristico, che condivide con artisti come Gidon Kremer e Renaud Capuçon o con la sorella pianista Gvantsa Buniatishvili. Nella sua discografia figurano recital con musiche di Liszt, Chopin e Schubert, le antologie Motherland (2014) e Kaleidoscope (2016), i Concerti per pianoforte n.2 e n.3 di Rachmaninov con la Filarmonica Ceca e Paavo Järvi e l'antologia Labyrinth (2020) con musiche di Chopin, Bach, Liszt, Satie, Morricone, Brahms, Rachmaninov, Villa-Lobos, Cage, Pärt.

( Credit foto: Gavin Evans-Sony Classical )

Redazione