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Le nuove guerre: l'acqua un bene strategico

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lago
L’acqua è da sempre una risorsa strategica, da diversi anni chiamata “oro blu”, che trova origine in un altro termine utilizzato per indicare il petrolio: “oro nero”. L’idea di questo accostamento acqua-petrolio nasce dalla constatazione della progressiva diminuzione della disponibilità pro-capite della risorsa idrica che, al pari del petrolio, potrebbe rappresentare o in molte regioni già rappresenta una fonte di instabilità politica ed economica. Da essa dipende l’esistenza del genere umano, ma anche lo sviluppo dei commerci, l’incontro tra i popoli e culture, l’ascesa o il declino di imperi. Nei prossimi anni, secondo numerosi rapporti di organizzazioni internazionali, la causa più probabile di eventuali conflitti bellici tra stati, sarà per il controllo dell’acqua. L’impoverimento delle risorse idriche a causa dell’inquinamento, dello sfruttamento spregiudicato, dei cambiamenti climatici, delinea prospettive decisamente allarmanti di nuovi conflitti in un futuro prossimo. Si calcola che circa 1,4 miliardi di persone sulla terra oggi debbano affrontare la difficoltà di accesso all’acqua potabile. Al mondo esistono numerosi bacini idrici condivisi, ovvero corsi d’acqua dolce che hanno origine all’interno dei confini politici di Stati e che sviluppano il loro percorso all’interno di confini politici di altri Stati. Il numero di bacini internazionali è cresciuto nel corso degli anni. Una delle maggiori conseguenze è stata la divisione dell’ex URSS e dell’ex Jugoslavia. Nel 1977 se ne contavano 214, oggi ne esistono 243. Il 40% degli Stati mondiali si rifornisce da fonti d’acqua condivise con altri Stati. I corsi d’acqua con portata idrica maggiore al mondo sono il Rio delle Amazzoni, il Congo, il Fiume Azzurro, l’Orinoco e il Yenisei: tutti, tranne il Fiume Azzurro che bagna solo la Cina, scorrono su più di un territorio nazionale. Il Tigri e l’Eufrate nascono dal sistema montuoso turco dell’Anatolia meridionale. I due fiumi attraversano la Siria a Sud-Est per poi raggiungere l’Iraq. Nel gennaio del 1990 terminò la costruzione della grande diga di Ataturk che ha comportato il più grande sforzo economico mai sostenuto dal governo turco. Questo complesso ingegneristico devia l’acqua dell’Eufrate fino alla pianura di Harran attraverso un condotto lungo 26 km. Il progetto è stato fortemente avversato sia dall’Iraq che dalla Siria. Infatti nonostante il governo turco abbia garantito ad essi una quantità certa d’acqua, Iraq e Siria si trovano a dover dipendere per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico dalle decisioni di Ankara. Quali possono essere le soluzioni necessarie per prevenire probabili conflitti? Oggi la ricerca scientifica è in grado di sfruttare la tecnologia per alleviare le carenze idriche sia con metodi convenzionali, sia con metodi non convenzionali. Tra questi la costruzione di impianti di dissalazione o la canalizzazione come avviene per il petrolio. Il problema può anche essere affrontato con approccio economico, che guarda all’acqua come un bene che deve avere un mercato e quindi un prezzo legato alla quantità disponibile. Ciò comporterebbe non solo il risparmio in agricoltura, ma anche un dirottamento degli impieghi verso gli usi domestici e le attività produttive industriali. L’acqua è un bene prezioso e le risorse idriche creano enormi vantaggi per lo sviluppo e la crescita sociale. Alcune stime indicano che nei prossimi anni l'acqua avrà un giro d'affari del valore di centinaia di miliardi di euro. Questa tendenza è legata soprattutto alla privatizzazione della distribuzione dell'acqua che, in particolare in Europa, sta diventando normalità. E questo può portare a trasformare un bene che dovrebbe essere alla portata di tutti, in un prodotto che potrebbe diventare un'importante elemento di trattative economiche del prossimo futuro. Incentivare nuovi sistemi di irrigazione per l’agricoltura, come quello "goccia a goccia". La seconda risposta sta nel riciclo dell'acqua potabile per usi agricoli. In Israele lo si fa già per il 30% delle acque utilizzate dalla popolazione. L’acqua è un bene fondamentale per tutti noi e per la nostra esistenza. Prima di sprecarla pensiamoci.